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Venerdì, 06 Giugno 2025 09:32

Vent'anni di «Filosofi lungo l'Oglio»

Francesca Nodari, presidente della Fondazione Filosofi lungo l'Oglio Francesca Nodari, presidente della Fondazione Filosofi lungo l'Oglio

Ha preso il via la XX edizione del festival «Filosofi lungo l'Oglio», forte di un ricco calendario di eventi per riflettere attorno al tema "Esistere". Ieri, giovedì 5 giugno, è andato in scena il primo appuntamento della kermesse culturale che prevede incontri, conferenze e dibattiti con filosofi, studiosi e intellettuali di rilievo nazionale e internazionale, che proseguirà fino alla fine di luglio.

Ancora una volta la direzione scientifica è a cura della professoressa e filosofa levinasiana Francesca Nodari, presidente della Fondazione Filosofi lungo l'Oglio: proprio a lei, ideatrice del progetto, abbiamo chiesto di ripercorrere questi primi vent'anni trascorsi con il festival.

Professoressa Nodari, come sarà celebrata la XX edizione di «Filosofi lungo l'Oglio»?

Per venerdì 11 luglio è in programma una cerimonia per lo speciale traguardo raggiunto, che si terrà nella sede della Fondazione a Villachiara. Qui avverrà la proiezione del documentario «Quando la filosofia diventa contagiosa. Dal sogno alla realtà»: contiene immagini e video inediti che ripercorreranno la scommessa che la sottoscritta ha voluto fare con umiltà e grande passione. Tutti mi davano della visionaria, perché volevo portare i filosofi nella concretezza delle terre bresciane e pensavano che un progetto del genere non potesse attecchire. Ero e sono convinta che finché non si prova non è possibile conoscere la verità, così ho scelto di provare: nella vita spesso contano i fatti e questa volta mi hanno dato ragione.

Torniamo agli albori, come si è sviluppato il Festival?

In origine era una piccola rassegna, siamo partiti con 5 incontri, poi sono diventati 10 e adesso siamo addirittura a 31 per l'edizione 2025, suddivisi su 23 Comuni. Inoltre ci siamo dotati di un Comitato Scientifico di elevato spessore e nel 2015 abbiamo creato la Fondazione Filosofi lungo l'Oglio. Di certo è stata una bella opportunità per poter invitare a parlare alcuni fra i «giganti» del pensiero esistenti, che hanno lasciato la loro impronta per sempre. Non ci hanno dato soltanto messaggi e spunti di riflessione, ma anche una direzione da seguire, con suggerimenti utili anche per superare le immancabili difficoltà.

Perché è nato e quali sono le sue caratteristiche?

Di certo è nato per la richiesta che ho personalmente colto, proveniente dal basso, ovvero una fame di contenuti e conoscenza. Attenzione, non in termini di erudizione: il Festival porta la filosofia fuori dall'Accademia, porta i filosofi in mezzo alle persone, nelle comunità. E si distingue per due ragioni. In primis perché è itinerante, non ci sono sotanto 2-3 location, ma abbiamo superato i 20 Comuni. Poi è un Festival che ha sempre voluto unire il binomio luogo-pensiero, ha sempre desiderato offrire la possibilità di vedere quinte di un certo tipo. Non abbiamo mai scelto luoghi scontati, ma location che sanno di storia e arte, scoprendo che anche nei più piccoli borghi è possibile trovare straordinarie bellezze. La peculiare natura del Festival è dunque il suo spirito nomade e itinerante, che porta la riflessione filosofica in luoghi diversi rinnovando la sua vocazione a farsi maratona del pensiero in movimento.

Qual è il target del Festival? A chi si rivolge?

Noto dati in controtendenza al pensiero comune, che indicano una grande affluenza di giovani e persino di giovanissimi. Vedere i ragazzi, anche seduti per terra per la grande partecipazione, mi riempie di gioia e mi fa pensare che ci siano ottime speranze per il futuro. Dopo vent'anni possiamo parlare di un pubblico trasversale, non solo per estrazione sociale ma anche per scolarizzazione. Questa è la vera scommessa: ciò che conta è dare una risposta a chi chiede strumenti per leggere la realtà. Questo avviene con relatori che hanno la capacità di relazionarsi con il pubblico, facendo scaturire incontri vissuti, dove si alternano domande e risposte. Il pubblico è trasversale anche dal punto di vista geografico, proveniente persino da fuori la Lombardia e addirittura dall'estero. La nostra è una manifestazione che vuole essere inclusiva e in grado di favorire la partecipazione di un ampio pubblico, sicuramente non è soltanto per gli «addetti ai lavori».

E ora che succede? In che direzione sta andando il vostro futuro?

Per noi quattro lustri non sono un punto di arrivo ma di partenza. Andiamo verso nuove sfide e siamo qui per migliorarci, per arricchirci e per arricchire il nostro lavoro. Per esempio due anni fa abbiamo inaugurato la sede della Fondazione, nata da un ex-stallo per bovini ed equini. Oggi è un auditorium con uffici e in grado di ospitare spettacoli, workshop, lectio-magistralis e tanto altro. Ci candidiamo a polo culturale per il territorio che gravita intorno ad Orzinuovi ed è una sfida molto importante. Il fiore all'occhiello è e resterà il Festival, ma durante l'anno si tengono incontri, presentazioni di libri e più in generale si fa cultura in modo continuativo.

Torniamo infine al Festival: qual è il suo desiderio più grande?

Idealmente vorrei cercare di aiutare le persone ad eliminare quel luogo comune tale per cui la filosofia è un qualcosa di metafisico, campato per aria. Non è così, ha molto a che fare con la nostra vita, è evento, relazione, rapporto con gli altri. Quest'anno abbiamo scelto il tema «Esistere» e non e casuale: il sorpasso del virtuale sul reale non può non

Le Video lezioni

Sul nostro canale youtube puoi trovare tutte le video lezioni del nostro Festival di Filosofia.