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Giovedì, 11 Giugno 2015 08:40

De Masi: «Depressi e disorientati? Manca un modello di riferimento»

CHIARI. L'analisi del sociologo Domenico De Masi al Festival Filosofi lungo l'Oglio l'altra sera, a Chiari, è lineare, linguaggio diretto e semplice, tono deduttivo.

Dunque, la società mondiale , non solo italiana, è depressa e la causa di tale depressione si riferisce al disorientamento umano, I1 disorientamento dipende dall'assenza di un modello di riferimento su cui si è sempre basata ogni società. La nostra mancanza di coraggio ci toglie l'energia e lo spirito per proporre un modello chicchessia, meglio il peggior modello che una sua assenza totale e globale. Segue approfondimento e una conversazione «lunare», inattesa e molto bella. Da Brescia a Chiari da Orzinuovi a Cologne, da Palazzolo alle cascine padane, piace ragionare, stare insieme, rompere il dispositivo dell a noia. I clarensi sono organizzati, patrocinio del Comune, raddoppio morale della Fondazione Morcelli Repossi, la presidente Ione Belotti, citata e coccolata. Giustamente. Il salone Marchettiano, residenza di lusso per fibruno tempo, ìl cortile della Fondazione Morcelli Repossi, per la sera del caldo padano. Domenico De Masi, sociologo noto e di ottimo spirito conversativo, finisce di firmare il suo libro «TAG. Le parole del tempo» verso la mezzanotte e mezza, al Marchettiano scelto per l'ambiguità di un temporale con poca pioggia e molti lampi.

Delle centinaia di persone del Festival Filosofi lungo l'Oglio non si sgancia nessuno e la platea torna a casa nella notte fonda. Spettacolo su cui riflettere. La presidente Nodari. La presidente della Fondazione dei Filosofi, Francesca Nodari, osserva le teste da piccolo grande «stadio» accanto all'assessore alla Cultura, Laura Capitanio. «Folto» il club del nostro giornale, con il vicedirettore Claudio Baroni (che gioca in casa) e Roberto Bernardo (in trasferta dalla città). Dicevamo, l'analisi del prof. Domenico De Masi risulta appetibile e esposta in termini popolari. Cosa ci sta succedendo: siamo grandi e grossi, longevi, con un Pil sghembo e però nonfratturato, eppure ci sentiamo senza equilibrio. Da dove vengono la depressione e il disorientamento? Per De Masi, la causa è la mancanza di un modello di riferimento. Esempi storici: l'Atene di Pericle sì fonda sul modello di Protagora, l'Unità d'Italia sul modello cavouriano, il leninismo sul modello. di Marx e Engels, i valori dei diritti civile borghesi dalla rivoluzione francese. La nostra società planetaria, invece, è senza modello di riferimento, «tipo Positano» costruita aggiungendo pezzo su pezzo, ma senza fondamenta e un disegno di riferimento. Vale sempre l'adagio di Seneca: «Nessun vento è favorevole per nessun marinaio che non sa dove andare». Papa Francesco. Domenico De Masi esemplifica.

L'unico modello di riferimento viene da Papa Francesco, sostiene; Obama, per esempio, non ha un modello di riferimento. Per non dire della mappa mentale di Matteo Renzi, ironizza De Masi, che si estenderebbe da La Pira a Briatore, dalla Nutella alla Fiorentina calcio. De Masi è bravo, ma si allarga troppo, via. Però si concede l'ironia con un'autocritica profonda: il modello di riferimento manca non per colpa della politica e dei politici, ma per colpa maggiore e centrale degli intellettuali (tra cui ci sono i giornalisti), i quali non hanno fornito un pensiero compiuto. Un modello di riferimento o più modelli di riferimento. La colpa è anche e soprattutto degli intellettuali, che non hanno avuto coraggio La sintesi. II relatore propone una sorta di sintesi tra parti dei migliori modelli di riferimento. Più facile a dirsi che a farsi. Comunque una sortita dignitosa. Da qui si continua a ragionare, insieme, fino a notte fonda.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Tonino Zana
  • giornale: Giornale di Brescia

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