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Sabato, 25 Giugno 2016 01:28

Cacciari e la parabola della «Gratuita»

FILOSOFI LUNGO L'OGLIO La chiesa di Santa Maria Maggiore pienissima, ha dimostrato il grande successo della rassegna culturale

CHIARI (bbh) Continua il successo del dalla comparazione con un termine al grazia, ed il rinvio ad una primitiva Festival «Filosofi lungo l'Oglio». A riempire in ogni ordine di posto la bellissima chiesa di Santa Maria Maggiore, un vecchio amico della rassegna, Massimo Cacciari. Il filosofo si è avventurato sul terreno impervio dell’indagine filologica ed ermeneutica, camminando attorno al tema centrale della rassegna di quest’anno: la gratuità. Come il professore è solito fare, prendendo in prestito quella dialettica tanto cara a Ezra Pound, il discorso è partito dalla comparazione con un termine al contempo vicino e lontano: il dono. Mentre questo rinvia ancestralmente ad una logica di scambio e dunque di commercio, proprio tanto della cultura classica quanto dei popoli esotici tanto cari a Malinowsky e agli atropologi di inizio Novecento, la gratuità si oppone nella forma e nella sostanza ad ogni tipo di rapporto funzionale. Proprio da questo cortocircuito semantico e ontologico ha preso il via la lezione magistrale di Cacciari. Gratuità, gratis, grazia, ed il rinvio ad una primitiva relazione con la luca, donata per se stessa. Da qui la risalita annunciata, che passa dalle mani di Matteo evangelista e della figura cristologica, esempio supremo di dono gratuito.

Fino ad approdare ai territori deserti del moderno. Quelli del principe Lev Myskin, principe disarmato e disarmante di Dostoevskij, che porta la gratuità tra i demòni del presente. Un dono mal recepito, come prova l’appellativo che lo renderà immortale: Idiota.

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