Domenica 20 luglio, alle 10 dal campo sportivo di Barco di Orzinuovi prenderà avvio una «passeggiata filosofica» di facile percorrenza. Tra i materiali da portare con sé - info utili sul sito filosofilungologlio.it - sono fondamentali penna e taccuino, per trasformare in parole proprie le impressioni provate e le sollecitazioni filosofiche, letterarie e poetiche proposte lungo il percorso (è richiesto un contributo di 15 euro; in caso di pioggia, si terrà solo il reading poetico presso la Fondazione Filosofi lungo l'Oglio a Villachiara, via Le Vittorie 11).
Elisa Barbieri, quali sono i contenuti di questa Wanderung poetico-filosofica?
È un allenamento alla libertà e alla consapevolezza del sentire, un esercizio di presenza che apre alla relazione con se stessi, con il paesaggio e con gli altri. Si tratta di un lavoro individuale e collettivo insieme, con un aspetto creativo: si cerca di trasformare l'esperienza vissuta in un messaggio personale attraverso la scrittura autobiografica e poetica.
Cosa avviene durante la passeggiata?
In genere sono previste una parte di tragitto in comune e una individuale e libera. La prima parte serve ad ambientarsi, conoscersi, affidarsi. L'esplorazione individuale, che qui avverrà in una radura, chiama poi ognuno a trovare il proprio sentiero. Tutto è orientato a creare una connessione con l'altro da sé attraverso i sensi.
Ci saranno letture e anche scritture?
Alcune letture, e una fase finale in cui darò una consegna di scrittura, un «diario osservativo» partendo dal quale, attraverso giochi poetici, realizzeremo brevi componimenti da disseminare nell'ambiente, con questa idea anch'essa romantica di affidare i nostri messaggi al vento. Sono esperienze che normalmente creano un clima di grande intimità e serenità: mi auguro che accada anche al festival bresciano.
Ha riflettuto su questi temi in un libro, «A passo poetico. Praticare la poesia in cammino» (Mimesis).
Ho provato a tracciare le linee guida per una pratica individuale di cammino e scrittura. Non solo per aspiranti poeti, ma per chiunque voglia ritrovare uno stato di consapevolezza, creatività, stupore. Nella ricerca, ho esaminato i diari scritti durante alcuni laboratori di scrittura autobiografica in cammino della Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari.
Cosa ha riscontrato?
Sono emerse reazioni comuni, nel momento in cui si entra in un'ottica di gratuità del cammino: un senso iniziale di straniamento, un risveglio della creatività, il formarsi di una relazione molto personale con i luoghi, lo stupore, la corrispondenza tra il paesaggio interiore ed esteriore, il superamento del senso di solitudine attraverso la personificazione degli elementi naturali. Infine, anche un senso di intimità cosmica, di connessione profonda con il paesaggio.
Ma la natura non è più quella dei tempi di Goethe...
Il poeta pensa che tutto abbia dignità, non fa distinzioni. Noto in questo momento un grande interesse verso le ibridazioni, anche quelle del paesaggio. Si parla di «terzo paesaggio», con l'idea che ci sia un fascino anche nelle opere dell'uomo che vengono abbandonate e sono inglobate e ridisegnate dalla natura. Le nostre periferie sono piene di questi ruderi.
Si può ancora vagare senza meta in una società dai ritmi accelerati?
La nostra società è profondamente malata: una malattia dilagante che ci rende sempre più estranei a noi stessi e agli altri. Abbiamo bisogno di guide e di comunità. Trovo allora positivo che l'arte si faccia sempre più relazionale: gli artisti si svincolano dall'esito performativo per curare i processi, ritenuti più importanti del risultato finale. Lo faremo anche noi nella Wanderung. Abbiamo questa chance, di trovare nell'arte un nuovo orizzonte.