Un pubblico già predisposto ad assecondare l'invito all'ascolto lanciato dalla prossima edizione: «In una società che esalta la produttività, la performance e l'efficienza-ha detto Nodari-l'ascolto appare come un gesto rivoluzionario. Ascoltare significa concedersi il tempo dell'attesa e lo spazio del rispetto; è un atto che richiede attenzione, apertura e disponibilità verso l'altro. È anche un modo per conoscersi e abitare più consapevolmente la propria interiorità. Un gesto inclusivo, che cura, consola, perdona e prepara la pace».
Proprio di pace c'è più che mai bisogno in questo tempo tormentato. «I miliardi spesi per armare gli eserciti andrebbero usati per armare i cervelli» ha detto l'altra sera la psicoterapeuta e scrittrice Maria Rita Parsi. Madrina del festival, per il quale è componente della commissione scientifica e vicepresidente del Premio internazionale di filosofia «Un libro per il presente» (assegnato quest'anno a Miguel Benasayag), Parsi ha lanciato un appassionato appello a fare ognuno la propria parte perché prevalgano la cultura, il dialogo, la ricomposizione del tessuto sociale «invece di quello virtuale». «La filosofia - ha ribadito - educa al piacere del pensare: è la capacità di analizzare, riflettere ed entrare nei problemi, che aiuta a non aver paura». E l'esistere - la parola che ha guidato i ragionamenti di questa edizione - non si consuma nella ricerca del successo: «È capacità di amare, pensare, essere liberi e non prigionieri della cattiveria».
Anche dall'ambiente digitale, comunque, arrivano cifre che attestano la popolarità raggiunta dal festival. I contatti web sono stati oltre 411mila, con una media di ottomila visite al giorno; migliaia levisualinazioni sui so cial. Ma quello che più conta sono le parole scambiate di persona: anche per questo, il festival avrà una coda autunnale con due passeggiate filosofiche. La prima a Sarnico, venerdì 11 ottobre, guidata da Duccio Demetrio e ispirata al suo libro «Foliage. Vagabondare in autunno». La seconda il 18 ottobre a Villachiara, con Gilberto Bettinelli, intitolata «Il filo verde dell'esistenza».