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Silvia Vegetti Finzi - «Le maschere che portiamo ci aiutano ad essere ciò che potremmo»
Tra gli ospiti più attesila psicologa Silvia Vegetti Finzi che sabato terrà una lectio magistralis
MODENA.V’è molta attesa per la diciannovesima edizione del Festival filosofia in programma dal 13 al 15 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo. Quasi 200 gli appuntamenti in cartellone fra lezioni magistrali, mostre e spettacoli, tutti dedicati al tema «persona».
Burioni a Villachiara: «No vax, vi sfido. E lo Stato non tentenni»
L’autore de «La congiura dei somari» a Villachiara per il festival «Filosofi lungo l’Oglio»: attacchi da chi non ha alcuna nozione di medicina.
«Con Augé, ripartire dall'educazione per condividere la condizione umana»
Elisabetta Moro spiega il mito delle sirene
Elisabetta Moro ne parlerà a Filosofi lungo l'Oglio. Figure anfibie, al limite fra mondo umano e animale.
"Eppure soltanto l'arte ci avvicina all'infinito" - intervista a Sergio Givone
Sergio Givone. Il filosofo: «Scienza e tecnica non riescono a esaurire il mistero dell'esistenza, non ci fanno cogliere un nuovo mondo dietro la superficie del mondo»
Non solo nelle chiese, ma anche enplen air si può avere la conferma che l'arte ha intrattenuto, per millenni, una profonda complicità con la religione: basta recarsi in Val Camonica, per ammirare l'antichissima rappresentazione di uno «sciamano che corre» su una roccia di Capo di Ponte o, a Sonico, l'immagine di un idolo con le sembianze di un bambino in fasce. Sembrerebbe tuttavia che in epoca recente il rapporto tral'arte e il sacro si sia allentato: in certi casi, anzi, la dimensione religiosa pare irrisa da artisti contemporanei come Jeff Koons, che assemblando dei palloncini di metallo scimmiottale «veneri paleolitiche», o Giuseppe Veneziano, che in Mc Emmaus ritrae Gesù mentrebenedice delle patatine fritte e un panino con l'hamburger.
«Dai frutti riconosco l'albero» - intervista a Salvatore Natoli, fra i protagonisti del prossimo Festival
«Il credente è una presenza originale. Potremmo dire inquietante».
Salvatore Natoli, filosofo laico, racconta di sé e di un cristianesimo che continua a interrogarlo. Partendo da quelle parole di don Giussani nel 1968...
Vegetti Finzi: «La verità è un affare da bambini»
Educazione. I bambini e la verità» è il titolo dell’attesa lectio magistralis che Silvia Vegetti Finzi - nata a Brescia nel 1938, tra le più acute psicologhe cliniche del nostro presente, già docente di Psicologia dinamica all’Università di Pavia, scrittrice e autrice di innumerevoli saggi che hanno formato intere generazioni - terrà domenica, alle 20.30, in piazza Martiri a Carpi. Per l’occasione l’abbiamo incontrata.
Marrani, gli ebrei convertiti, mentitori «per necessità»
Non sempre ci è dato dire la verità. Tanto più se estorta sotto tortura. Di questo parlerà Donatella Di Cesare - ultima allieva (l’unica donna) di Hans-Georg Gadamer, ordinaria di Filosofia teoretica all’Università di Roma «La Sapienza» - venerdì 14 settembre alle 16.30 in Piazza Martiri a Carpi. Nel suo prezioso volume «Marrani» (Einaudi 2018), la professoressa Di Cesare ricorda che nella «Lettera sull’apostasia» Maimonide fu esplicito: esortò i suoi correligionari a sottrarsi al martirio che era da considerarsi «non come una norma ebraica», bensì «un gesto eccezionale».
Cosi sta tramontando il "noi"
L' uomo non è fatto per la solitudine: così inizia il racconto delle Genesi. Egli è un essere sociale, un essere di linguaggio, d'incontro. Ma oggi viviamo nell'era di un nuovo individualismo che si avvita su se stesso, slegato da vincoli e doveri che non siamo quelli attinenti all'io. Un io bulimico e assolutista che non sa guardare al di là del tinello. Narciso è il primo santo del calendario. Ma tanti io non producono un noi, anzi si trovano davanti l'immensità del vuoto. Oggi l'uomo è iperconnesso, ma sembra aver perduto la passione di sognare in grande, non è più capace di utopie. Un sistema sociale che penalizza sempre i più deboli.
Ridateci i maestri
L'intervista - Parla Francesca Nodari, direttrice dei Filosofi lungo l'Oglio.
Quasi un secolo fa (1927) Julien Benda denunciò il loro tradimento in un saggio che sarebbe diventato pietra miliare. Il tradimento degli intellettuali, o dei chierici, stava nella rinuncia alla loro separatezza dalla mondanità, dall'essere coscienza critica al servizio e a custodia di valori universali come ragione, giustizia, verità.