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Giovedì, 23 Dicembre 2010 04:05

Filosofi lungo l'Oglio una riflessione su corpo e relazione

Natoli : «Il nostro essere incompleti diviene anche la nostra forza»
Il corpo come apertura e silenzio, finitezza e relazione. È ruotato intorno a questi concetti la densa relazione del filosofo Salvatore Natoli, nei giorni scorsi al Castello di Padernello per la presentazione del terzo volume del ciclo «Filosofi lungo l'Oglio». Il bel volume edito dalla Compagnia della Stampa raccoglie gli interventi dei relatori all'omonimo Festival estivo diretto da Francesca Nodari, dedicato proprio al tema del corpo.
Intervistato da Ilario Bertoletti, Natoli ha spiegato come corporeità significhi anche finitezza, limite, ma «il corpo - ha aggiunto - è trasparenza dell'io. In esso c'è l'illusione di perdurare al di là della fisicità e c'è lo sperimentare l'azione della vita, che è praxis e non poiesis, produzione. Attraverso la relazione con gli altri, che si realizza nella corporeità, io ho consapevolezza di me». La continuità della memoria e la capacità di riassorbire il dolore del corpo, fanno sì che ci si senta una realtà unitaria nonostante le parti che lo compongono. E nonostante la possibilità, grazie ai progressi medici, di sostituire parti del corpo. «In prospettiva - ha suggerito Natoli - si potrebbe pensare a una sorta di hardware esterno all'essere umano su cui mettere il nostro software della memoria: un modo per assicurarci l'immortalità cambiando le parti del nostro corpo».
Citando Aristotele, il filosofo ha poi spiegato che esistono i sensi della prossimità e quelli della distanza: i primi ci fanno percepire il nostro corpo, i secondi lo mettono invece tra parentesi. «Guardando un paesaggio - ha detto Natoli - non sento di avere un occhio. Se invece mi sento toccato, percepisco che sono qui e mi sento altro da me. Così per tutti i sensi di contatto: mi sento corpo quando gusto il cibo, nella relazione amorosa,… Chiaro, la dimensione dei sensi è cinestetica, tutti i sensi agiscono insieme».
La relazione si è chiusa sull'immagine cristiana di «Comunione dei santi», evocata da Bertoletti ma riletta da Natoli in chiave originale: «La nostra vita è per definizione movimento - ha spiegato -, quindi incompleta. Essa punta all'eternità, si completa e si proietta nella durata. Il nostro essere incompleti è anche la nostra forza. Non vogliamo morire perché ci sta a cuore il mondo e questo sentimento è per me la Comunione dei santi».
La prossima edizione del festival avra per tema la felicità.

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