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IL PATTO DI FIDUCIA CUSTODITO NEL SEGRETO
Zone d'ombra. Massimo Cerulo si concentra su una parola apparentemente anacronistica nell'era digitale in cui si sa tutto di tutti.Eppure costituisce una condizione esistenziale dell'individuo,sia nel mantenerlo sia nel condividerlo
Perché si costruiscono e si mantengonoi segreti? Quali responsabilità implicano per il soggetto che li custodisce? Come si configura l'interazionefra due figure chiave:quella del custode, ovvero di colui che detiene il segreto o al quale viene confessato e quella del testimone, che cerca di carpirne il senso? Sono questi, soltanto, alcuni degliinterrogativi che attraversano lo stimolante saggio di Massimo Cerulo intitolato, appunto, Segreto (il Mulino). Una parola apparentemente anacronistica, nell'era in cui si sa tutto di tutti, ma che in realtà costituisce una condizione esistenziale dell'individuo. Come ricorda Massimo Cerulo, alla base della relazione sociale stanno sia il diritto alla domanda sia il diritto al segreto: io posso sempre chiedere così come tu puoisempre non rispondere. Possiamo considerare il mantenere o il confidare un segreto come una delle abitudini ricorrenti dell'umanità. Eppure conservare un segreto, non condividerlo può risultare logorante: «L'essere umano non può sopportare troppa realtà, come scrive Thomas S. Eliot, dunque necessita dell'altra persona: qualcuno cui sussurrare, confidare, urlare una conoscenza che appare oscena oscena o scabrosa».
Un segreto confidato genera un patto difiducia al quale, spesso, si dà il nome di amicizia.
Se quest'ultima è considerata unaforma di socialità, il segreto assume i tratti di un nutrimento per una relazione amicale, ma anche quelli di un potenziale fattore distruttivo, nel caso in cui il segreto venga svelato. Cerulo richiama una delle antiche modalità su cui vergare i propri segreti: il diario. Attraverso il ricorso a questa pratica, da un lato, v'è una tendenza a rinchiudersi in sé stessi (sul diario si scrive in solitudine e in luoghi isolati come la propria camera); dall'altro, v'è la necessità di condividere con qualcuno quanto si è scritto per rendere meno greve il peso contenuto in quelle parole. Ma questo comporta esercitare un certo senso del pudore e del tatto da parte dell'amico, guardandosi dal non oltrepassare quel confine che preserva la relazione. Non a caso Georg Simmel loda la discrezione poiché consiste «nel fatto di tenersi lontani dalla conoscenza di tutti quegli aspetti dell'altro che egli non manifesta in modo positivo».
Riepilogando le quattro definizioni che il vocabolario Treccani dà della nozione di segreto la primalo descrive come qualcosa che si tiene nascosto e non si rivela a nessuno, la seconda lo configura come una notizia che si confida e su cui si e obbligati a mantenere il silenzio, la terza indica il segreto come sinonimo di obbligo morale o imposto per legge di non diffondere una notizia, infine la quarta dentifica il segreto come il metodo o la procedura utilizzati da qualcuno per svolgere al meglio un'attività (il segreto di un mestiere) — il sociologo richiama alcune espressioni comuni quali: «avere un segreto sulle labbra», «portare il proprio segreto nella tomba», «essere nel segreto degli dei» (ovvero possedere le confidenze di persone importanti) per poi osservare come il sacramento cattolico della confessione — oggi molto in crisi a causa della secolarizzazione — abbia portato ad un progressivo affievolimento del senso del segreto nell'accezione confessionale. «Oggi non ci si confessa, ma ci sfoga», avrebbe confidato un sacerdote. A ciò si aggiunga il paradosso che vivono molti ministri del culto combattuti tra l'obbligo di non divulgare dei peccati (segreti) e il dovere di denunciare reati di cui vengono a conoscenza nel buio del confessionale. Se la segretezza, come rimarca ancora Simmel, «è una zona, un'area, un tempo in cui un individuo si cela all'altro per costruire la propria identità», non dovrebbe certo stupire quanto sosteneva Freud, secondo il quale la prima bugia detta ad un genitore rappresenta il primo segreto del bambino. Essa testimonia la capacità del piccolo, nella sua innegabile innocenza, di iniziare ad individualizzarsi.
Con l'arrivo dell'adolescenza lo spazio del segreto permette ai ragazzi difuggire in un luogo protetto da qualsivoglia sguardo controllore. Di quila forte presa di posizione di Cerulo nei confronti dei genitori che osano introdursi nella stanza dei figli — che dovrebbe rimanere chiusa — o che mossi da un'ossessiva apprensione si affidano a una app per conoscere gli spostamenti del figlio,in un clima di iperprotezione che non consente ai ragazzi di mantenere segreti i segreti, perlopiù relativi a questioni che ineriscono la sfera sessuale, ma anche le performance negative: scolastiche, sportive, lavorative.
