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Francesca Nodari

Francesca Nodari

Laureata in Filosofia all’Università degli studi di Parma e specializzata in Filosofia e linguaggi della modernità nell’Ateneo di Trento. Ha conseguito, sotto la guida del Prof. Bernhard Casper (Università di Friburgo), il Dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università degli Studi di Trieste. Ha collaborato con la facoltà di Filosofia dell’Università Milano-Bicocca. Ha conseguito l’abilitazione nazionale di seconda fascia nel settore di Filosofia morale nel novembre 2014.

Francesca Nodari si occupa, collocandosi nel solco tracciato dal suo Maestro Bernhard Casper – il cui pensiero si impernia su due linee metodiche costanti: quella fenomenologico-ermeneutica (Heidegger) e quella del nuovo pensiero (Rosenzweig) – di questioni che ruotano attorno allo statuto della soggettività e dell’alterità cercando di farne emergere, grazie agli stimoli legati in particolare al pensiero di Levinas, la dimensione incarnata, temporale e finita. È Direttore scientifico del Festival Filosofi lungo l’Oglio. È Presidente della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio. È stata insignita con Decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella della carica di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.

Tra i suoi libri: Il male radicale tra Kant e Levinas, Giuntina 2008; Il pensiero incarnato in Emmanuel Levinas, Morcelliana 2011; Piovani interprete di Pascal, Massetti Rodella 2012; Il bisogno dell’Altro e la fecondità del Maestro. Una questione morale, Giuntina 2013; Quale pane?, Massetti Rodella 2015; Storia di Dolores. Lettera al padre che non ho mai avuto, Mimesis 2016; Temporalità e umanità. La diacronia in Emmanuel Levinas, Giuntina 2017; oltre ai libri-intervista a: S. Natoli, La mia filosofia. Forme del mondo e saggezza del vivere, ETS 2007; A. Luzzato, A proposito di laicità. Dal punto di vista ebraico, Effatà Editrice 2008 e S. Givone, Il bene di vivere, Morcelliana 2011; ha curato e prefato, tra gli altri, testi di B. Casper, M. Augé, J.-L. Nancy, M. R. Parsi. Sua è la cura e l’introduzione all’ultima fatica di M. Augé, Condividere la condizione umana. Un vademecum per il nostro presente, Mimesis 2019.

Dirige, presso Mimesis, le collane «Chicchidoro» e «Tempo della memoria».

Collabora con riviste («Studium» e «Humanitas», «Nuova Secondaria», «Intersezioni», «Freiburger Zeitschrift für Philosophie und Teologhie», «Iride») e testate giornalistiche. È tra le vincitrici del Premio Donne Leader 2012 conferitole dall’Associazione internazionale EWMD – Delegazione di Brescia. È tra le assegnatarie del Premio Donne che ce l’hanno fatta edizione 2015.

Domenica, 21 Aprile 2024 17:44

BENVENUTI NELL'ERA DEL PHONO SAPIENS

Mondi digitali. Le piattaforme social non sono in grado di rimuovere il vuoto narrativo attuale Postare, mettere like, condividere amplifica il disincanto senza generare empatia e vicinanza

Mercoledì, 09 Settembre 2020 18:15

À-Dieu, Amos Luzzatto

Da oggi il mondo culturale contemporaneo è più povero. Ha perso uno dei suoi giganti, uno dei suoi fari, uno dei suoi grandi saggi.

La Fondazione Filosofi lungo l’Oglio piange con somma costernazione la dipartita di Amos Luzzatto, autorevole membro della Giuria del Premio Internazionale di Filosofia/Filosofi lungo l’Oglio. Un libro per il presente, stringendosi ai suoi cari in questo momento di prova e di sofferenza.

Visibilmente commossa la Prof.ssa Francesca Nodari, direttore scientifico del Festival, che lo ricorda così: «Il dolore rende muti e le lacrime solcano inevitabilmente il volto di chi perde una figura molto cara. Ho avuto l’onore di conoscere a fondo Amos, di intervistarlo [cfr. A. Luzzatto, A proposito di laicità. Dal punto di vista ebraico, Effatà Editrice, Cantalupa (To) 2008], di trascorrere momenti indimenticabili fatti di insegnamenti continui e di irrinunciabili passeggiate peripatetiche, come Amos amava chiamarle. Egli è stato per me un Maestro, una guida, una persona tanta cara da poterla considerare un nonno.

Troppa luce sulla terra? Siamo all'inizio dell'eliminazione del buio come fosse non-essere, mancanza, privazione? L'impiego ossessivo di impianti di illuminazione e il ricorso notte-giorno alla luce artificiale non sono forse il segno che stiamo immolando l'oscurità?

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