Skip to main content
Sabato, 13 Settembre 2014 18:57

«Protagonisti, anche a costo della vita»

Protagonismo è il titolo della lectio magistralis che Michela Marzano, professoressa di Filosofia morale e Direttore del Dipartimento di Scienze sociali all’Università Paris V René Descartes, terrà oggi alle ore 16.30, in Piazza Garibaldi a Sassuolo nell’ambito del Festivalfilosofia che quest’anno ha come tema La Gloria.

Professoressa Marzano, Emile Cioran scriveva che il bisogno di gloria deriva da un senso di totale insicurezza. Cosa ne pensa?
Il problema, secondo me, è duplice.Da un lato,viviamo ormai in una società in cuil e parole chiave sembrano essere visibilità, notorietà, divismo, spettacolarizzazione. Come se l’unico modo di esistere fosse quello di essere visibili e noti. Forse è per questo che,pur di essere visibilie acquisire notorietà, sono sempre più numerose le persone disposte a qualunque compromesso. È il trionfo dell’individualismo spettacolare: «Esisto, sono importante e dovete credere a quello che vi dico, perché ve lo dico alla tv, ve lo ripeto su twitter, lo annuncio su facebook». Dall’altro lato, come dice molto giustamente Cioran, siamo in un’epoca in cui predomina la sfiducia e quasi chiunque cerca conferme continue circa il proprio valore. Mentre in realtà, il successo e la gloria vanno e vengono, esattamente come la visibilità. A differenza del nostro valore che, essendo intrinseco, non dipende mai dagli sguardi che gli altri posano o meno su di noi.
Il protagonismo sembra ormai rappresentare una delle caratteristiche del nostro tempo. Eppure, come lei scrive in «L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore» (Utet2013), vincitore del Premio Bancarella 2014, «L’amore nasce dal dettaglio. Perché lui? Perché lei? Nessuna spiegazione razionale.(...) L’amore comincia con i dubbi e con le imperfezioni...».
Quello che cerco di raccontare in «L’amore è tutto» è che l’amore, quello vero, è sempre sinonimo di autenticità e di riconoscimento.Quell’autenticità e quel riconoscimento che si conquistano quando si smette di volere, di pretendere, di cercare, di recriminare. Quel sentimento di benessere che ci invade quando capiamo che, anche se non siamo perfetti,è proprio con noi che "lui"o "lei"vogliono vivere. Amare significa imparare ad attraversare quel vuoto che ci si porta dentro, senza chiedere all’altra persona di riparare le nostre ferite. Amare significa imparare ad accettarsi come si è, senza più sforzarci di essere quelloche"dovremmo essere". Imperfetti e pieni di manie. Difficili.Talvolta anche insopportabili. Sapendo che l’altro non ci apparterrà mai nonostante gli sforzi che possiamo fare per tenerlo sempre accanto a noi. Vincolati ad un desiderio che è sempre desiderio di altro, rispetto a ciò che una persona ci può dare.
La volontà di perfezione è molto spesso all’origine dei disturbi alimentari, tema che lei ha toccato personalmente e raccontato in «Volevo essere una farfalla». Nelle righe finali scrive:«Non sono più irreprensibile (...) È forse l’unica cosa che ho veramente capito: nella vita non si può fare altro che accettarsi. Ed essere indulgenti. E perdonarsi». Nasce da qui il suo impegno per la proposta di legge che prevede il carcere per chi crea o gestisce i siti "Pro-Ana" (pro anoressia)?
La ratio della legge è prima di tutto la prevenzione e la diagnosi precoce dei disturbi alimentari. Si cerca anche però una soluzione di fronte al moltiplicarsi dei siti "pro-ana". Alcuni di questi siti promuovono la «magrezza ad ogni costo» e celebrano il raggiungimento dei 35 chili di peso come ideale e conquista; altri hanno lo scopo di «aiutare gli altri a raggiungere i propri obiettivi, ossia la perfezione» indicando come eliminare il senso di fame; altri ancora spiegano come procurarsi il vomito dopo aver mangiato e come continuare a perdere peso. Chi si ritrova in questi siti, non lo fa per caso. Li cerca. Li seleziona. Ci si impantana. Dietro la proposta di legge che ho presentato, c’è la volontà di attirare lo sguardo sulla necessità della prevenzione e della diagnosi precoce. Ma c’è anche la consapevolezza del fatto che alcuni siti sono veramente pericolosi. Quando ero io che mi ritrovavo impantanata nell’anoressia - tanti anni fa - questi siti non c’erano ancora. Se ci fossero stati, però, ci sarei andata anche io. Li avrei studiati e scandagliati. Avrei trovato consigli e ricette. Mi sarei convinta che andava tutto bene, e che dovevo solo sforzarmi di più, per essere più magra, per essere più perfetta.
L’anoressia non è causata da questi siti che insegnano a dimagrire, che possono però aggravare la situazione?
Non c’è nessun colpevole dietro i sintomi dei disturbi del comportamento alimentare. Ma anche in assenza di colpevoli, ci sono tante vittime. Che devono essere prese in considerazione. E che non possiamo abbandonare in balia di siti strumentali che, pur non essendo affatto la causa, l’origine dei disturbi sono però al servizio della sofferenza e della morte.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Francesca Nodari
  • giornale: Giornale di Brescia

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...