Per stessa ammissione di questi ultimi, emersa grazie a un confronto diretto dell'autore con i suoi studenti, si dà anche l'altro lato della medaglia: ovvero la presenza di non-detti da parte dei genitori ai figli. Si può trattare di una malattia tenuta nascosta odi altre informazioni che essi hanno voluto secretare. Eppure la funzione strutturale del segreto è,da un lato, la sua custodia, dall'altro, la sua condivisione. Come conservarne la specificità nell'odierna società digitale? Il rischio della fusione in un Noi completamente trasparente non potrebbe che condurre alla perdita di pezzi della propria autenticità. Si tratta, allora, di «difendere il segreto», la cui esistenza rafforza la relazione ossia genera reciprocità tenendo insieme il Noi che funge da collante al legame sociale. Solo in tal mondo, l'espressione: «Non dirlo a nessuno» non verrà svuotata di significato scampando al rischio di essere letta come «il segreto di Pulcinella», ovvero qualcosa che è divenuto di pubblico dominio.
Francesca Nodari candidata come Ufficiale al Merito della Repubblica italiana
La professoressa Francesca Nodari, filosofa, fondatrice e presidente della Fondazione Filosofi lungo l'Oglio, è pronta per un'altra onorificenza. E' di questi giorni la notizia che il suo nominativo, insieme a quello di altre eccellenze bresciane, è stato indicato per ricevere in Prefettura a Brescia, il 2 giugno, la nomina di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana dalla Presidenza del Consiglio.
Due commendatori, un Ufficiale e sette Cavalieri al merito
Dieci i nomi di bresciani proposti dalla presidenza del Consiglio perché siano insigniti di onorificenze
PRENDERE UNA PAUSA DAL PROPRIO PRESENTE
Dinanzi a un soggetto contemporaneo arrogante e chiuso in sé stesso, Pier Aldo Rovatti propone di distruggere l'io che cisiamo costruiti tentando di sospenderne l'automatismo.
Nel vuoto la cifra dell'esistenza
Dal teatro fino al giardino zen, il filosofo sudcoreano naturalizzato tedesco Byung-Chul Han ricostruisce il pensiero dell'Estremo Oriente nelle sue diverse declinazioni
Orfani di femminicidio, Francesca Nodari: “Un tema invisibile che si deve urgentemente affrontare”
Orfani speciali”, “bambini invisibili”, “orfani di crimini domestici” sono solo alcune delle espressioni con le quali si possono nominare gli “orfani di femminicidio”, bambini e bambine che hanno assistito, a volte per anni, alle violenze del padre nei confronti della madre (o lo stesso femminicidio), subendone le conseguenze sul proprio processo di sviluppo a livello emotivo, relazionale e cognitivo. Un tema ancora troppo spesso dibattuto che chiama a rispondere il welfare state e la mancanza di strumenti e servizi in sostegno a questi bambini. Di questo ne parliamo con Francesca Nodari, filosofa levinasiana, allieva del grande pensatore tedesco Bernhard Casper. Specializzata in Filosofia e linguaggi della modernità nell’Ateneo di Trento, ha conseguito, sotto la guida di Casper (Università di Freiburg i. B.), il Dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università degli Studi di Trieste e collaborato con la facoltà di Filosofia dell’Università Milano-Bicocca. Si occupa di questioni che ruotano attorno allo statuto della soggettività e dell’alterità cercando di farne emergere, grazie agli stimoli legati in particolare al pensiero di Levinas, la dimensione incarnata, temporale e finita. È Presidente della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio e Direttrice scientifica dell’omonimo Festival. Autrice prolifica e curatrice di prefazioni e postfazioni di testi filosofici, dirige – presso Mimesis – le collane «Chicchidoro» e «Tempo della memoria». Collabora con numerose riviste e La Domenica de «Il Sole 24 Ore». È tra le vincitrici del «Premio Donne Leader 2012», conferitole dall’Associazione internazionale EWMD e, nel 2015, del «Premio Donne che ce l’hanno fatta». Nel 2019, è stata insignita dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana. Recentemente, è stata nominata tra le 100 Esperte della sezione di Filosofia del progetto «100 donne contro gli stereotipi».
L'URGENZA DI UMANIZZARE LA TECNICA
Quale etica sviluppare per avere un impatto reale sulle tecnologie? Come evitare che l'uomo venga tecnologizzato piuttosto che la tecnica umanizzata? Come comportarsi nei confronti di chi detiene il potere enorme dei data? Sono questi, soltanto, alcuni degli interrogativi che attraversano l'ultima fatica di monsignor Vincenzo Paglia - Presidente della Pontificia Accademia della Vita - nel suo ultimo saggio. Il testo prende avvio dal riconoscimento dei progressi della scienza e della tecnica e insieme dall'ammonimento del papa sul fatto che tali scienze «possano rappresentare un rischio per la sopravvivenza e un pericolo per la casa comune». Di qui l'urgenza di una direzione etica che presieda il processo creativo dell'Ai nel campo dell'educazione.
