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Martedì, 05 Luglio 2016 07:24

«L'esilio dei filosofi spagnoli non fu un voltare le spalle, ma luogo per ripartire»

Armando Savignano premiato per il volume sui pensatori iberici del ventesimo secolo.

ISEO. L'ultima aria di Christo non arriva all'Iseolago Hotel per la preponderanza del pensiero filosofico sul godimento da passerella. Da cinque anni, sempre alle 18, la giuria dei Filosofi lungo l'Oglio premia il libro del pensatore. Quest'anno è il testo del prof. Armando Savignano, ordinario di Filosofia morale all'Università degli studi di Trieste.

Il suo volume, «Storia della filosofia spagnola del ventesimo secolo», edito dalla Morcelliana, l'altro pomeriggio è stato applaudito dai colleghi, dal presidente Carlos Diaz, esponente del Personalismo spagnolo, da Massimo Donà, da MarcAugé e da Francesca Nodari, presidente della Fondazione Filosofi lungo l'Oglio. Cinque anni fa il primo premio toccò al prof. Bernard Camper, quindi a Yanna Ras, poi a Paolo De Benedetti, l'anno scorso a Marc Augè e quest'anno, appunto, a Armando Savignano. «Secondo Platone, la filosofia rende amici» cita Francesca Nodari ed è subito affiancata da un'amica fedele al festival, Anna Maria Gandolfi, consigliera di Pari opportunità che porta il saluto delle donne bresciane in questa domenica calda di emozione, espressa in un silenzio di stima da parte del prof. Carlos Diaz, figlio di quell'identità spagnola filosoficamente incerta, accusata di «un disparte» giusto e ingiusto, ora aperta a riprendere un cammino tagliato a metà dalla guerra civile. Diaz apre la laudatio con riferimenti generali ai principi base dello studio e della ricerca, invitando a disperdere i semi dell'invidia, «se parlano male di te rispondi che non conoscono tutti i tuoi vizi», che vale la pena di insegnare dilettando, tenendo conto delle cose gravi e delle cose leggere, lontani dall'obbligo di rincorrere l'impossibile, con l'esempio del prof. Savignano, il quale ci ricorda che soltanto l'essere umano vive il tempo come storia allorché fa cultura, nonostante l'incertezza riguardo alla necessità di accelerare l'esecuzione dei compiti, sostenuti dalla speranza di stare in un posto giusto. Diaz d'accordo con Savignano e con Donà: la filosofia è storia della filosofia e viceversa, non abbandona chi la segue. La filosofia è come il fascino nei confronti dell'archeologo, sempre più ammirato e seguito dalle persone man mano si diventa vecchi. La storia della filosofia di Savignano, riflette ancora Carlos Diaz, racchiude in sé l' apologo di Cervantes, personaggio caro al premiato, quando scrive che lo stolto rimane a lungo seduto su un formicaio, poco il saggio. Francesca Nodari offre la targa del premio al prof. Savignano e sottolinea la bellezza del suo dono, questo suo arricchire la storia del pensiero filosofico senza chiedere nulla in cambio. Il docente di Filosofia morale apre all'ironia, dice, «il mio libro è il migliore perché è l'unico uscito sulla storia della filosofia spagnola», rivolge un ringraziamento speciale alla presidente Nodari, aggiorna su un nuovo slancio dei giovani dell'Erasmus nei confronti della storia della filosofia ispanica. Nel suo libro, il prof. Savignano cerca di spiegare l'infondatezza del giudizio critico di una certa intellettualità riguardo a una Spagna che sarebbe rimasta estranea al disorientamento della ragione del Novecento. L'esilio di tanti pensatori ha costruito un ponte, spiega il relatore, un dialogo ininterrotto tra le due sponde della Spagna, oltre l'oceano Atlantico con il mondo sudamericano e con l'Europa della libertà nonostante la tragedia del franchismo. Il livello del pensiero spagnolo si interrompe con la guerra civile per via dell'esilio, i fantastici e tragici anni Trenta registrano un andarsene dei filosofi spagnoli, che non è stato un voltare le spalle, invece la ricerca di un luogo da cui ripartire, dove patire un livello di sofferenza in grado di affinare l'essere del pensatore e la natura viva della sua riflessione. Il lievito dell' altezza pensante si impastane' patire. Qui, l'esilio di Savignano diviene purificazione, la crescita rilevante fino «all'ontologia terrena» della persona. In esilio, scriverà Savignano nel suo libro «Storia della filosofia spagnola del Ventesimo secolo», i filosofi di varie tendenze culturali e politiche si ritroveranno in un'adesione alla legalità repubblicana fino a costituire un governo repubblicano lontano dalla Spagna.

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