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Sabato, 25 Giugno 2022 15:58

«Seguendo le rotte di Ulisse, uomo capace di complessità»

Per Filosofi lungo l'Oglio a Ghedi Giovanni Ghiselli Per Filosofi lungo l'Oglio a Ghedi Giovanni Ghiselli

Buona piazza, centinaia di donne, una ventina di uomini presenza discreta del sindaco Federico Casali e appassionata presentazione della dott. Sabrina Lombardi, gran supporter dell'appuntamento dei Filosofi lungo l'Oglio: offre un saluto e una domanda, «che ne è del nostro senso di comunità e ognuno di noi come deve agire ed esserci?».

Ghedi è subito il suo cielo con un'oscurità marcata a nord verso l'aerobase e una santa aria con gradi diminuiti del 30% forse proprio come il nostro diminuito senso di comunità. Regina e guardia del corpo del Festival dei Filosofi lungo l'Oglio, Francesca Nodari spiega il buon senso dell'andare in giro a pensare con gli altri, la resistenza dei 17 anni del Festival, la gioia per aver appena ascoltato Stefano Zamagni a Orzinuovi sull'economia sociale, secondo l'indispensabile coscienza dell'essere e del credere nella qualità della persona, del suo donarsi, quindi del suo esistere di produzione benefica soltanto in compagnia dell'altro di sé, scrivendo sotto la dettatura della coscienza con la grafia di quel mai dolente «stai con l'altro come vuoi stare con te stesso».

Qui a Ghedi, in un pendant formidabile con Zamagni e la linea culturale del Festival, «Dire io», spunta questo eccentrico letterato, come emerso dal mito greco, il prof. Giovanni Ghiselli. Spiritoso con garbo, a un certo punto si definisce: «Io sono stato bravo in letteratura e in bicicletta», e quindi sarebbe dietro, perfettamente, a quel pedalare del viaggio matrice del Festival. Lo specialista delle lettere classiche avverte la necessità di dare spessore valoroso alla trasformazione dell'Io. «Non basta sostiene il prof. Ghiselli giostrare intorno al "Dire io", occorre concretizzare, il metterci la faccia». «Per iscriversi all'identità ragiona il relatore non basta "Dire io", ma "Fare io". Esistono identità fasulle, contrabbandate dietro a un'autocertificazione. Ecco quel fanfarone del Miles Gloriosus di Plauto: si vanta di abilità false, di rodomontate, come quei Miles Gloriosus visibili ai nostri giorni, dicono di essere e non fanno, proclamano identità sbarrate da evidenti contraddizioni».

False identità. Il prof. Ghiselli, potente conoscitore delle letterature mondiali, snocciola alcuni esempi di false identità, di fannulloni del Fare io: «Ecco Paride, potente della sua bellezza e in ginocchio nel combattimento. Ecco, invece, Odisseo, quel fantastico Ulisse abile a usare prudenza e palleggiare curiosità e nello stesso momento ad ambire a terre sconosciute e riamare l'avvicinamento alla nostra Itaca. Ulisse è capace di complessità con il reale».

Il prof. Ghiselli stampa nel cielo la nostra disperazione: «Dilaga oggi l'egoismo, l'ignoranza e la diffidenza. Manca il coraggio. Ieri c'è stato: Socrate espone il coraggio nel "Fedo ne", Pindaro, Eschilo fino a Pasolini esaltano il mistero dell'irrazionalità, che spinge ad osare, a smuovere la palude, a dileguare il clientelismo contro il merito».

Viene in mente Stefano Zamagni, qualche giorno prima alla ricerca di un'iscrizione anch'egli al fare io e dire io con un amorevole partecipazione all'economia sociale, che è il bene non parziale della persona in un'epoca di chiusura in se stessi e di avidità priva di orizzonte. Infine l'instancabile Francesca Nodari, ieri sera al Forno Fusorio di Tavernole, ha parlato sul tema «Disdire l'io». Per amore dell'uno e dell'altro, dimettendosi dalla snervante litania del dire io: perché io sono io e gli altri... Ripassare Alberto Sordi.



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