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Martedì, 27 Luglio 2021 19:17

«Filosofi lungo l'Oglio» L'officina del pensiero lavora già per il futuro

Francesca Nodari Francesca Nodari

Ieri, oggi, domani. Archiviata una sedicesima edizione «di resistenza e ripartenza», entrata nel vivo lo scorso 10 giugno e culminata nel segno di Maria Rita Parsi, il festival «Filosofi lungo l'Oglio» guarda già avanti. Com'è ritualità ormai da anni, proprio in concomitanza con la chiusura della rassegna (quest'anno dedicata al tema «Eros e Thnatos»), la direttrice scientifica Francesca Nodari ha annunciato la parola chiave che caratterizzerà l'edizione in prospettiva targata 2022: «Dire io».

Una scelta così motivata dalla stessa Nodari: «Oggi l'individualismo, o meglio la sua versione deformata ed esasperata, è soggetto a severa critica. Si lamenta dell'individuo non il suo essere indivisibile e unico, ma il suo presentarsi come autocentrato, il suo pensare soltanto a se stesso. Alle analisi descrittive di questo fenomeno, ritenuto recente e legato a modelli di vita e a supporti tecnologici della tarda modernità, si aggiungono ondate di commenti negativi che ne valutano sfavorevolmente gli effetti. Ci siamo abituati a vivere in maniera individualistica, si nota con tono di rimprovero.

Nel mondo del lavoro e in campo economico ci comportiamo ci viene rinfacciato come se fossimo tanti Robinson Crusoe su isole solitarie che di tanto in tanto salgono sulla canoa per pagaiare fino all'isola vicina e scambiare banane con noci di cocco. Non si fanno figli su quelle isole fortemente individualizzate perché si pensa soltanto a se stessi, alle proprie comodità e alla propria realizzazione personale; vi si pratica infatti l'idolatria dell'io, l'idolatria per cui tutto deve essere fatto in relazione a me. Ma che cosa ha a che fare tutto questo con l'individualismo? Perché ha iniziato a imporsi la valutazione negativa di un fenomeno, la concezione individualista, che ha portato una straordinaria spinta nella direzione dell'autonomia, dell'eguaglianza, della democrazia e dei diritti?».

A queste e molte altre domande il festival proverà a dare una risposta tenendo fede alla sua vocazione itinerante, scandita quest'anno da 25 incontri che hanno toccato una ventina di comuni, con tappe cittadine a Brescia, Bergamo e Cremona. Contestualmente, è stato annunciato anche il vincitore della decima edizione del premio internazionale di filosofia «Un libro per il presente», assegnato a Eva Cantarella per «L'amore è un Dio» (Feltrinelli, 2007): la premiazione il 25 novembre a Romano di Lombardia. «Il festival conclude Nodari si è rivelato sempre più come un appuntamento atteso e, in un certo senso, considerato necessario per saziare il bisogno di conoscenza e insieme per la possibilità offerta di fruire di strumenti utili per alli ontare il nostro presente». E cogliere i segni del futuro. «Da qui l'urgenza di sondare tutte le implicazioni contenute nell'espressione "dire io", oggi nel tempo pandemico, oggi dinanzi a un io sempre più tracotante, in un mondo in cui le disuguaglianze sono in costante incremento, i legami sono messi in scacco da una società liquida che riduce persino gli affetti a un fast-food quotidiano. E questo mentre il virtuale avanza senza posa, l'indifferenza diventa imbarazzante e i punti di riferimento sembrano schiacciati sotto l'imperialismo di un presente continuo che rende irraggiungibile, forse utopico, l'avvenire».



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