Oggi accade sempre più frequentemente che i responsabili delle risorse umane chiedano al candidato non solo quali siano le sue competenze, ma che cosa lo appassioni sul serio; molti datori di lavoro lamentano il fatto che i giovani dimostrino scarsa passione per il ruolo per cui si candidano, interessati soltanto all'ammontare del loro stipendio. Poiché si è represso il sentimento di fronte alla crescente meccanizzazione della vita, non si prova più alcuna passione per i valori, per la propria professione. Si ha bisogno di un'ebbrezza artificiale. Sono queste, se così possiamo dire, le premesse de: Il fuoco dentro. Vivere con passione, un libro scritto a quattro mani da Anselm Griin con Hsin-JuWu per mostrare l'energia creativa e la forza spirituale che anima ogni passione autentica.
Nel1996 Georg Popp, fondatore della casa editrice Arena di Wiirzburg, scrive un libro che si intitola: Più voglia di vivere, in cui sostiene la necessità di riscoprire la persona appassionata che è in noi poiché «le passioni e gli istinti ci sono dati da Dio affinché la nostravita possa crescere e realizzarsi: se l'uomo non conosce più impulsi, il suo interesse per la vita si spegne». Tommaso d'Aquino la pensava allo stesso modo: le passioni sono forze motrici dell'uomo e hanno «una funzione necessaria affinché l'uomo possa dedicarsi pienamente ai suoi obiettivi evitando il male». E ancora, per Cassiano e Agostino, le passioni sono da considerarsi utili per acquisire virtù. A differenza dei filosofi che seguono Platone e Aristotele, i quali sostengono che le passioni abbiano origine dal corpo, Tommaso mostra come esse nascano dall'appetito sensitivo dell'anima umana. Non sono né buone né cattive. Dipende da come le persone le affrontano: se per risvegliare la vita o per annientarla.
Dello stesso avviso è lo psicoterapeuta Peter Kutter che afferma che una persona senza passioni è una persona malata, insensibile, priva di emozioni e povera di relazioni. Come accendere o riaccendere la nostra passione interiore? È il grande interrogativo cui tentano di dare una risposta gli autori mostrando come le passioni hanno una loro vitalità che condividiamo con gli animali. Sono istinti che ci spingono a vivere. Non possiamo e non dobbiamo sopprimerli, bensì umanizzarli, trasformandoli in forze che migliorino lavita. Il padre del deserto Evagrio Pontico le chiama loghismói, forze motrici dell'uomo che non vanno estirpate, ma con le quali si deve familiarizzare. Insomma, vivere con passione significa fare il proprio lavoro con energia, con entusiasmo, immedesimarsi, essere coinvolti nelle relazioni. Tutto ciò, naturalmente, richiede metodo, disciplina, pratica e saggezza.
Degna di nota è la lettura della passione che muove Mosè, Re Davide, il profeta Elia, gli Apostoli Pietro e Paolo, Maria Maddalena per arrivare a Gesù stesso che dice di sé: «sono venuto a gettare fuoco sulla terra» (Lc 12,49). Del resto, in contrasto con un cristianesimo spiritualizzato, Nietzsche critica, soprattutto, l'interpretazione che ne ha dato Paolo. Ciò che lo infastidisce «è la maledizione delle emozioni, la paura dellabellezza e della sensualità», la condanna delle passioni che rende la vita debole e noiosa. Tuttavia Il filosofo tedesco vede anche un qualcosa di positivo nella religione: è un mezzo contro la monotonia della vita. E, per quanto la sua critica al cristianesimo sia stata spesso eccessiva, questi mette a tema un'importante mancanza: ciò che serve di nuovo è la passione per gli esseri umani.
Nella lunga esperienza di Griin quale guida spirituale, spicca la constatazione scioccante di incontrare sempre più persone che a quaranta o cinquant'anni si sentono come al tramonto della propriavita. Splendido è l'insegnamento che proviene dalla parabola che Gesù racconta nel Vangelo di Luca (15,8-1o) in cui si narra di una donna che possiede dieci dracme e ne perde una. Dieci indica l'integrità della persona, il che significa che ora non si sente più completa, in armonia con sé stessa. Questa donna, non ha perso solo una moneta, ma ha perso il suo centro. Accende la lampada e la cerca «finché non la trova».
Questo presuppone che la passione sia ancora in casa nostra, ma è nascosta da qualche parte. Dove? Sotto gli impegni, le delusioni, le resistenze, gli ostacoli, le difficoltà. Una delle passioni peggiori si chiama accidia. È la passione più distruttiva: sinonimo di svogliatezza, indifferenza, indolenza, pigrizia, stanchezza, fiacchezza. Ora se ne è aggiunta una nuovavariante: l'accidia digitale. Assediati dalle informazioni, passiamo da una notizia all'altra, distraendoci dall'impegnarci davvero in qualcosa. Di contro, la passione è sinonimo di vitalità, è curiosa ed è sempre passione per la propriavita e per la vita degli altri: il suo prerequisito è la relazione. In fondo, come già diceva Hegel, solo le persone appassionate compiono grandi cose. Questo fuoco dentro può renderle attaccabili, ma preferiscono alla freddezza di chi, nascondendosi, rimane spettatore della propria vita, «scottarsi le dita», «coinvolgersi, metterci il cuore e l'anima».
Anselm Grún, Hsin-Ju Wun
Il fuoco dentro. Vivere con passione
Queriniana, pagg. 144