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Giovedì, 25 Giugno 2015 08:36

Il pane quotidiano nel lievito della poesia di Jean-Luc Nancy

BRESCIA. «C’è infelicità, occorre tenerezza». In un passo della lezione dell’eminente filosofo, Jean-LucNancy, intorno al tema «Pane Nostro», martedì sera, nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita, in città, si raccoglie il dettaglio sostanziale del suo fondamento lirico.

L’intellettuale.Il desiderio dell’intellettuale francese-come analizza in profondità il presidente direttore del Festival dei «Filosofi lungo l’Oglio», Francesca Nodari - di lievitare il pane quotidiano conla farina della poesia. Don Angelo Chiappa saluta, idealmente insieme con don Armando Nolli, il parroco dolce come il pane, l’altra sera indisposto, e plaude a questa inattesa e però costante voglia di stare insieme e pensare. Intanto avanza la bella sorpresa marcata Nodari e Massetti Rodella editori, veloci fino al punto di presentare il «granello» di carta stampata che raccoglie la lezione di Nancy. Luista lì, in giacca mai sdrucita di filosofo, declinazione del Pane, dal frumento alla pizza. Blocca, a forma di paralisi, la bocca dell’entrata e quindi usa il bisturi di Dante, Rimbaud e Neruda e decifra il trasformarsi del pane. Denuncia la miseria mortale di una disuguaglianza valente per tombe vuote e per sepolcri vivi e imbiancati.

Padre Nostro. «Il Padre Nostro », preghiera di Dio e preghiera sollevata da Nancy, diviene «...Nostro Padre che sei lontano, pane nostro che è qui, che noi mangiamo qui... E tu dici: che il pane sia. Non solamente la luce, ma il pane con lei. Il pane della luce...». Ora il filosofo pare appollaiato sugli spalti coi Patroni Faustino e Giovita, a difendere Brescia e l’umanità.

Nell’arte. Il filosofo affronta la forza centrifuga delle volte della bella chiesa dei poveri e dei ricchi, grazie a una voce che immagini benedetta dalla propria poesia e dalla bontà divina. Prende la rapidità di chiparla per l’ultima volta e testamenta, da uomo e fantasma, la cura degli umili viventi: «... Toglici i nostri debiti allontana da noi, non serbarli per nessuno. Che noi non dovevamo più nulla a nessuno. E innanzi tutto a Te... Poiché ciò che è donato non può essere dovuto. E meno ancora colui che dona può vantare un credito».

La lezione. Jean-Luc Nancy si allea con le parole sul Pane dei poeti e dei prosatori cantati dal tempo della letteratura e le distilla lungola lezione: granelli di bellezza dentro granelli di carta. Sentite questo Marcel Proust, di ritorno dalla neve, accolto da un calore di pane: «L’altra sera, essendo rientrato ghiacciato per la neve, e non potendo riscaldarmi, nel momento in cui mi ero messo a leggere sotto la lampada nella mia camera, la mia vecchia cuoca mi propose di farmi una tazza di the, che non prendo mai. Ed il caso fece che mi portò alcune fette di pane tostato. Io inzuppai il pane tostato nella tazza di the, e nel momento in cui misi il pane grigliato nella mia bocca e maturai la sensazione del suo rammollimento pervaso da un gusto di the contro il mio palato, sentii un turbamento, degli odori di gerani, di aranci, una sensazione di luce straordinaria, di felicità». Poiché il ritorno a un pane giusto, infine, ci salva.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Tonino Zana
  • giornale: Giornale di Brescia

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