
GHEDI Lectio magistralis del filosofo Salvatore Natoli
LE SERATE
VITO MANCUSO
Docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita Salute San Raffaele di Milano. «Dio e una vita futura sono due presupposti – secondo i principi della ragion pura – inseparabili dall’obbligazione a noi imposta dalla medesima ragione pura». (I. Kant)
MARIA RITA PARSI
Maria Rita Parsi è psicoterapeuta, opinionista televisiva e scrittrice
«Odio e amo: tu forse mi domandi perché. Non so, ma sento che accade e mi tormento ». (Catullo)
VILLACHIARA (Bs), Azienda Le Vittorie. Anche in caso di pioggia
SALVATORE NATOLI, ordinario di Filosofia teoretica all’Università Bicocca di Milano
FAR FRONTE AL DESTINO
«Io sono diventato uno che benedice e che dice di sì: e ho lottato a lungo e sono stato un lottatore, per avere un giorno le mani libere al benedire». (F. Nietzsche)
FILOSOFI LUNGO L'OGLIO
giovedì 16 luglio
URAGO D’OGLIO(Bs),
La conferenza inizialmente prevista presso il Cortile del Castello si terrà in Piazza Marconi (Piazza del Comune di fronte al Castello).
In caso di maltempo si terrà presso l'Oratorio
SERGIO GIVONE - DESTINO E TRAGEDIA
Ordinario di Estetica all’Università di Firenze
«La verità è antinomica, e non può non essere tale».(P. Florenskij)
FILOSOFI LUNGO L'OGLIO
venerdì 24 luglio
Gerolanuova di Pompiano(Bs)
La conferenza inizialmente prevista a Gerolanuova di Pompiano presso Villa Feltrinelli si terrà sempre a Pompiano presso la Peschiera (dietro al Comune).
In caso di pioggia presso l'Auditorium della BCC di Pompiano e Franciacorta, Piazza Sant'Andrea 2.
ALDO MAGRIS - DESTINO E LIBERTÀ
Aldo Magris èprofessore di Filosofia della religione all’Università di Trieste
«Essere ben destinato da un dio, per l’uomo è il massimo ». (Bacchilide)
LE SERATE
BERNHARD CASPER
SUL SENSO DEL NOSTRO CORPO
Sala Conferenze Museo Santa Giulia - Brescia
«Prima di essere uno spazio geometrico, prima di essere l’ambiente concreto del mondo heideggeriano, il luogo è una base. Perciò il corpo è l’avvento stesso della coscienza. Non è affatto una cosa. E non solo perché è abitato da un’anima, ma perché il suo essere appartiene all’ordine dell’evento e non del sostantivo. Esso non si pone, è la posizione. Non si situa in uno spazio già dato – ma è l’irruzione nell’essere anonimo del fatto stesso della localizzazione».
Emmanuel Lévinas, Dall’esistenza all’esistente
JEAN-LUC NANCY
CORPO IN QUANTO SCENA
Castello di Padernello (Bs)
«Il corpo è l’estensione dell’anima fino all’estremità del mondo e fino al confine di sé, l’uno nell’altra, intricati e indistintamente distinti, estesi, tesi fino a spezzarsi».
Jean-Luc Nancy, Indizi sul corpo
Rav Giuseppe Laras
LA FISICITA' E L' EBRAISMO
Filanda di Soncino
«È meglio essere in due che da soli… Se cadono, uno solleva l’altro, ma se è lui a cadere, non ci sarà un secondo a rialzarlo. Se due dormono assieme, si riscaldano; ma chi è solo, come farà a riscaldarsi?».
