La vita, infatti, si presenta come un equilibrio precario, un cammino sul filo del rasoio in cui l'individuo è costantemente esposto a incertezze e rischi. Ogni giornata porta con sé un insieme di eventi, alcuni attesi, altri imprevedibili, che contribuiscono a definire la nostra esperienza e a mettere alla prova la nostra capacità di adattamento e resilienza.
La condizione affettiva e sociale dell'individuo non è mai statica o definitiva, ma richiede un dialogo costante e un confronto continuo con gli altri e con il mondo circostante. Questa interazione permanente può essere fonte di arricchimento, ma anche di ferite e sofferenze, poiché la relazione con l'altro comporta sempre un rischio. Il rischio, in questo senso, assume una valenza ambivalente: può essere motivo di pericolo, ma anche di crescita e scoperta.
Il contesto Le Breton sottolinea come, soprattutto nelle giovani generazioni, le condotte definite "a rischio" siano spesso l'espressione di una sofferenza interiore, di un disagio che si manifesta attraverso comportamenti che sfidano le norme sociali. Tuttavia, per popolazioni socialmente integrate, il rischio assume un significato diverso: rappresenta una fuga dalle routine quotidiane, un modo per vivere intensamente e per sperimentare la vitalità dell'esistenza. In questo contesto, le attività fisiche e sportive considerate "a rischio" diventano un vero e proprio incantesimo, un modo per affermare la propria forza vitale e la propria libertà.
L'incontro sarà un'occasione preziosa per riflettere su questi temi, per confrontarsi con una visione che mette al centro la complessità dell'esistere umano, fatto di contraddizioni, fragilità e di forza e desiderio di vivere pienamente. Il Festival Filosofi lungo l'Oglio conferma la sua vocazione di spazio culturale aperto al dialogo e alla conoscenza, capace di coinvolgere il pubblico in dibattiti stimolanti e profondi.