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Mercoledì, 05 Gennaio 2011 10:12

Quei filosofi che cercano un corpo felice e sapiente

maria rita parsi maria rita parsi

Corpo mortale/corpo.immortale, corpo carne/corpo proprio, corpo sano/corpo malato, corpo gettato/corpo salvato, corpo umano/corpo macchina, corpo morto o quasi e corpo nella sua differenziazione di genere. Sono questi, soltanto, alcuni dei binomi sui quali si gioca la nostra comprensione su ciò che abitiamo e che costituisce, se così si può dire, la localizzazione della nostra soggettivita. Di quale corpo si tratta, allora? Siamo ancora figli del dualismo cartesiano res cogitans/res extensa, o forse occorre intendersi meglio sulle parole enigmatiche di Zarathustra: «Io sono tutto corpo e nulla fuori di questo»?

Sono questi, soltanto, alcuni degli interrogativi che scaturiscono nell’accostare i testi raccolti nel III volume, intitolato Corpo, della collana dei Filosofi lungo l’Oglio. Il libro ospita i saggi di: Bernhard Casper, Jean-Luc Nancy, Rav Giuseppe Laras, Massimo Donà, Salvatore Natoli, Adriano Fabris, Amos Luzzatto, Paolo Becchi e quello della sottoscritta. Si tratta di una fortunata collana nata a corollario dell’omonimo Festival, curata dal direttore scientifico Francesca Nodari ed edito dalla Compagnia della Stampa-Massetti Rodella Editori. La kermesse, giunta nel 2010, al suo primo lustro di Vita, si sta imponendo tra i Festival più seguiti in ambito nazionale grazie alla presenza di pensatori di elevata caratura, chiamati ogni anno, ad interrogarsi su un tema scelto ad hoc. Tra cascine, castelli, piazze, corti, sinagoghe questo Simposio di Pensiero e di Parole attraversa nei mesi estivi di giugno e luglio, nell’arco di circa 40 giorni, i comuni rivieraschi che si trovano tra le Province di Brescia e Cremona, individuando nel binomio: luoghi-pensiero e nel rigore scientifico l’originalità su cui si fonda 1’alta proposta culturale Un format unico nel suo genere che non ha esitato – sulla scorta del celebre Festival Filosofia di Modena – a portare il filosofo in mezzo alla gente per discutere, misurarsi, magari anche suscitare provocazioni. Sulla scorta di un pensiero che si fa esso stesso nomade, segnando le sue tappe, al ritmo del corso di quel Vegliardo – che è il fiume Oglio – il Festival richiama di anno in anno migliaia di spettatori sensibili, o, come preferisce chiamarli Francesca, di amici pensanti. Come se fosse un rito, ad ogni incontro – ne sono testimone in prima persona – un numerosissimo pubblico eterogeneo per età, provenienza geografica e culturale, fa cerchio attorno al filosofo. La gente ha fame di contenuti. Non esita a incamminarsi sulla via del maestro. Così, dopo aver indagato la sapienza del corpo, nel 2011, nell’ambito della VI edizione, si parlerà di felicità. Fine supremo cui tende ogni uomo.

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