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Lunedì, 06 Luglio 2015 07:54

Al libro di Marc Augé «Le nuove paure» il premio del Festival

ISEO . L’Oglio sfocia nella sala Franciacorta dell’Hotel Iseo Lago. La geografia del fiume, nella sera presto di ieri, viene scombussolata per mettere ai piedi del pensatore Marc Augé il quarto premio internazionale dei Filosofi lungo l’Oglio.

La Laudatio viene esposta dal presidente-direttore del Festival, Francesca Nodari. La festa è per il grande etnologo e antropologo. Viene premiato per il suo libro, «Le nuove paure».

Il premio. La commissione giudicatrice è unanime, (Natoli, Bertoletti, Fabris, Nodari, Savignano, Parsi, Chiappini, Luzzatto). I saluti scaturiscono da una condivisione sincera per i risultati brillanti del Festival da parte del Viceprefetto Vicario, SalvatorePa- squariello,«conosco il viaggio del Festival, ho vissuto la sua trasformazione in Fondazione, credo che la cultura sia il nostro petrolio, peraltro rinnovabile e beneficamente contagioso»; da Anna Maria Gandolfi, consigliere delle Pari Opportunità, «spero che Francesca Nodari possa trovare un terreno di minori ostacoli...». Particolarmente accorata la riflessione di don Armando Nolli:«Nella Bibbia il termine che esprime la paura ricorre 365 volte, una al giorno per unanno. La prima volta allorché Dio chiede ad Adamo e Eva di svelarsi... Serve molto che si discuta di paura, del perché essa sia così concentrata ai nostri giorni. Incontrarsi è già un modo per vincerla».

La laudatio. Marc Augé ascolta la Laudatio di Francesca Nodari, approfondita, puntuale nell’evocazione dei punti fondamentali del libro «Le nuove paure»: i non luoghi della vita dove si sviluppa l’angoscia del rimanere soli e più poveri; lo snaturamento di un uso malconcio della scienza, per esempio di uno stare su Internet privati da un interesse reale verso l’altro; la bellezza di un ritorno a quello che Augé ha denominato «il nuovo umanesimo dei ciclisti», una riscoperta palpabile del corpo e dello spazio; i pericoli invece di una nuova colonizzazione e il riapparire sulla scena mondiale di una specie di neobovarismo,«fuga dall’immaginario a causa dell’insoddisfazione».

L’affetto. Marc Augé è veramente commosso. Lo anticipa in una nostra conversazione e lo riconferma davanti ai colleghi e agli amici: «Non mi aspettavo che questo popolo bresciano, questo popolo italiano mi volesse tanto bene, non mi attende votanti giovani. Sono molto grato a Francesca Nodari e a tutta la commissione per questo premio per il mio libro, «Le nuove Paure». «Del resto - ha aggiunto l’antropologo francese - le paure non sono nuove e il mondo dei mass media contribuisce alla loro amplificazione. Pare che il nostro tempo coltivi più la paura della vita che la paura della morte. La disoccupazione rende tutto precario, la globalizzazione non è vissuta se non a pezzi e il valore dell’universale si traduce in modo relativo. Dobbiamo tornare alla domanda centrale della persona, del perché viviamo, pensando all’infinito e non allo spicchio di tempo che ci riguarda. La scuola ha un com- pito centrale. Gli intellettuali rappresentano il piacere della libertà, non debbono scadere nel superficiale. L’educazione alla coscienza e alla conoscenza ridurrà le paure». Serve coraggio, schiena diritta.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Tonino Zana
  • giornale: Giornale di Brescia

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