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Martedì, 02 Luglio 2013 23:47

È bene imparare a vedere noi stessi in dialogo con l’occhio degli altri

Francesca Rigotti Francesca Rigotti

La Corte Margherita, nella Corzano della campagna estiva, l’altra sera era un terzo del paese, 500 anime pensose dietro alla grande carovana dei Filosofi lungo l’Oglio guidata dalla dott.ssa Francesca Nodari, così da stupire pure una prof. addestrata al pubblico come Francesca Rigotti, simpatica anche in un’ironica lamentazione sul contingentamento delle donne, sempre più poche dopo l’addio della stella Margherita Hack.

Applauso. Eppure, in piena maggioranza in uno sguardo d’insieme alla platea, molto più del sessanta per cento femmina, della terra che è altrettanto femmina come la campagna, con lei e la Nodaria mettere a sandwich il bravo sindaco Francesco Fontana, due femmine contro un maschietto, con lo stelle femmine in cielo, il quale cielo, forse, se non si cambia stanotte in «ciela», rimane maschiolino. La questione si svolge su «Noi e gli altri» con il titolo non manicheo: «Gli altri: inferno o paradiso?». Meglio, il bene e il male ricavati secondo la sequenza dello sguardo, dell’osservazione, di un mega punto di vista oculare.

Quando è bene e paradiso equando è male e inferno, la persona e il mondo, noi e gli altri? La prof.ssa Rigotti edita in profondità il punto di ricerca: il bene, il paradiso è la sicurezza di farsi riconoscere per quello che si pensa di essere. Abituati a una visione di sintesi, dovremmo subito prendere la mediazione di Amartya Sen proposta dalla filosofa e metterla in cima anziché in fondoalla lezione. Dice Sen:noi siamo il frutto di molte parti identitarie, la nostra libertà è scegliere quella che riteniamo più autenticamente nostra e operare affinchéanche il prossimo si convinca che noi siamo tali. Seguono,aggiustamenti e mutamenti. Reciprocamente.

Tuttavia, sottolinea la prof.ssa Rigotti, le cose sono più complicate. Lei prenderà sotto tutela il pensiero di Leibniz, di Sartre e il proprio, proporrà il bene, il paradiso con un buon senso di non assolutezza. Sotto, tocca a Leibniz. Mettersi al postodell’altro è il modo più conveniente e convincente per incarnare la regola d’oro del vivere: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Il posto dell’altro è il vero punto di prospettiva. L’inferno accade quando si vede senza essere visti,qualcuno decide di mettere sotto controllo il prossimoconuno sguardo non reciproco, nascosto, non condiviso. Lo sguardo che guarda senza essere guardato è fonte di male, è inferno. Avanzi Sartre: il problema dell’altro riguarda la società, per conoscerci è indispensabile conoscerci congli occhi degli altri e ognuno conosce se stesso solamente con il giudizio degli altri. Sartre mette la rassegnazione in mano allo sguardo dell’altro e l’inferno è viversi in questo modo esclusivo.

Segue il libro, «L’essere e il nulla», la mia libertà rimane la mia esistenza conosciuta dagli altri, il senso profondo del mio essere è fuori di me. Inferno. Finalmente, ecco Franca Franchina, fino all’età piccola e quindi Francesca all’università, Rigotti. Perché ci interessiamo di Franchina, la piccola Rigotti? Perché lei ci illustra un «capriccio» secondo la genitorialità sua, una premonizione secondo noi, allorché da bambinella alza la voce: io non sono quello che gli altri vogliono che io sia, anzi, meglio, io voglio vedermi come mi vedono gli altri. La mettono davanti allo specchio: ecco come ti vedono gli altri, carissima capricciosa dei Navigli e non del Mississippi.

La Franchina, futura Francesca risponde che no, che quello specchio rimanda una parte di sé, non completa e non, diciamo, completamente tridimensionale. Non leva di essere vista secondo lo specchio di Perseo perché lei è buona e fedele alla propria innocenza e non è, certamente, la Medusa a cui tagliare la testa. Sui Navigli non ci sono serpi e la sua testolina viaggia a trecento all’ora, come nel presentarla sostiene Francesca Nodari: prof.ssa Rigotti, cuore di mamma e testa di mamma. Conclusione della ottima prof. sotto esame alla corte Margherita di Corzano(110 e lode in empatia con l’altra Francesca): non intendo essere posseduta dagli altri, gli altri non detengano il mio segreto,dobbiamo vedere noi stessi anche con lo sguardo degli altri, ed è il bene, il paradiso; nella libertà combattiva e leale di riconoscere l’umanità degli altri e la propria buona identità. Paradiso.

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