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Martedì, 01 Luglio 2025 17:31

Cohen-Levinas e Le Breton, poetiche dell'assenza

Nella mancanza e nello smarrimento si apre la possibilità dell’incontro e dell’ascolto. Una riflessione sul senso profondo del volere e sul tempo frenetico della modernità dove diventa importante accettare il vuoto di sé per cercare la relazione

Assentarsi da sé, ritrarsi dall' urgenza di efficienza, saper stare di fronte al vuoto, anche questo è desiderio. Sembrano concetti in contrapposizione, poiché siamo abituati a pensare al desiderio come elemento detonatore, tuttavia il desiderio per essere tale deve essere inappagato e accettare questa stasi è il primo passo per riappropriarci di esso. L'etimologia della parola "desiderare" deriva dal latino, composta dal prefisso "de" (che indica mancanza, allontanamento) e "sidera" (stella, astro ). Quindi, letteralmente, "sentire la mancanza delle stelle". In sintesi, un ' immagine di qualcosa che non c'è, un'assenza che genera volontà di ritrovamento, per cercare una via durante la navigazione. Siamo perciò in un territorio che si trova a metà con il senso di smarrimento, dove solo attraverso la mancanza si tende al possibile, allo slancio verso un altrove, alla spinta, all'impulso.

È anche a partire da questi temi che la filosofa e musicologa Danielle Cohen-Levinas interverrà a Filosofi lungo l'Oglio giovedì 3 luglio alle ore 21 ad Adrara San Martino (BS), per riflettere di "Io parlo, dunque esisto" in "Variazioni sul pensiero parlante di Franz Rosenzweig e di Emmanuel Levinas".

Anche il noto antropologo David Le Breton parteciperà alla kermesse giovedì 17 luglio alle ore 21 a Roncadelle ( BS ) , con una lectio dal titolo "Esistere: tra forza e fragilità", ma per la prima volta interverrà al festival martedì 9 luglio alle 21 nella cornice di Piazza Garibaldi ad Iseo, a partire dal neologismo "la blancheur", che è «un torpore, un lasciar perdere dovuto dalla difficoltà di modificare le cose». Una fuga da sé, quindi, che è «una ricerca deliberata del poco in un contesto sociale di profusione di oggetti; una passione per l'assenza in un universo segnato da una ricerca sfrenata di sensazioni e di apparenze». Il collegamento tra questi due autori si può scoprire anche in due brevi ma densissimi testi appena pubblicati da Mimesis: quello di Cohen-Levinas si intitola La saggezza del desiderio (pagine 68, euro 10), quello di Le Breton invece Scomparsa del desiderio (pagine 82, euro 10). Ambedue, in qualche modo, rimandano a Platone, per cui il desiderio non mira alla sua soddisfazione, ma a tenere accesa la proiezione delle aspettative di felicità verso ciò che non possediamo.

Dice bene Francesca Nodari nella postfazione a Le Breton, quando spiega le svariate forme di scomparsa che riguardano per esempio gli adolescenti contemporanei, come l'immersione virtuale in termini di astrazione dal mondo, dalla relazione: «Arminio avverte - scrive - che "si rende necessario un radicale ripensamento dell'umano"». «V'è un aspetto della nostra società dell'effimero (Bauman) - continua - che dovrebbe dare da pensare: ci accorgiamo quando, ormai, è troppo tardi dove sta l'"autentica" felicità».

Per desiderare, scrive invece Cohen-Levinas, bisogna essere ispirati, da qui il senso di guardare all'altro, per cercare la felicità nell'incontro, nella relazione: «L'ispirazione, come il desiderio, sono in definitiva delle esperienze poetiche della vita, senza le quali il rapporto dell'uomo con il mondo sarebbe svuotato di ogni contenuto». Tutto ciò, a maggior ragione in una società in cui, come dice Le Breton, si impongono l'urgenza e la velocità: «Non è più sufficiente nascere o crescere, bisogna ormai costruirsi continuamente . [...] Il compito di essere un individuo - conclude è arduo, soprattutto se si tratta di divenire sé stessi». 

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