Qoheleth 4, 9-11
Maria Rita Parsi
Il corpo delle donne
Palazzo Martinengo – Orzivecchi (Bs)
«Accettare la propria fragilità può essere, per i maschi una liberazione; può essere il primo passo verso una straordinaria rivoluzione sociale e umana. (…) Può far loro riconoscere “l’?invidia del Grembo materno”, primaria grotta ‘amore (ma, a volte, anche di odio!) uscendo dalla quale sono nati al mondo “maschi” e già fisicamente segnati dalla perdita di quel “Paradiso terrestre”, già “derubati”, di quell’Eden originario che è il corpo della donna-madre-dea. Infatti nella “Grotta Grembo” della madre che, per nove mesi, li ospita costruendo i loro corpi fino alla completezza, albergano maschi e femmine. Poi quel contenitore in penombra, quel paradiso terrestre sospeso nel vuoto, quel luogo certamente idilliaco “se la madre non soffre”, laddove protetti, ancora non sono a conoscenza della paura, della fame, del freddo, dell’angoscia di morte, si fa stretto. Le pareti rifiutano d’essere più a lungo ospitali; le acque si rompono e si nasce. Si nasce in tanti modi, dolorosissimi o teneri, rischiosi o sublimi. Si nasce maschi o femmine, ma la cosa è incommensurabilmente diversa».
Maria Rita Parsi, Fragile come un maschio
ADRIANO FABRIS
Il corpo umano e le macchine: interazione e/o integrazione
Piazza Vittorio Emanuele – Orzinuovi (Bs)
«La singolarità rappresenterà il culmine della fusione tra il nostro essere e la nostra intelligenza biologica e la nostra tecnologia. Il risultato sarà un mondo ancora umano, m che trascenderà le nostre radici biologiche. Non ci sarà più distinzione, post-singolarità, fra uomo e macchina, o fra realtà fisica e realtà virtuale. Cosa potrà rimanere inequivocabilmente umano in un mondo simile? Semplicemente una caratteristica: la nostra è la specie che mira ad estendere le proprie capacità fisiche e mentali oltre le sue limitazioni».
Ray Kurzweil, La singolarità è vicina
SALVATORE NATOLI
Corporeità soggettività relazione
Azienda Le Vittorie – Villachiara (Bs)
apertura inaugurale con l'esibizione del Coro "Rocca San Giorgio" direttore: Maestro Bruno Provezza
«Il corpo non è dunque altro dalla mente, ma si configura come alterità a partire dall’indeterminazione della mente, è conseguenza del fatto che è impossibile per la coscienza risolversi per intero nella trasparenza. Se la mente vuol divenire trasparente a se stessa deve sapere tutto di sé e perciò deve muovere alla conquista del corpo, coglierne i minimi moti, padroneggiarsi, padroneggiandolo».
Salvatore Natoli, La felicità
MASSIMO GIULIANI
Cortile della Sinagoga – Ostiano (Cr)
«A chi ama la propria moglie come il proprio corpo e la onora più del proprio si applica il verso "e saprai che la pace sta nella tua tenda"».
Tb. Yevamot 62B, Giobbe 5, 24
con la probabile partecipazione di Amos Luzzatto
Il corpo come espressione individuale
«In tre cose un essere umano si distingue dal suo simile: nella voce, nell'aspetto fisico, nella coscienza».
Talmud Babilonese, Sanhedrin 38a
MASSIMO DONA'
CORPO IMMORTALE?
Fondazione Morcelli Repossi
Via B. Varisco, n. 9 - Chiari (Bs)
«L’uomo è l’unico essere che dice ‘io’ e che, forse, è capace di pensare ‘io’. Tutti parliamo dicendo: io dico, io faccio, io penso. E sappiamo cosa diciamo. Anche io dico ‘io’, e so che cosa intendo.
Talvolta tiro in ballo il concetto di coscienza, perché sento di potermi quasi sempre identificare con la mia coscienza, sia di me stesso che del mondo.
Io vivo certamente nel mondo, nel mio corpo e col mio corpo. Ma che rapporti ho con il mio corpo? Con il mondo? Con me stesso?».
Edoardo Boncinelli, Mi ritorno in mente
PAOLO BECCHI
Corpo morto o quasi morto…
Villa Feltrinelli - Gerolanuova di Pompiano (Bs)
«La mia identità è l’identità dell’organismo intero e interamente individuale, anche se le funzioni superiori della persona hanno la loro sede nel cervello. Come potrebbe altrimenti un uomo amare una donna e non semplicemente il suo cervello? Come potremmo perderci osservando un volto? Essere toccati dall’incanto di una figura? E il volto, la figura di questa persona, e di nessun’altra al mondo».
