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L'ECONOMISTA ZAMAGNI: LA VITA TRISTE DELLA COMPETIZIONE»
Come si spiega il successo mondiale di «Squid Game», in cui centinaia di personaggi competono tra loro in un cruento gioco di sopravvivenza, con un montepremi in denaro? Forse, la popolarità di questa e di altre serie tv incentrate su prove al limite della resistenza umana dipende dal fatto che nei loro plot si rispecchiano - in forme esasperate - dei meccanismi di selezione-esclusione presenti nella società reale?
«L'uomo di oggi,obbligato dal mercato a funzionare più che ad esistere»
Domani alle 21 nel parco di Villa Morando a Lograto (in caso di maltempo nella parrocchia Ognissanti), Miguel Benasayag riceverà il «Premio internazionale di filosofia. Un libro per il presente» assegnato dalla Fondazione Filosofi lungo l'Oglio e giunto allaXIVedizione. Sarà così possibile incontrare un pensatore importante e originale. Filosofo e psicoanalista nato in Argentina, Benasayag è stato oppositore della dittatura e prigioniero politico negli anni Settanta. Da tempo cittadino francese, è autore di molti libri, il più noto dei quali è «L'epoca delle passioni tristi», scritto con Gérard Schmit e edito in Italia da Feltrinelli. Il festival diretto da Francesca Nodari lo premierà per il libro «Funzionare o esistere?», pubblicato nel 2019 da Vita e Pensiero. Ne abbiamo discusso con l'autore.
La fine del desiderio
Chi ha ucciso il desiderio? Se dovesse indicare un solo colpevole, l'antropologo e sociologo francese David Le Breton, 71 anni, punterebbe il dito sul killer più desiderato al mondo: lo smartphone. Il telefonino, con tutti i suoi complici: i social network e, più in generale, internet. Un'overdose digitale e letale. A un antropologo specializzato nelle rappresentazioni e nell'uso del corpo umano, non poteva sfuggire infatti la postura ormai prevalente nell'Homo sapiens: curvo sul portatile, sempre, dappertutto, fin dalla più tenera età. E analizzarne le conseguenze, anche estreme. «Noi entriamo - scrive - in una società spettrale ove, perfino nelle strade, gli occhi sono abbassati sullo schermo in un gesto di adorazione perpetua, e non più spalancati sul mondo circostante». E aggiunge: «Non abbiamo mai comunicato così tanto, ma mai parlato così poco insieme».
«Conoscere se stessi sinifica toccare la luce eterna di Dio»
«Nosce te ipsum», recitava l'antica massimalatina. «Conosci te stesso» è prerequisito per ogni altra forma di conoscenza e perindagare qualsiasi dimensione del reale, compreso ciò che trascende la nostra esistenza. Questione in cui (per citare Heidegger) ne va del nostro stesso essere e che sarà approfondita da Marco Vannini nella lectio magistralis «Conosci te stesso. Conoscerai te stesso e Dio», domani, giovedì, alle 21 nella chiesa della Conversione di SanPaolo(via Borghini a Collebeato) per il festival Filosofi lungo l'Oglio. Al filosofo, tra i più importanti studiosi della tradizione spirituale cristiana e traduttore dell'intera opera,la- tina e tedesca, di Meister Echkart, abbiamo chiesto qualche anticipazione.
«NON CREDETE ALLA POLITICA CHE PROMETTE LA FELICITA»
Umberto Curi entrerà nel cuore del tema che fa da fil rouge alla 20a edizione del festival Filosofi lungo l'Oglio, con la sua conferen esemplare». Il noto filosofo veronese è atteso martedì 10 giugno, alle 21, al Museo Il Forno di Tavernole sul Mella, dove affronterà due tra le nozioni maggiormente indagate dai filosofi di tutti tempi. Ne parliamo con lo studioso, professore emerito di Storia della filosofia all'Università degli studi di Padova e docente alla facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha, tra l'altro, vinto nel 2018 il Premio Internazionale di Filosofia/Filosofi Lungo l'Oglio «Un libro per il presente» con il testo «Straniero» (Raffaello Cortina editore).
Vent'anni di «Filosofi lungo l'Oglio»
Ha preso il via la XX edizione del festival «Filosofi lungo l'Oglio», forte di un ricco calendario di eventi per riflettere attorno al tema "Esistere". Ieri, giovedì 5 giugno, è andato in scena il primo appuntamento della kermesse culturale che prevede incontri, conferenze e dibattiti con filosofi, studiosi e intellettuali di rilievo nazionale e internazionale, che proseguirà fino alla fine di luglio.
Enzo Bianchi stasera a Iseo per la prima di Filosofi lungo l'Oglio
Esistere è anche vivere «con» e «per» gli altri, superando l'individualismo. Il primo appuntamento della ventesima edizione di Filosofi lungo l'Oglio, festival di filosofia itinerante, è con Enzo Bianchi: sarà il religioso, fondatore della comunità monastica di Bose, da cui si è separato nel 2017, e di Casa della Madia, a offrire al pubblico la prima riflessione sul tema «Esistere»: la sua lectio magistralis, «Vivere con gli altri, vivere per gli altri», si terrà questa sera alle 21 alla pieve di Sant'Andrea a Iseo.
LA TENEREZZA ci cambia la vita
Andiamo oltre i facili sentimentalismi e le illusorie romanticherie. La filosofia contemporanea dà valore e concretezza a questo sentimento positivo, considerandolo basilareper abitare in un mondo più lieve e gioioso per tutti.
