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Giovedì, 02 Agosto 2012 02:00

Dignità dell’uomo e libertà religiosa

Piero Coda - Dignità 2012 Piero Coda - Dignità 2012

E' stata affidata alla riflessione di Piero Coda la conclusione della 7ª edizione di “Filosofi lungo l’Oglio”, incentrata quest’anno sul tema della dignità.

Nella splendida chiesa di Santa Maria delle Grazie a Soncino, lunedì 23 luglio, il sacerdote e teologo, introdotto dal direttore scientifico del festival Francesca Nodari, ha proposto la sua riflessione sul tema della libertà religiosa come massima espressione della dignità dell’uomo. Lo ha fatto a partire dalla dichiarazione Dignitatis humanae, uno degli ultimi documenti prodotti dal Concilio Vaticano II, approvato proprio il giorno prima della sua solenne conclusione.

La dimensione della dignità umana, ha affermato Coda, è da sempre centrale nella fede cristiana, ma si è appunto dovuto attendere il Concilio perché essa venisse espressa nella più alta forme della libertà religiosa. Ed oggi che, a 50 anni dalla sua apertura, il Concilio continua a essere un evento fondamentale nella storia recente del mondo e una bussola per tutti, anche la dichiarazione sulla libertà religiosa svolge un ruolo capitale, come ebbe a dire papa Paolo VI, affermando che avrebbe fissato l’atteggiamento della Chiesa per parecchi secoli.

Eppure questa dichiarazione ebbe una storia alquanto travagliata, prima come parte di un discorso più generale di dialogo con le altre confessioni religiose, poi come documento a sé, che necessitò di essere ripresentato a causa delle tensioni tra i fautori di due posizioni all’interno del Concilio, differenti quanto all’interpretazione del rapporto con la tradizione della Chiesa, venendo a costituire un punto di discussione che si protrae fino al giorno d’oggi. Ma su quali basi si fonda il discorso portato avanti dalla Dignitatis humanae mettendo in rapporto dignità umana e libertà religiosa?

Coda ha risposto individuando cinque livelli fondamentali. Prima di tutto ha definito la libertà religiosa, che risulta come un diritto su cui né l’autorità civile, né la politica hanno alcun potere. Essa si fonda sulla dignità stessa della persona umana poiché l’uomo è libero in quanto formato a immagine e somiglianza di Dio e grazie al fatto che Dio gli “lascia spazio” e gli permette di determinarsi. Parlando poi del rapporto con la fede cristiana, Coda ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’atto di fede è libero, altrimenti non esiste, perché non si può imporre la fede. E di questa libertà Gesù è la manifestazione perché si dona gratuitamente. Quanto poi allo sviluppo di questa libertà nella storia e al giorno d’oggi, Coda ha riconosciuto che la Chiesa non sempre è stata all’altezza e ha commesso degli errori, per i quali Giovanni Paolo II fece la famosa richiesta di perdono, e che molto ha ricevuto dal mondo.

Oggi è necessario riconoscere che le persone umane sono tutte legate tra loro e che ci vuole grande responsabilità per difendere la libertà religiosa, senza lasciarsi intimorire dalle differenze, perché la differenza è dono e la dignità umana corrisponde alla dignità della differenza. La conclusione in due paradossi: non siamo liberi di non essere liberi e la più alta dignità dell’uomo è rimettere la propria volontà nelle mani Piero Coda, sacerdote teologo, presidente dell’Associazione teologica italiana e dell’Istituto universitario Sophia, è legato al movimento dei focolarinidi Dio per riceverla nuova e ampliata nell’amore.

È stato questo l’ultimo dei 15 incontri filosofici della rassegna di quest’anno, una rassegna che, nelle parole di Francesca Nodari, ideatrice e “anima” dell’iniziativa si è consolidata nei numeri, ma soprattutto nel formato.

“Quest’anno – ha affermato infatti – abbiamo raggiunto le 10.500 presenze complessive ed è solo uno dei numeri che hanno caratterizzato quest’edizione. Il festival è entrato ormai nella sua fase adulta e segue tre linee di sviluppo: le lezioni, l’istituzione del premio internazionale di filosofia (quest’anno andato a Bernhard Casper) e il seminario con giovani filosofi. Riproporremo inoltre l’esperienza a gennaio di riflessione sull’Olocausto e prima, in dicembre, presenteremo il volume collettaneo di tutti gli interventi di quest’anno, anticipando nel contempo il tema del prossimo festival”.

Informazioni aggiuntive

  • autore: Francesco Uberti
  • giornale: La voce del popolo

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