Hans Jonas, Morire dopo Harvard
IL CORPO - comunicato stampa
Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le attività culturali e della Regione Lombardia prende il via la V edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio incentrata sul tema del corpo e in programma dal 12 giugno al 20 luglio 2010 – passando da cinque a nove incontri, sette nella Provincia di Brescia, due in quella di Cremona. Un progressivo radicamento nel territorio che lascia ben sperare per gli anni a venire e che ci permette di tagliare il traguardo del primo lustro di vita con importanti novità. Tra i Comuni ospitanti vi saranno: Brescia, Chiari (Fondazione Morcelli Repossi), Orzinuovi, Orzivecchi, Padernello (Borgo S.Giacomo), Pompiano, Villachiara, Ostiano e Soncino.
Senza dimenticare, tra gli enti patrocinanti, il Parco Oglio Nord e il Parco Oglio Sud. I relatori saranno, come nelle altre edizioni, di prim’ordine, con la partecipazione di due pensatori stranieri che conferiranno uno spirito internazionale alla manifestazione: Bernhard Casper, per la Scuola tedesca, Jean-Luc Nancy per la Scuola francese. Interverranno inoltre alcuni dei maggiori esponenti della cultura nazionale: da Salvatore Natoli ad Adriano Fabris, da Maria Rita Parsi a Rav Giuseppe Laras da Edoardo Boncinelli a Massimo Giuliani fino a Paolo Becchi. Probabile la partecipazione di Amos Luzzatto. Un carnet di studiosi che in nome del pluralismo del pensiero, delle competenze, delle provenienze – siano esse filosofiche, scientifiche, religiose – crediamo possa costituire un viatico fondamentale per incamminarsi – come il viandante lungimirante in cerca di risposte (e magari del Maestro) – nei meandri di ciò che, apparentemente, ci pare di conoscere – il nostro corpo – ma che, in realtà, resta per tanti aspetti un enigma.
Da prigione dell’anima a res extensa, da mera materia a elemento virtuale, da funzione-mezzo-automa a ciò che è impensabile sciolto dall’unità psicofisica che ci caratterizza, da immagine a icona, da corpo vìolato e abusato a corpo amato e fecondo, da corpo carne a corpo proprio o incarnato, da corpo finito a corpo salvato, da corpo isolato a corpo in relazione, da cadavere a corpo morto o quasi... Una costellazione di significati e di implicazioni – bibliche, etiche, teoretiche, bioetiche, scientifiche, sessuali, neurologiche – che non possono non scalfire il corpo del soggetto contemporaneo.
Di quale corpo si tratta? Qual è, davvero, il nostro corpo al di là di ciò che i media ci “impongono” e al di là delle credenze che nutriamo? Che significa abitare un corpo viverlo agirlo curarlo o, al contrario, misconoscerlo, maltrattarlo, delegittimarlo? Nel rapporto tra anima e corpo o, come oggi si usa dire, tra corpo e mente dove sta – se c’è – la giusta misura? Da queste domande occorre partire e, forse, non ci resta che seguire la figura ideale di quel viandante in cerca di risposte e mettersi sulla strada del filosofo che torna ad animare piazze, castelli, borghi con il dono più grande: la scossa di un pensiero che può illuminare il percorso delle nostre esistenze. Spesso incerte, perlopiù dis-orientate, ma sempre alla ricerca di una svolta.
LA LOCANDINA
La virtù dell’ascolto nella società che divora e commercia Salvatore Natoli a Villachiara per la presentazione del volume, che raccoglie gli interventi dei «Filosofi lungo l’Oglio»
«Viviamo in una società fatta di abilità e non di virtù» - ha esordito Natoli, autore fra gli altri di un noto «Dizionario dei vizi e delle virtù» per Feltrinelli -, che non sempre però è sufficiente, come dimostra quanto accaduto nella finanza internazionale. Nella tradizione filosofica la virtù è capacità di. fare il bene, ma, a partire dalla modernità, questa oggettività diventa difficile poiché il contesto è polivalente e non univoco. Siamo in un mondo fatto di emergenze, contingenze, improbabilità: non sappiamo più cos’è il bene e dobbiamo trovarlo. Una prima misura della virtù è rappresentata quindi dalla conoscenza e dalla saggezza, intese come attitudine a governarsi e a capire come stanno le cose».
