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Sabato, 08 Giugno 2019 01:38

Enzo Bianchi: «Torniamo alla fraternità: ai giovani dobbiamo consegnare speranza»

Enzo Bianchi a Manerbio Enzo Bianchi a Manerbio

Grande partecipazione all'incontro col fondatore di Bose, a Manerbio per Filosofi lungo l'Oglio

«Una rosa bianca per l'oratorio». Prima di trovare mille persone nella chiesa parrocchiale di Manerbio, giovedì sera, una signora propone la prima carità dell'accoglienza, subito, proprio lì all'entrata, così come all'uscita, il parroco don Alessandro Tuccinardi donerà un cesto di biscotti oratoriani al magnifico predicatore.

Primi gesti del generare, prime offerte alla generazioni crescenti. Enzo Bianchi parla al popolo dei Filosofi lungo l'Oglio. Lo accompagna nel corpo della Chiesa di San Lorenzo la prof. Francesca Nodari, leader di un evento culturale che compie 14 anni e aumenta a dismisura il suo paesaggio umano.

Enzo Bianchi, ed è subito lezione magistrale. Lo precede il saluto del sindaco di Manerbio, presidente della Provincia, Samuele Alghisi, introduce Francesca Nodari. Lui è il predicatore per eccellenza, voce e pensiero di un personaggio come uscito dalle valli e dai deserti dell'Antico Testamento per riconquistare vocazioni spente, attenzioni mute sotto un fuoco diventato cenere.

Mondo. Enzo Bianchi invita a rapportare il Generare al nostro mondo e non a un mondo generico. La voce si alza, intende scuotere chi svirgola sull'indifferenza e non sul qui ed ora. «I discorsi generali - dice - non servono a nulla e nel nostro mondo la generazione è diventata un fatto raro. Perché si genera così poco, perché non si fanno figli? L'Italia è uno dei paesi d'Europa che invecchia di più, mentre la Francia illuminista ha due figli per coppia, l'Italia conta la metà e si arriva ad un invecchiamento terribile. In Italia non c'è consapevolezza di questo, nonostante una politica che si riferiva, in passato, a un grande umanesimo cristiano. Generazioni - riflette Bianchi - significa paternità, maternità, filialità e fraternità. Ma oggi si ha paura a diventare padri e madri ed ogni tanto si accende il culmine dell'egoismo, che è il togliere la vita ai neonati».

Fraternità. Il fondatore della Comunità di Bose manifesta l'amarezza per la scomparsa del concetto di fraternità. Il filosofo e psicanalista Luigi Zoja - spiega Bianchi nel suo libro «La morte del prossimo» - segna la sparizione della fraternità. Per millenni c'era un doppio comandamento che reggeva la morale dell'Occidente, «ama Dio e ama il prossimo come te stesso», alla fine dell'Ottocento, Nietzsche ha annunciato che Dio è morto, nel terzo millennio non solo è morto Dio, ma è morto anche il prossimo e nella morte del prossimo si staglia, netta, la morte del fratello.

«Se si nega la fraternità - dice Enzo Bianchi - ci attende soltanto la barbarie... Senza la fraternità, scritta nella bandiera della rivoluzione francese, scompaiono anche gli altri valori-simbolo, la libertà e l'uguaglianza. La fraternità è stata dimenticata, proprio come scrivono laici quali Morin e Debré. Dobbiamo rinfocolare la fraternità come incessante costruzione di porti, di relazioni umane».

Il fratello, continua Bianchi, non si sceglie, si trova e si ama come nel buon Samaritano. L'aneddoto biblico di Bianchi è chiarificatore per chi distingue tra un fratello e l'altro: «Ci sono sempre i fanatici in ogni religione e in ogni via e in ogni tempo... Siamo tutti fratelli, non c'entra il samaritano, il giudeo, l'africano, non c'entra nella vita dei cristiani il detto "prima gli italiani e poi gli altri". C'entra prima il bisognoso...».

La chiesa esplode in un applauso totale. Gli occhi azzurri di Enzo Bianchi si aprono e quasi si ingrandiscono nel crescere della sua predicazione verso i lontani. L'ultima accensione: «I giovani hanno bisogno della nostra fiducia, dobbiamo consegnare speranza. Quando sento dalla Bibbia "di generazione in generazione" vedo il dipinto chiaro della speranza, il dovere di affidarla ai giovani».

Speranza. Il disegno della speranza, per più di un momento, è quel dipinto di Moretto sull'altare, alle spalle di Enzo Bianchi, e, davanti, sono quei mille di una sera indimenticabile. Centinaia di persone si disperdono nelle contrade, discutono, si attardano. Da troppo tempo non ci si attarda su certe questioni.



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