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Lunedì, 09 Giugno 2014 18:40

L'etica della fiducia apre un discorso sulla libertà

L'etica della fiducia ragionata con una coralità umana vasta, in un teatro al collo del castello dei Gonzaga, a Ostiano, rappresenta già la morale di una fedeltà del popolo dei per cui la parola chiave della nona edizione del festival Filosofi lungo l'Oglio proviene dal corpo di chi ascolta, come se gli amici avessero contribuito a spingere l'ispirazione del comitato scientifico: d'accordo, la parola chiave fiducia sta bene a voi e a noi, nello stesso momento, dunque è il miglior termine cardine possibile.

Il prof. Roberto Mordacci aveva sentito parlare di questa carovana di Francesca Nodari, vagante per 40 giorni, in una sorta di passaggio nel deserto lungo i confini della pianura padana e quindi nel suo cuore. L'altra sera, proprio sul filo del confine tra Brescia, Mantova e Cremona, si è manifestata, pienarnente, la virtù di adesione al patto di fiducia siglato con migliaia di persone. Si danno il turno, si dividono per affezionati, simpatizzanti e curiosi, si cambiano l'ora di presenza nella sera avanzata e giungono ovunque. Ostiano è ovunque, la fiducia in una terra unita per carattere Roberto Mordacci è intervenuto ad Ostiano e divisa per convenzione.

Ha ragione Francesca Nodari di gufare contro i gufi, di alzare il tono contro il cinismo della sconfitta a tutti i costi. Il prof. Mordacci condivide l'impostazione e coniuga subito una prima condizione della fiducia umana ed è la partita contro i sostenitori di un pessimismo cosmico. Nessun pat-to resiste a fronte di una base pessimistica. Il filosofo della morale anticipa il principio della dinamica fondante la fiducia: si dà fiducia a ciò che ha l'autorità per meritare fiducia, in assenza di quella assolutezza di cui dispone la chiamata alla fede religiosa, l'obbedienza alla fiducia morale presuppone un patrimonio di energia di cui disporre, esige una reciprocità di relazione tra l'io e l'altro. Significa, appunto, credere che l'energia conquisterà l'obbiettivo che ci si è posti. Si lavora tutti, giorno dopo giorno, affinché il patto su cui si fonda la fiducia mantenga l'equilibrio per coerenza a quanto stabilito e per il coraggio di rinnovarlo. Il patto può essere sciolto se la fiducia si rinnova, altrimenti si assiste ad una rottura. Il prof. Mordacci indica i tre livelli della fiducia, verso di sé, verso l'altro e nei confronti della storia o della natura.

L'etica della fiducia istruisce a sopportare le avversità che dipendono da noi, oltre si evoca il richiamo al coraggio, la resistenza alla viltà. Fiducia è rialzarsi, riprendere il viaggio. Sul campo della guerra, la fiducia dispone di aggressività che è virtù del guerrie-ro e in tal senso - spiega Mordacci - San Tommaso istruiva che l'aggressività si le-ga alla fiducia per la sopportazione del male accaduto. E, ai nostri giorni, per dirla con Sartre, il nemico della fiducia si misura nel coefficiente di avversità esposto dalla realtà. Il più efficace attacco alla sfiducia si scopre nel ripasso di una riflessione di Cicerone quando sostiene che la vittoria accade solamente in presenza di uno stato di fiducia, imperlando di magnificenza la fortuna di presentare obiettivi alti.

Infine - rilancia il prof. Mordacci - ad ognuno è concesso di avere fiducia e di scegliere il bene migliore, vale a dire il potere incondizionato della libertà. Se non mi fido della libertà, allora introduco a priori una sfiducia nell'altro. La stabilità della fiducia dipenderà dall'investimento per la mia e per l'altrui libertà, altrimenti nasce, subdolamente o apertamente, il tradimento, l'infingardaggine, la pochezza.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Tonino Zana
  • giornale: Giornale di Brescia

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