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Giovedì, 07 Marzo 2013 11:08

Al Parco Tarello fiorisce la memoria dei Giusti

Inaugurazione del Giardino dei Giusti - Parco Tarello - Brescia Inaugurazione del Giardino dei Giusti - Parco Tarello - Brescia

Le storie dei Giusti, di coloro che si sono prodigati per difendere la dignità umana contro tutti i genocidi e i totalitarismi, anche a costo della vita, testimoniano la narrazione del bene. Ora anche Brescia,come Gerusalemme, ha il suo Giardino dei Giusti, per iniziativa dell’associazione culturale «Filosofi lungo l’Oglio», presieduta da Francesca Nodari.
La Loggia, Casa della Memoria, la consigliera di parità provinciale Anna Maria Gandolfi e il Comitato «La Foresta dei Giusti-Gariwo»,hanno accolto la proposta e in un angolo del Parco Tarello, sei cippi e sei pruni ricordano altrettanti Giusti: Teresio Olivelli che seppe farsi testimone di una rivolta morale fino al martirio per amore del prossimo; Raphael Lemkin, giurista ebreo polacco che ha dedicato la vita allo studio dei crimini contro l’umanità e dopo la Shoah, esule negli Usa, ha coniato il termine genocidio; monsignor Carlo Manziana, vescovo di Crema, grande amico di Papa Paolo VI e di Padre Giulio Bevilacqua, durante la prigionia a Dachau portò aiuto e conforto ai suoi compagni; Etty Hillesum, scrittrice e intellettuale ebrea morta ad Auschwitz scegliendo di rispondere al male con il bene; Jan Patocka, pensatore e filosofo, protagonista della Primavera di Praga, morto in conseguenza delle violenze subite nel corso degli interrogatori della polizia del regime comunista; Angelo e Caterina Rizzini che salvarono la vita a Emma Viterbi e al figlio Paolo, sfidando le leggi razziali fasciste, mentre il marito Guido e il figlio Alberto Dalla Volta morirono a Auschwitz.

All’inaugurazione del Giardino, ieri, nel giorno che il Parlamento di Straburgo ha dichiarato «Giornata europea in memoria dei Giusti», alla presenza di un nutrito gruppo di studenti bresciani e degli assessori Andrea Arcai e Mario Labolani, illustri testimoni hanno ricordato il coraggio dei Giusti onorati dai pruni e dai cippi nel parco Tarello, nello sfidare anche le leggi degli uomini per amore della giustizia.

Padre Giulio Cittadini,sacerdote dell’Oratorio di Brescia e protagonista della Resistenza che ha conosciuto i monsignor Manziana e Olivelli, con le sue parole li ha fatti rivivere nel tempo presente. «Incontrai padre Manziana alla Pace nell’ottobre del 1942. Mi fece subito grande impressione questa figura di sacerdote colto e rigoroso con se stesso. In suo onore, quando entrai nella Resistenza, presi il nome di battaglia di"Manzio". Olivelli, autore della Preghiera del Ribelle chiama la Resistenza rivolta morale contro l’oppressione del despota. Guardando all’Italia futura, si augurava che fosse generosa e severa ». Con padre Cittadini e la Nodari, a fare oggetto di narrazione sei esempi emblematici tra coloro che incarnano le virtù dei «Giusti», Ivan Chvatik, direttore dell’Archivio Patocka di Praga, monsignor Serafino Corti,delegato del vescovo di Brescia, Hana Da Ros, in rappresentanza del Consolato onorario della Repubblica Ceca, Giancarlo Gaeta, docente di Storia del cristianesimo anticoall’Università di Firenze, i familiari dei signori Rizzini e Baykar Sivazliyan, presidente dell’Unione degli Armeni in Italia e docente di Lingua e Letteratura armena alla Statale di Milano.

«Patocka - ha rammentato Chvatik - è stato il mio maestro. Il pensiero ceco fu ricostituito grazie a lui. Patocka, anima del movimento "Charta 77", comprese l’importanza dello slancio che sovrasta la quotidianità e la preoccupazione della mera conservazione della vita». Il Giusto, dice GabrieleNissim, presidente del Comitato per la Foresta dei Giusti - Gariwo, è un cittadino del mondo e non ha una sola patria. Ci fa sentire parte dell’intera umanità. È un cuore pensante che ha sconfitto il male e la paura per amore dell'uomo».

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