Negli interventi raccolti nel volume, i relatori hanno affrontato il problema proposto a partire ciascuno dal proprio punto di vista. La psicologa Maria Rita Parsi ha tracciato la distinzione fra «sentire» ed «ascoltare». Il filosofo della religione Casper si è soffermato sulla condizione dell’uomo «disorientato» e la sua ricerca della vera libertà. Laras, rabbino capo di Milano, ha parlato di due modi di vivere l’esperienza concreta di fede: il «servizio per amore» e il «servizio per il timore». L’analisi del concetto di virtù involge anche il tema della relazione con l’altro. Natoli indica tre forme possibili: il legame dettato dal desiderio, che si trasforma nel «divorare» l’individualità altrui; una forma «più sofisticata e mediamente borghese», consistente nel « commerciare» reciproci favori ed interessi; il «donarsi all’altro», come possibilità di incontro e dimensione alta dell’amore un una chiave di lettura laica del Cristianesimo).
«Nella relazione d’ascolto decisivo è il silenzio - dice Natoli -. Oggi invece ce il dibattito sempre: una voce sull’altra e nessuno si ascolta. Inoltre l’obbedienza, vista non come mero eseguire, ma un prendere totalmente sul serio le parole dell’altro come se fossero un comando. Obbedienza e silenzio sono due virtù che permettono il riconoscimento dell’altro in quanto altro».
Nell’epoca contemporanea non dirado si sono ricreati conflitti di virtù e valori, sfociati in drammi storici. Natoli mette in guardia contro ogni estremizzazione che liberi la potenza - «feconda o distruttiva» - albergante in ciascuno di noi: in fondo, come sosteneva Aristotele, la virtù risiede nel “giusto mezzo” e quel che conta davvero è la dimensione pragmatica dell’operare.
Il Festival dei filsofi lungo l’Oglio a Orzi Patronato di Napolitano
Lo ha comunicato, con un telegramma inviato al presidente dell’associazione culturale Filosofi lungo l’Oglio e direttore scientifico del Festival, Francesca Nodari, il segretario generale della Presidenza della Repubblica Donato Marra. Il messaggio, che annuncia la concessione dell’alto Patronato, rivolge l’augurio per il successo della manifestazione.
«Si tratta di un riconoscimento - dice Nodari - che conferisce ulteriore prestigio a questa manifestazione che giunge al suo primo lustro di vita con in serbo un carnet di pensatori di caratura internazionale. Riconoscimento che ci onora e che ci sprona a credere sempre più in un Festival che fa del rigore intellettuale e della serietà scientifica i suoi caratteri costitutivi».
Orzinuovi. Prenderà il via il 12 giugno con una lezione di Bemhard Casper ‘Filosofi lungo l’Oglio’
I filosofi lasciano Odissea
La notizia è stata ufficializzata lunedì sera durante la presentazione di Destino.
ORZINUOVI — ‘Filosofi lungo l’Oglio’ si separa da Odissea. La notizia è stata ufficializzata lunedì sera nella sala Belvedere della rocca San Giorgio durante la serata culturale per la presentazione del volumetto ‘Destino’, curato da Francesca Nodari, che riassume il tour filosofico 2009. Cinque tappe interessanti nella bassa con studiosi, straordinari interpreti del pensiero, del calibro di Vito Mancuso, Maria Rita Parsi, Salvatore Natoli, Sergio Givone ed Aldo Magris, edito dalla Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori. E’ stata Nodari a darne notizia anticipando che il tema centrale della quinta edizione dei ‘Filosofi lungo l’Oglio’ sarà il corpo declinato nelle varie interpretazioni. Gli incontri passeranno da 5 a 9 coinvolgendo nuove realtà del territorio. «La filosofia dice Nodari — fa incontrare gli estremi che poi diventano amici». Splendida l’immagine dell’auditorium della Filanda Meroni di Soncino in occasione della serata con Maria Rita Parsi. Nella presentazione dell’altra sera, l’assessore alla Cultura Paola Cominotti ha ringraziato la dottoressa Nodari a nome dell’amministrazione comunale di Orzinuovi per la possibilità di riflessione offerta al pubblico, ai presenti, su un tema di grande suggestione come quello del