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Venerdì, 12 Febbraio 2016 18:06

Il secondo appuntamento del percorso «Fare memoria», dopo aver toccato Chiari ha raggiunto la nostra città, protagonista la scrittrice Paola Fargion

Il ruolo e la sofferenza delle donne nella Shoah.
L'assessore: «La storiografia e la letteratura hanno da sempre valorizzato la figura dell'uomo, stasera vinciamo un antiquato conservatorismo» ROVATO - Lunedì 8 febbraio in Municipio si è tenuta la seconda tappa del prestigioso festival «Fare memoria», un ciclo di incontri culturali iniziato a Chiari la scorsa settimana e ora giunto anche nella capitale della Franciacorta.

Argomento dell'iniziativa, come confermato da Francesca Nodari, portavoce della fondazione organizzatrice «Filosofi lungo l'Oglio», quello di «affermare a piena voce la necessità del fare memoria per la coscienza collettiva e per le nuove generazioni, che non avranno più la possibilità di ricevere questa dolorosa testimonianza direttamente da chi l'ha vissuta». Ospite d'eccezione, Paola Fargion, autrice di romanzi e infaticabile organizzatrice di eventi e conferenze che abbiano come tematica l'ebraismo. La serata è stata introdotta dall'assessore Simone Agnelli, I relatori all'incontro sulla Shoah che ha ricordato la scelta interessante di mettere al centro dell'attenzione, in relazione alla Shoah, la figura della donna, spesso trascurata. «La storiografia e la letteratura hanno da sempre valorizzato la figura dell'uomo. Grazie a questo ciclo di incontri, che l'amministrazione intera è onorata di ospitare, è possibile riflettere anche sulla figura della donna, vincendo così un antiquato conservatorismo». In seguito ha preso la parola la stessa scrittrice, focalizzando il suo discorso sulla drammaticità della Shoah intesa, oltre che come crimine nei confronti del popolo ebraico ed insieme di sofferenze indicibili, anche come un vero e proprio attentato alla compattezza ideologica ebraica. «Dopo la Shoah, molti sopravvissuti hanno rifiutato l'identità ebraica come reazione alla sofferenza che aveva determinato. In questo modo, oltre agli ebrei ortodossi e ai laici di origine ebraica, si è creato un nuovo gruppo di individui: delle persone consapevoli delle loro origini e della loro tradizione religiosa, ma restii ad accoglierla interamente». Al termine dell'incontro, Paola Fargion ha parlato della recente possibilità finalmente concessa anche alle donne di poter pregare dinanzi al muro del pianto, privilegio concesso solo agli uomini, definendola come «un decisivo passo avanti nell'apertura al femminile di un mondo che rimane purtroppo ancora molto conservatore».

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