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Michela Marzano filosofa che sonda la fortuna della donna-corpo
La fortuna declinata in quarantatre lezioni magistrali in una polifonia di analisi, riflessioni che non esitano a richiamare l’attenzione di un pubblico disposto a muoversi da una città all’altra, nel triangolo che si disegna tra Carpi Modena e Sassuolo, pur di non perdersi il moltiplicarsi degli interventi tra un frugale cestino di razion sufficiente e gli occhi puntati sulle cartine, che aiutano ad orientarsi in questa densa tre giorni di pensiero e all’orologio, per non giungere in ritardo all’atteso appuntamento. Tra questi non poteva certo mancare quello con Michela Marzano, docente di Filosofia presso il Centre de Recherche Sens, Ethique, Société dell’Université Paris V (René Descartes).
Il dialogo come antidoto all’idolatria - intervista a Bernhard Casper
"L’ idolatria è dovuta al fatto che pur avendo sete del bene assoluto, non si possiede l’attenzione soprannaturale: e non si ha la pazienza di lasciarla nascere."
S. Weil
Si è tenuto lo scorso 28 gennaio l’atteso incontro intitolato: «Quale dialogo tra le religioni?», promosso dalla CCDC in collaborazione con l’Ufficio Pastorale per l’Ecumenismo e i Padri della Pace. Relatore d’eccezione è stato Bernhard Casper, professore emerito all’Università di Friburgo, considerato uno dei massimi filosofi della religione viventi. Nato a Trier nel 1931 e abilitatosi nel 1967, Casper è stato allievo di Bernhard Welte, del quale sta curando la Gesammelte Schriften per l’editore Herder. Conosciuto dal pubblico italiano per numerosi saggi frutto, in particolare, dei tradizionali incontri ai Colloqui Castelli e delle molteplici lezioni magistrali tenute in diversi atenei italiani, Casper si è imposto nel dibattito filosofico contemporaneo proprio per la sua impostazione teoretica innovativa, la quale pur proseguendo lungo la linea della tradizione ermeneutica, la oltrepassa confrontandosi in maniera originale con il pensiero ebraico del ‘900. Per l’occasione lo abbiamo incontrato.
L’orrore della prigionia: i Carnets de captivité di Emmanuel Lévinas - Intervista a Jean–Luc Nancy
Il corpo è l’estensione dell’anima fino all’estremità del mondo e fino al confine di sé, l’uno nell’altra, intricati e indistintamente distinti, estesi, tesi fino a spezzarsi». Jean–Luc Nancy, Indizi sul corpo «Prima di essere uno spazio geometrico, prima di essere l’ambiente concreto del mondo heideggeriano, il luogo è una base. Perciò il corpo è l’avvento stesso della coscienza. Non è affatto una cosa. E non solo perché è abitato da un’anima, ma perché il suo essere appartiene all’ordine dell’evento e non del sostantivo. Esso non si pone, è la posizione. Non si situa in uno spazio già dato – ma è l’irruzione nell’essere anonimo del fatto stesso della localizzazione. - Emmanuel Lévinas, Dall’esistenza all’esistente