La speranza sotto la lente dei pensatori
Escono, per Mimesis Edizioni, tre nuovi saggi filosofici, impreziositi dalla postfazione della filosofa Francesca Nodari e frutto delle più recenti edizioni del festival Filosofi lungo l'Oglio.
FILOSOFI LUNGO L'OGLIO, NEL 2025 «ESISTERE,PER ESSERCI»
Si è appena conclusa una 19a edizione da record per la rassegna «Filosofi lungo l'Oglio», diretta da Francesca Nodari. E già si stanno scaldando i motori per quella che si preannuncia come una «edizione speciale» per il 20° compleanno della manifestazione, che, dopo il claim «Desiderare. Nonostante tutto», avrà come parola chiave nel 2025 «Esistere», concetto all'apparenza semplice ed evidente, ma dalle formidabili e radicali implicazioni.
I numeri sono eloquenti: la kermesse, che quest'anno ha coinvolto nei suoi 30 appuntamenti ben 21 Comuni tra le province di Brescia, Bergamo e Cremona, ha totalizzato 48mila partecipanti, toccando picchi di 1.500 persone a serata. Un risultato avvalorato anche dalla vitalità dei canali social, con 700 nuovi iscritti e un'altissima percentuale di copertura organica di utenti: 51.649 per Facebook (+27,1% rispetto al 2023), 123.233 per Instagram (+44,4 % con nuove visualizzazioni internazionali), 22.546 utenti su YouTube. Lo stesso sito web filosofilungologlio.it in soli due mesi ha raggiunto una media di 1.600 visitatori al giorno. Anche l'incontro finale con la «madrina» della manifestazione Maria Rita Parsi, mercoledì nella parrocchia di San Giorgio ad Erbusco, ha visto una più che nutrita partecipazione di pubblico. Una conferenza densa di stimoli, dove la nota psicologa e scrittrice ha trattato il tema «Dall'angoscia di morte al desiderio di vita», toccando argomenti di grande profondità, dal clima di incertezza che si respira nella società contemporanea al ruolo della famiglia e delle agenzie educative. Soddisfattissima, com'è comprensibile, la direttrice artistica Francesca Nodari, che commenta: «Abbiamo notato un significativo incremento dei giovani e un pubblico sempre attento e concentrato: un segno positivo, in quest'epoca così difficile. Anche con l'ingresso di nuovi Comuni è andata molto bene: ad Ostiano, per esempio, dove ho parlato io stessa, abbiamo condiviso una serata di scambio e dialogo, in uno splendido teatro settecentesco».
Tutti i relatori hanno messo in campo plurivoche riflessioni, nel segno di una trasversalità che è stata tra l'altro attestata dalla presenza di studiosi di origine ebraica in tempi di grandi polemiche, anche sul fronte culturale, innescate dal conflitto israelo-palestinese. La 20a edizione, annuncia Nodari, sarà ricca di sorprese, tra cui la realizzazione di un video-documentario che ripercorrerà la storia del festival nei suoi due decenni di vita. E molto altro, su cui la direttrice però non si sbilancia perché «stiamo già lavorando a ritmo serrato; David Le Breton, intervenuto quest'anno per la prima volta, ha riconfermato la sua partecipazione e ci saranno nuovi ospiti, di cui attendiamo conferme, nonché altre novità». Quanto al nuovo fil rouge, «nel linguaggio comune - osserva la filosofa bresciana - esistere sta per essere, stare al mondo, essere vivi, presenti. Nel linguaggio filosofico, i due infiniti dovrebbero esibire una forte dicotomia, ma anche in questo caso i significati spesso si sovrappongono, come in una delle più celebri asserzioni della letteratura filosofica universale "cogito ergo sum", penso dunque sono. Nel momento storico in cui viviamo, dobbiamo chiederci: a che punto è giunta la nostra umanità? Cosa significa, oggi, esistere? Non un semplice esserci e stare, ma uno stare e un esserci coscienti, consapevoli, impegnati».
Un fiume di Filosofia
Filosofi lungo l'Oglio è un festival che si svolge nei mesi di giugno e luglio, con appuntamenti in 2 I comuni italiani tra le province di Brescia, Bergamo e Mantova. Nato nel 2006, con soli cinque appuntamenti, si è ampliato negli anni affrontando temi esistenziali e proponendo nuove domande e risposte attraverso dibattiti e lezioni magistrali dei filosofi più importanti del panorama contemporaneo. Gli incontri si svolgono in vari luoghi suggestivi, come piazze, castelli e chiese, seguendo idealmente il corso del Fiume Oglio; tutti ruotano intorno a un tema centrale che cambia ogni anno. Unico nel suo genere, il Festival è stato insignito dell'EFFE (Europe for Festivals, Festivals for Europe) Label: un riconoscimento volto a rappresentare oltre 43 paesi europei attraverso i festival che si distinguono per l'alta qualità artistica e per il significativo impatto a livello locale, nazionale e internazionale. Ce ne parla Francesca Nodari, ideatrice, fondatrice, direttrice scientifica, vera e propria anima della manifestazione.