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Lunedì, 09 Marzo 2015 14:25

Armeni l'olocausto dimenticato

Quello armeno è stato il primo genocidio del '900. Fu uno sterminio sistematico, eseguito con i parametri criminali della pulizia etnica, di una soluzione finale ai danni di una minoranza colta, ricca e cristiana da più di un millennio e che risiedeva nei territori dell'Impero Ottomano.

I primi pogrom si erano verificati già alla fine dell'800, ma la data del 24 aprile 1915 - quest'anno ricorre il centenario - è assunta come inizio della persecuzione. L'obiettivo dei Giovani Turchi, organizzazione nazionalista che prese il potere nel 1908, era quello di creare uno stato nazionale turco, linguisticamente e culturalmente omogeneo, e gli armeni costituivano l'ostacolo per portare a termine il progetto. Agghiacciante il bilancio: all'incirca 1.500.000 le vittime. Una tragedia a lungo dimenticata, a cominciare dai manuali di storia per finire con il governo di Ankara, che da sempre ha condotto una politica aggressivamente negazionista. Solo qualche anno fa un film dei fratelli Taviani, "La masseria delle allodole" (2007), tratto da un romanzo di Antonia Arslan, ha contribuito a rompere il muro di silenzio e ignoranza che copriva l'orrore. Il genocidio armeno verrà ricordato domani a Orzinuovi in occasione della terza Giornata Europea dei Giusti, quando nel Parco Alcide De Gasperi verranno piantumati gli alberi del Giardino dei Giusti. Uno di questi è dedicata a Armin Wegner (1886-1978), poeta e intellettuale tedesco che fu testimone oculare di quel delitto contro l'umanità. Alla cerimonia orceana parteciperà il figlio Misha Wegner, che così ricorda la figura del genitore:"Nel 1915, in qualità di aiutante sanitario - allora la Germania era alleata alla Turchia - mio padre fotografò i deportati armeni nel deserto mesopotamico, eludendo i divieti delle autorità militari, e si fece carico di denunciare questa infamia. Una documentazione che ha del miracoloso, perchè allora gli scatti erano fissati su lastre e l'attrezzatura era molto ingombrante. Nel 1919 scrisse una lettera al presidente americano Woodrow Wilson, perorando invano la causa degli armeni. Nel 1993 fu l'unico intellettuale tedesco che trovò il coraggio di scrivere una lettera aperta di protesta ad Hitler per quanto riguarda la persecuzione degli ebrei. Risultato: fu imprigionato, torturato e costretto all'esilio."

Informazioni aggiuntive

  • autore: Nino Dolfo
  • giornale: Corriere della Sera

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