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Mercoledì, 24 Giugno 2015 08:31

EVENTI E FAME DI RISPOSTE

Sono due gli eventi che vanno riempiendo di immagine solida la cultura della nostra estate in provincia.

Il primo è la Summer school di Iseo diretta da Riccardo Venchiarutti, giunta alla ventesima edizione che anche quest'anno annovera tra i relatori tre premi Nobel per l'economia e il maggior intellettuale europeo, Zygmunt Bauman, cui si deve 1' analisi più convincente della contemporaneità, la nascita e il consolidamento della «società liquida» che galleggia come fuscello divelto alla mercé delle correnti della storia. In tanti anni sono passati da Iseo decine di Nobel e tutti ma proprio tutti i docenti più famosi delle facoltà economiche internazionali. Ad ascoltarli anche quest'anno settanta laureati di trenta Paesi e di trenta diverse università, dalla Cina all'Australia. Dei giovani che hanno frequentato la Summer school iseana e dei quali l'istituto aggiorna le schede individuali molti sono oggi nei grandi centri della finanza, prestigiosi manager o autorevoli docenti e ricercatori.

L'altro, più iovane ma ormai consolidato evento è il Festival Filosofi lungo l'Oglio che Francesca Nodari ha allevato con passione e intelligenza fino ad annoverarlo negli itinerari d'obbligo degli incontri di genere. Anche quest'anno i relatori sono gli stessi che si incontrano nelle grandi kermesse culturali, e c'è un affollamento che riempie chiese e teatri, edifici monumentali e piazze storiche lungo i centri che incrociano il percorso dell'Oglio in una provincia periferica e considerata, a torto, pigra, indifferente, amorfa. Al contrario si svela qui una utenza che non era mai stata avvicinata, un serbatoio di cittadinanza che attendeva solo di essere sollecitato.

E dunque, per entrambi, qual è la chiave del successo e della lunga sopravvivenza? Le risposte possono essere plurime. A me pare che due elementi siano essenziali e portanti. Il primo riguarda l'ambizione degli organizzatori e quindi il livello alto dei temi e dei relatori. Lo spaesamento, il disagio, il disorientamento della nostra società anche bresciana hanno letteralmente «fame» di qualche risposta non banale, di un orizzonte, di una vista lunga, di un quadro d'insieme. Ed è questo che il pensiero filosofico maturo o l'analisi economica dei primi della classe sanno offrire ad una platea che mostra bisogni così forti quanto inespressi di profondità, di senso delle cose, di indirizzi strategici. La seconda stampella è quella organizzativa. Questi eventi si sono professionalizzati, sono gestiti come imprese di cultura, lontano dalle attività occasionali, dalle attitudini di un localismo confuso, dalle spire di un isolamento nelle ragnatele di provincia.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Tino Bino
  • giornale: Corriere della Sera

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