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Venerdì, 17 Luglio 2015 09:00

La parola e il volto narrano il futuro del cibo a tutti

TRAVAGLIATO. Bernard Kasper, tra i filosofi più amati dell’orbe terrestre, cittadino onorario di Travagliato, amico del festival dei Filosofi lungo l’Oglio, mercoledì sera era fisicamente assente, ma idealmente seduto tra la direttrice Francesca Nodari e l’ospite della serata, il prof. Francesco Paolo Ciglia, in quella sorta di altarino posto in principio al lungo rettangolo del cortile oratoriano in cui si dettava la sua apparizione: Casper cittadino onorario di Travagliato, Casper cogeneratore del riconoscimento del pittore Civerchio e del restauro della bella opera, «La salita al Golgota», Casper amico paterno di Francesca Nodari con cui aveva appena parlato al telefono: «mi saluti i concittadini di Travagliato».

Casper, infine, maestro e collega del prof. Francesco Paolo Ciglia relatore sul tema «Il pane,il volto e la parola». Dedicato e limpido il saluto del parroco di Travagliato, don Mario Metelli, grato al festival, a Kasper, a questa unione di relazioni,a Francesca Nodari e al suo gruppo.

Il caos iniziale. Caldo dittatoriale, Ciglia fresco come una rosa - almeno dal tono e dalla lucidità dello studio - a sormontare il rapporto primo tra i primi secondi del bimbo dissequestrato dal cordone ombelicale in un caos iniziale da cui viene di nuovo liberato dal seno materno. Il prof. Ciglia informa che la distanza tra il cibo del seno, il latte e il volto della madre è la più ravvicinata nel mondo animale,salvo recuperare un antico dossier scientifico dove si afferma che soltanto certi prima- ti porgono una distanza così prossima. Il seno, lo sguardo, il cibo liquido del pane futuro e quindi le parole che vengono riconosciuti in un volto che non sparirà. Questa la potenza immediata della madre, la garanzia di un cibo, di una presenza fluttuante senza scadenza. Almeno, nella norma del fare e del pensare degli affetti e nella storia della letteratura dell’infanzia.

La presenza della madre. Ma, avverte il prof. Ciglia,la presenza della madre, rispetto all’esigenza totalizzante del bambino, sarà forzatamente fluttuante, ci sarà e tornerà e in quella pausa di un naturale andare e venire si formeranno i brufoli della mente, ora semplici, ora complicati per future nevrosi o per guidate normalità. Il governo della fame, il cibo, non altro che amore, rappresentano i punti estremi di un pendolo: la parte felice è il cibo-seno-amore-presenza, e il punto inquieto è l’assenza, il vuoto. Quella perdita di relazione di cui il cibo è garanzia di unione, di trovarsi, congiungersi,capirsi.La fame è la mancanza di tutto questo. Appare, in lontananza, la causa di ogni sbandamento, la non ragione per cui la fame aggredisce- noi colpevoli - centinaia di milioni di persone. La causa è il male, laicamente misterioso,non indagabile secondo Kant e i kantiani.Per le religioni,invece,palpabile all’origine, nella colpa, nel peccato. Intanto la fame cresce e la filosofia serve per un’alleanza contro l’egoismo.

Metafore e fiabe. La conclusione del prof. Ciglia viene dall’analisi della sua lezione piena di suggestioni metaforiche e prese fiabesche, sempre sorrette da ripassi distoria della cultura, dalla filosofia all’antropologia, dallo studio delle lingue alla decodificazione dei comportamenti. Con un legame verso il mondo dell’infanzia di cui tratterà questa sera, sicuramente, la scienziata della psicologia e della pedagogia contemporanea, Maria Rita Parsi, a Castelmella in piazza Unità d’Italia. Modera il direttore di Teletutto, Nunzia Vallini. In caso di pioggia, staremo, alle 21,15 all’auditorium Giorgio Gaber. In caso di pioggia, cioè nel caso in cui i marziani attacchinol’hinterlande la città. Questa sera.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Tonino Zana
  • giornale: Giornale di Brescia

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