destino. La presenza del professor Salvatore Natoli, docente di Filosofia Teoretica alla Bicocca di Milano, ha consentito ai presenti di fare un tuffo fantastico nei vari ‘mondi’ del destino. L’argomento è stato stimolato dalle domandedi Ilario Bertoletti, direttore della casa editrice Morcelliana: «Ci sono diverse interpretazioni del destino, con significati diversi anche opposti. Cos’è il destino nella tradizione greca? ». «L’interfaccia del destino —è la risposta di Natoli—è il caso, dove ciò che per noi non è spiegabile risponde al destino. Una forma di razionalizzazione: più tranquillizzante essere esposti al destino che ad una situazione estemporanea. Di fronte agli eventi che non fossero insensati si è di fronte al destino. Il legameè la coerenza: il destino è particolare secondo la potenza perché l’uomo di fronte al destino è impotente. Se c’è un mandante c’è una coerenza. Noi pensiamo al destino in quello che verrà. C’è una intelligenza di quel che sarà. Non è così per il classici greci dove il peso del passato condizionava il futuro». Alla serata erano presenti alcuni amministratori locali dell'hinterland. Tra questi il sindaco di Soncino Francesco Pedretti con l'assessore alla Cultura Fabio Fabemoli e lo storico Ermete Rossi. Una presenza significativa che evidenzia l'interscambio, la collaborazione tra le amministrazioni comunali della Bassa bresciana con il Soncinasco. Anche il sindaco orceano Andrea Ratti la scorsa settimana aveva preso parte ad una serata culturale tenutasi a Soncino.
20 gennaio 2010 - La Provincia - Gianluigi Colombi
«Il destino? Dipende da noi»
ORZINUOVI.: È stato presentato nella Rocca il secondo volume dei «Filosofilungol’Oglio»
Salvatore Natoli sottolinea come si possa far fronte agli eventi solo potenziando le virtù.
È dedicato al destino il secondo volume della collana che raccogliegli interventi dei relatori al festival «Filosofi lungo l'Oglio», curato da Francesca Nodari, e presentato alla Rocca di Orzinuovi da Salvatore Natoli che della rassegna è un po' il padrino. Edito da La Compagnia della Stampa (costo 12 euro), il pregevole volume raccoglie gli interventi, oltre che di Natoli, anchedel teologo Vito Mancuso, di Maria RitaParsi, Sergio Givone e AldoMagris.
Natoli, sollecitato dalle domande di Ilario Bertoletti, ha ripercorso con la consueta lucidità l'itinerario storico del concetto di destino. «Il destino è unmodo di razionalizzare il caso - ha detto -, perché è più tranquillizzante essere esposti a un destino che al caso ». Richiamando la vicenda di Edipo, Natoli ha spiegato che «non si diventa padroni del proprio destino quando lo si vuole fuggire».
Nella concezione biblica, centrale, a detta del filosofo, è la categoria di libertà, che chiama in causa Dio e l'uomo, legati da un patto di alleanza.«In questa prospettiva l'uomo si gioca il suo destino sulla base della fedeltà o menoall'Alleanza». Nella modernità l'uomo riscopre il suoesserepartedella natura e cerca di emanciparsi dalla necessità e dal destino con la tecnica e la politica, in unaprospettivanonpiùindividualistica ma comunitaria. «Oggi-ha concluso Natoli-abbiamo anche la responsabilità dell'imponderabile, di ciò che avremmo potuto prevedere e non abbiamo previsto».Ed ha ribadito la sua idea di «etica del finito», che non intende tantosuggerire una limitazione dell'umano, bensì una sua rivalutazione nel recupero delle virtù e nel liberare il più possibile quella potenza che ciascuno di noi è.
«La libertà- ha detto Natoli - nasce dalla consapevolezza del vincolo. Adattarsi, in questo caso, non vuol dire rassegnarsi, ma trovare la propriaposizione giusta in un contesto in cui tu hai la potenza di introdurre variazioni, perché se tu capisci che in que lcontesto puoi fare qualcosa, puoi introdurre un cambiamento e sai che è in tuo potere, allora lo fai». Far fronte al destino significa attivare le potenzialità «perché le virtù non sono qualità: sono disposizioni che si irrobustiscono attraverso l'esercizio».
fF.LAR. - Bresciaoggi