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Venerdì, 17 Giugno 2016 00:39

Zamagni: La gratuità nella sfera pubblica

Una lezione magistrale appassionata di Filosofia economica, con un appello finale alla responsabilità degli uomini. È quanto svolto da Stefano Zamagni il 9 giugno scorso nella sede di Confartigianato nell'ambito del Festival dei Filosofi lungo l'Oglio, quest'anno dedicato alla "Gratuità':

Titolo della lezione di Zamagni "Perché la seconda modernità ha cancellato la categoria del dono?". Zamagni, che non è solo uno dei maggiori economisti contemporanei ma è stato anche uno dei principali collaboratori di Papa Benedetto XVI nella stesura dell'enciclica Caritas in Veritate ed è membro ordinario della Pontifica Accademia delle Scienze, ha aperto la sua lezione spiegando che gratuità non vuol dire gratis, che vale zero. Al contrario la gratuità ha un valore immenso, infinito. Il più grande errore della modernità economica, secondo l'economista, è stato relegare la gratuità nella sfera individuale, cancellandola da quella pubblica, dove contano solo leggi, regole e contratti, che da soli, però, non bastano. Per questo secondo Zamagni è necessario inserire la gratuità nella sfera pubblica, superando il contrasto tra Platone, "se facciamo le cose giuste arriverà anche il bene", e Aristotele, "se ricerchiamo il bene, faremo le cose giuste" perché "la giustizia se non è finalizzata al bene diventa giustizialismo". Per spiegarlo ha raccontato la parabola paradossale degli 11 cammelli da dividere per due; impossibile fino a che gratuitamente non è arrivato in dono il dodicesimo. "Le regole della giustizia non bastano a garantire la pace, quelle del bene si". La giustizia serve, ma non è sufficiente. Chi ha donato il dodicesimo cammello ci ha guadagnato in relazioni e in beni. Nella società di oggi prevale, invece, lo scambio, che persegue l'interesse. Ma non ci si può ridurre solo a un rapporto di cambio: soldi, affetto, beni: ci si inaridisce. In famiglia, nella società, nel mondo del lavoro e dell'impresa. Anche in economia ci vuole relazione e reciprocità. Anche nelle regole di distribuzione della ricchezza. "Negli ultimi 40 anni la ricchezza è aumentata, ma è aumentata anche la disuguaglianza. Come è possibile?" Una volta la povertà esisteva, perché non c'erano risorse per tutti. Oggi è diverso. C'è più ricchezza, ma qualcuno la trattiene. Manca anche il lavoro. "Che non è solo un diritto. È un bisogno. L'uomo ha bisogno di lavorare anche per realizzarsi. E i bisogni non possono essere sospesi". Aver cancellato la gratuità e introdotto lo scambio di denari e interessi quale metro principale di vita ci presenta il conto. Zamagni ha concluso citando lo scrittore Robert Merton: "Il tempo galoppa, la vita ci può sfuggire o come sabbia o come semente : Sta a noi decidere se diventare testimoni di bene e buoni seminatori.

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