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Giovedì, 11 Dicembre 2014 13:56

Serve la perseveranza per non dissipare la fiducia

Lì sul tavolo del «convegno leggero» alla libreria della Cattolica, ieri sera, guardati a vista dal direttore dei Filosofi lungo l’Oglio da cui provengono, dall’editore Eugenio Massetti e dal prof. Salvatore Natoli,i tre libretti bianchi chiamati «granelli», attendono di essere disvelati.

Racchiudono 3 delle 21 pubblicazioni compiute qualche giorno dopo le lezioni magistrali. Le conservano, le memorizzano, accada quel che accada. 3 Granelli, 3 pensatori: Salvatore Natoli su «La perseveranza», Remo Bodei,«I limiti della fiducia», Adriano Fa- bris, «Fiducia e verità». Francesca Nodari annuncia l’inizio, difatto, del decennale del Festival lungo l’Oglio, sottolinea la prima fedeltà mostrata dall’editore Massetti Rodella - un conto è partecipare all’inizio dell’avventura culturale, un altro conto è saltar sul carro - e ribadisce la parola chiave del nuovo corso, «Pane Quotidiano». Salvatore Natoli è il più perseverante dei pensatori del festival, c’è, e si accompagna all’ultimo suo testo, «Perseveranza» edito da IlMulino.

In fondo compare,Ilario Bertoletti, direttore dell’Editrice La Scuola,il quale partecipa alla compagnia umana dei Filosofi lungo l’Oglio, radici a Villachiara, come Francesca Nodari e come Salvatore Natoli, cittadino onorario di questa piccola patria bresciana alle pendici dell’agro cremonese, in fondo, dopo Orzinuovi.

La perseveranza, spiega il prof. Natoli, è indispensabile per fornire robustezza alla fiducia, che sarebbe fragile in sè, colpita dalle disillusioni, dai tradimenti, dal non moderato latitare delle parole date e ritirate. Tanto più ai nostri giorni in cui crescono e muoiono nel giro di una stagione deliri di immortalità, in cui si tende a conservare se stessi il più a lungo possibile, con la negazione a generare, denunciandoci incapaci alla fecondità. Dunque, aggiunge il prof. Natoli, abbiamo bisogno di fidarsi dell’altro, pena la permanenza in una dannosa autosuggestione complottarda. Serve, però,la garanzia della perseveranza che ripropone la condizione pascaliana dell’esistenza di Dio:meglio persevera- repervivificarelafiducia, cioè meglio credere in Dio, altrimenti, se non scommetto su Dio,mi lego esclusivamente alla vanità del mondo.

Ma, subito dopo,obbedisco alla regola in cui ho deciso di credere. Con perseveranza,nonostante tutto.Il perseverante, conclude Natoli,è anche sapiente e difronte alla delusione apprende le ragioni della sconfitta. La fiducia, insomma, si conquista, si perde e si riconquista. Fuori da ogni calcolo nel tempo.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Tonino Zana
  • giornale: Giornale di Brescia

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