Orfani di femminicidio, Francesca Nodari: “Un tema invisibile che si deve urgentemente affrontare”
Orfani speciali”, “bambini invisibili”, “orfani di crimini domestici” sono solo alcune delle espressioni con le quali si possono nominare gli “orfani di femminicidio”, bambini e bambine che hanno assistito, a volte per anni, alle violenze del padre nei confronti della madre (o lo stesso femminicidio), subendone le conseguenze sul proprio processo di sviluppo a livello emotivo, relazionale e cognitivo. Un tema ancora troppo spesso dibattuto che chiama a rispondere il welfare state e la mancanza di strumenti e servizi in sostegno a questi bambini. Di questo ne parliamo con Francesca Nodari, filosofa levinasiana, allieva del grande pensatore tedesco Bernhard Casper. Specializzata in Filosofia e linguaggi della modernità nell’Ateneo di Trento, ha conseguito, sotto la guida di Casper (Università di Freiburg i. B.), il Dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università degli Studi di Trieste e collaborato con la facoltà di Filosofia dell’Università Milano-Bicocca. Si occupa di questioni che ruotano attorno allo statuto della soggettività e dell’alterità cercando di farne emergere, grazie agli stimoli legati in particolare al pensiero di Levinas, la dimensione incarnata, temporale e finita. È Presidente della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio e Direttrice scientifica dell’omonimo Festival. Autrice prolifica e curatrice di prefazioni e postfazioni di testi filosofici, dirige – presso Mimesis – le collane «Chicchidoro» e «Tempo della memoria». Collabora con numerose riviste e La Domenica de «Il Sole 24 Ore». È tra le vincitrici del «Premio Donne Leader 2012», conferitole dall’Associazione internazionale EWMD e, nel 2015, del «Premio Donne che ce l’hanno fatta». Nel 2019, è stata insignita dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana. Recentemente, è stata nominata tra le 100 Esperte della sezione di Filosofia del progetto «100 donne contro gli stereotipi».
«Da gesto di cura a "orma" sul device Così il bacio cambia con la cultura»
Per restare in buona salute servono nove baci al giorno. Il bacio fa bene al sistema immunitario, perché arricchisce il nostro microbiota. Lo spiegano Marino Niola ed Elisabetta Moro nel libro «Baciarsi» (Einaudi, 128 pp., 12 euro). Ma c'è anche il rischio opposto: nel 2020 il Covid-19 ha spinto i governi a mettere il bacio «in quarantena». Stasera alle 21, Niola e Moro - entrambi docenti di Antropologia all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli - saranno ospiti di Filosofi lungo l'Oglio a Leno, a Villa Badia (viale Buonarroti 43/b) per raccontare forme, rappresentazioni e significati simbolici che il bacio può assumere in diversi contesti sociali.
Professor Niola, il bacio è un gesto universale?
Può essere considerato universale, perché nasce in realtà da un gesto etologico, cioè dall'abitudine di certe specie animali di premasticare il cibo per imboccare i cuccioli. Col tempo, da gesto di nutrizione diventa simbolo di cura, amore, protezione. Si può definirlo un comportamento universale che poi cambia significati e forma a seconda delle culture.
Ad esempio?
Ci sono società dove il bacio è un gesto talmente intimo da essere vietato in pubblico. In altre realtà, come in Cina, nell'India antica o tra gli eschimesi, al contatto delle labbra si sostituisce lo strofinamento reciproco dei nasi. Ma siamo sempre lì, a un centimetro di distanza dalle labbra. Il gesto è stato poi ulteriormente universalizzato dall'industria dello spettacolo, soprattutto dal cinema che ha viralizzato il bacio occidentale diffondendolo anche in altre culture.
Il bacio più celebre rimane quello tra Paolo e Francesca nell'Inferno dantesco...
È il bacio più famoso della letteratura. Nel nostro libro proponiamo esempi dalla letteratura, dal cinema, dalla pittura, perché il bacio è uno dei gesti più raffigurati, simbolo dell'amore. Ma ci sono vari tipi di bacio: può essere anche simbolo di sottomissione o perfino di tradimento, come il bacio di Giuda.
Non è quindi solamente legato al desiderio?
È legato alla comune appartenenza. I primi cristiani si baciavano sulle labbra per significare che erano fratelli in Cristo. Era il «bacio della pace», che nella liturgia contemp orane a ha lasciato il posto al «segno di pace».
E il bacio di scambio? C'è un uso politico del bacio?
Sì. Nell'Inghilterra del '700 c'era un fenomeno molto diffuso: le nobildonne baciavano i popolani in cambio di voti per il marito o per un candidato politico che loro appoggiavano. La duchessa Georgiana Spencer, antenata di Lady Diana, baciava lavoratori e contadini in cambio di voti per un amico, candidato di un partito progressista. Immagini cos'era per un popolano di allora avvicinare e baciare sulle labbra una donna bella, profumata, aristocratica... I voti arrivavano.
E il bacio del futuro?
Il virtuale spalanca orizzonti nuovi, per certi versi ludici, per altri inquietanti. Come i sensori che trasmettono impulsi anche sulla lingua, restituendo in modo veritiero l'esperienza del bacio: potrei comprare un software che mi permette di provare la sensazione di baciare Jennifer Lawrence o Brad Pitt... O una persona potrebbe voler baciare il padre che non c'è più, ma che ha impresso l'orma delle sue labbra su un device. Così baciarsi diventa una forma di condivisione tra i corpi e l'algoritmo.