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Sabato, 07 Giugno 2014 09:43

La fiducia si esalta nell'amore e accende l'idea del rischio

La parola chiave della nona edizione dei Filosofi lungo l'Oglio. Fiducia, viene subito messa a prova dal neo sindaco ospitante di Corzano, Giovanni Benzoni, assistito dall'ex sindaco Francesco Fontana, da Francesca Nodari, leader dell'evento, da Elisabetta Rizzi vicepresidente di Fondazione Asm (tra gli sponsor della manifestazione): «Meglio non fidarsi di questo cielo che gocciola, lasciamo la Corte Margherita e saremo ospiti di don Tarcisio nella chiesa parrocchiale». Detto, fatto.

Il prof. Umberto Curi, docente di Filosofia, affabulatore dal passo lungo, sapendo tenere le curiosità sul filo della sorpresa, accetta l'assist: «Gli organizzatori speravano che il tempo tenesse - dice -, non vi era certezza scientifica. Ecco che la fiducia espone subito la carat-teristica di rischio, si protende al futuro, include un'attesa. La fiducia è scommessa». Curi naviga per conferme etimologiche: «La fiducia pianta la radice nel termine "fid", significa legame, implica relazio-ne e sceglie il campo migliore del farsi di un vincolo, di un rapporto.

La fiducia esercita la migliore delle proprie attitudini nell'ambito dell'amore». Il relatore ricorre al mito per eccellenza, si riprende Le Metamorfosi di Ovidio e il quarto testo delle Georgiche di Virgilio, che è nato a 30 chilometri da qui, che sia Andes più o meno l'attuale Calvisano o un Il prof. Umberto Curi, docente di Filosofia altro paese mantovano, per cui Orfeo e Euridice si sarebbero potuti amare anche in una di queste terre, a sud, appena fuori dal sagrato. E quello stupratore del pastore Ari-steo, dunque, potrebbe aver tentato l'agguato a Euridice verso Dello o Mairano, da cui proviene il gruppo di docenti che prende appunti e ascolta con sacro interesse. La chiesa è ricca di persone giovani e meno giovani e c'è chi è venuto in moto ed ora si porta appunti sulla destra e il casco sulla sinistra nel cuore dell'ultimo altare a sinistra, appena dentro. Il rispetto è garantito da una compostezza sostanziale e da un ascolto ricco di silenzio.

Si ritorna subito al mito: il solito serpente avvelena Euridice e Orfeo sceglie di scen-dere agli inferi per convincere gli dei di una morte inaccettabile perché prematu-ra. Parte la scommessa, la fiducia è legata a un atto: tu non ti voltare a guardare Euridice, caro il nostro Orfeo, e vedrai che te la riporti a casa, la tua Euridice. Invece, all'apparire della luce terrena, quando l'uscita è a portata di due o tre passi dopo aver percorso una salita irta di ombre e di lunghezze angoscianti, ecco Orfeo che si volta ed Euridice ridiscende. Si scrivono miliardi di ipotesi. Miliardi di fiducie e sfiducie su cpiel voltarsi, su quella disobbedienza perfino fobica, irrazionale, incontenibile. Orfeo non si fida di lei, lei è stanca di Urteo ed ama di più la morte Forse, e di forse in forse si rimane nel cuore della fiducia del mistero.

Il prof. Curi affronta adesso la narrazione dei Vangeli Sinottici, la Passione di Cristo, quel vuoto tra il Cenacolo e l'Orto dei Getsemani in cui si esalta l'angoscia dell'ab-bandono, della solitudine. La fiducia, dunque, è sconfitta dell'abbandono. Viene evocata la Passione di Cristo, quel Compianto non soltanto giottesco, alla cappella degli Scrovegni a Padova, composta in un modo di cui non c'è traccia nelle Sacre Scritture, rilanciando la fiducia nel farsi compagnia, nel piangere insieme. Si sente, alla fine della narrazione nobilmente appassionata del prof. Curi, l'eco iniziale della dott.ssa Nodari: «Siamo stanchi di quella parte di popolo eletta a scontento, pessimismo e sfiducia, rilanciamo la passione della fatica, l'orgoglio della conoscenza», in una sorta di compianto laico. C'è fiducia, e tanta, in questa kermesse dei filosofi e a mezzanotte c'è uno che sostiene di avere in tasca l'enigma di Orfeo: «Sì - azzarda -, Orfeo non si è fidato proprio degli dei dègli inferi, di Proserpina e di Plutone, s'è girato proprio un secondo prima di venire alla luce». Ci si allontana e si conversa, torna la fiducia nella notte, nel ritorno a casa. Chi in auto, chi in moto, chi, perfino, a piedi.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Tonino Zana
  • giornale: Giornale di Brescia

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