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Martedì, 23 Giugno 2015 15:46

Nel pane gettato il sintomo di un’epoca malsana

LUDRIANO. Si sta sempre in tanti a pensare nella bella Villa Suardi. I «Filosofi lungo l’Oglio» sono ospitati nelle residenze migliori della loro terra e domenica sera, a Ludriano, dentro una pianura vasta e nobile, tra Chiari e Orzinuovi, appena scende l’ultima luce, la settecentesca Villa Suardi della famiglia Bellini, ascolta il prof. David Meghnagi, docente e intellettuale impegnato nel fecondare relazioni di pace, in particolare il dialogo tra cristiani ed ebrei. Salutato dal sindaco di Roccafranca, Emiliano Valtulini, presentato da una accorata premessa di Francesca Nodari, presidente e direttore della Fondazione dei Filosofi lungo l’Oglio, il prof. Meghnagi ha scelto la riflessione intorno a «Il Pane della Sofferenza».

Il primo dolore si legge nella sparizione del pane, dice, nella sua elimina- zione. Ieri il pane si divideva, oggi si butta, un tempo la sovraproduzione era un bene, oggi viene gettata via per non turbare il valore del mercato. Il patto con la natura è stato stracciato, da tempo sono apparsi i sintomi di un’epoca malsana. La bulimia e l’anoressia sono i sintomi del consumismo, sottolinea il relatore, rappresentano la condensazione su una persona di un disturbo collettivo. In passato. Nell’Ottocento, fu l’isteria, soprattutto quella femminile, il disturbo dell’epoca. Quindi si comprese che l’isteria era legata a una società sottoculturata, alla repressione dei costumi. La donna entrò nel mondo del lavoro e l’isteria si affievolì. Meghnagi non concorda con Leopardi, convinto di una natura matrigna. La natura in sé, ripete, non è matrigna, soltanto dobbiamo farcela amica. Il cibo, la sua comprensione, il suo uso, diviene il simbolo più alto della relazione umana. Il relatore si congiunge al pensiero di Enzo Bianchi sulla spiritualità liberatrice e rivoluzionaria del pane. Il Priore di Bose ad Orzinuovi, qualche giorno fa, esortava alla maniera in cui esorta Meghnagi qui a Ludriano. Qui e di nuovo c’è un’idea di alimentazione, di farsi del bene. Si sente, nel silenzio che protegge le parole del professore di psicologia clinica, che è meglio cambiare, riscoprire il pane, l’insieme delle relazioni.
Scegliere. Serve scegliere. Scegliere la famiglia come luogo della divisione del cibo, il rituale dell’incontro e della conversazione, la lettura dei visi, la comprensione dei figli, la registrazione dei movimenti molecolari che li trasformano. Se non siamo insieme, fermi alla tavola con l’uso del pane e la gioiosa aria del sentirsi accanto, allora entra in campo la solitudine, la noia come movente delle frustrazioni, la noia prima camera della violenza. Il pane, idealmente, adesso sta al centro perfetto di Villa Suardi Bellini, come se ognuno si osservasse nello sguardo, toccasse lo stesso pane, si convincesse della straordinarietà rituale e alimentatrice di questo «Festival dei Filosofi», alimento della mente, vissuto alla maniera di David Meghnagi, allorché allude al riposo, alla pausa per riprendersi, al riconoscimento di un’eguaglianza nel riposo tra l’uomo e Dio. Si guadagna l’uscita dalla depressione, dal finire in un angolo, ci si libera dai dormiveglia ottundenti sui divani domenicali della televisione, soltanto nutrendo la mente, alimentando le relazioni. Appena l’età avanza, nel tempo della pensione, aumenta la necessità di nutrire la mente. Siamo animali che hanno bisogno di ricordare - conclude il relatore - col passare degli anni il ricordo è la nostra casa. Esce l’eco di quel «Non abbiate paura» di Giovanni Paolo II, che congiunge l’umanità. Per dire che i fratelli cristiani ed ebrei si danno la mano a Villa Suardi e guadagnano le loro case, riaccesi di pace e di speranza.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Tonino Zana
  • giornale: Giornale di Brescia

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