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Giovedì, 05 Giugno 2025 06:09

Enzo Bianchi stasera a Iseo per la prima di Filosofi lungo l'Oglio

Enzo Bianchi - IO,GLI ALTRI Enzo Bianchi - IO,GLI ALTRI

Esistere è anche vivere «con» e «per» gli altri, superando l'individualismo. Il primo appuntamento della ventesima edizione di Filosofi lungo l'Oglio, festival di filosofia itinerante, è con Enzo Bianchi: sarà il religioso, fondatore della comunità monastica di Bose, da cui si è separato nel 2017, e di Casa della Madia, a offrire al pubblico la prima riflessione sul tema «Esistere»: la sua lectio magistralis, «Vivere con gli altri, vivere per gli altri», si terrà questa sera alle 21 alla pieve di Sant'Andrea a Iseo.

Enzo Bianchi, cosa significa vivere con gli altri e per gli altri?

«Per un vero cammino di umanizzazione e crescita dobbiamo tenere contro di tre concetti: innanzitutto noi siamo "come" gli altri, abbiamo tutti pari dignità. Poi siamo "in mezzo" agli altri, chiamati a tessere legami. Infine, siamo "per" gli altri: dobbiamo avere cura degli altri fino a metterci al loro servizio. Questi tre concetti sintetizzano l'atteggiamento di un uomo e una donna che vogliano fare della propria vita un capolavoro umano, personale e sociale. La fraternità nascerà da questo: dalla possibilità di rapporti pacificati, capaci di costruire una società migliore e più giusta».

Dire che una società giusta sia oggi molto lontana è un eufemismo...

«Oggi siamo malati di una forma di mancanza di fiducia nell'altro. Invece di avvicinarci ci teniamo lontani. A volte siamo persino incapaci di abbracciarci, di stare vicini con il corpo. Dobbiamo avere invece il coraggio di fare un passo verso l'altro. L'uomo non è cattivo, la sua bontà va risvegliata dall'incontro: la vicinanza permette di provare compassione, di soffrire con chi soffre. Spesso ci teniamo lontani da queste persone, non le vediamo. Proviamo un amore supposto per i lontani e siamo incapace di mostrare amore per i nostri vicini. Noi però siamo il prossimo, come dice il Vangelo».

In questo senso le comunità di Bose e Casa della Madia rappresentano quasi un unicum o ci sono altre realtà a cui guardare?

«Purtroppo le esperienze di comunità si sono rarefatte, si va verso la frammentazione, la polarizzazione. A vincere sono gli egoismi dei nazionalismi e dei sovranismi, che hanno ripercussioni anche nella vita delle persone che ricercano sempre maggiore individualismo anziché costruire fraternità».

Fraternità sembra oggi una parola impossibile: pensiamo a ciò che accade a Gaza...

«In questo momento è difficile sperare. La guerra non è più il grande male che doveva essere sconfitto, anzi anche in Europa alcune nazioni ne sono sedotte. Bisogna fare un'opera di resistenza per la pace. Come cristiani abbiamo un magistero che vede l'orizzonte dell'umanità e della Chiesa basato sulla fraternità. E questo è il primo compito che ci spetta oggi, altrimenti andiamo verso una nuova catastrofe».

Le Video lezioni

Sul nostro canale youtube puoi trovare tutte le video lezioni del nostro Festival di Filosofia.