Skip to main content
Venerdì, 30 Giugno 2023 08:12

«La cultura contro il narcisismo maligno che domina il mondo»

Alla psicologa Maria Rita Parsi il premio di Filosofi lungo l'Oglio e l'abbraccio del pubblico
In una cerimonia carica di affetto, Maria Rita Parsi ha ricevuto l'altra sera a Gardone Val Trompia il «Premio internazionale Filosofi lungo l'Oglio. Un libro per il presente». Il riconoscimento, giunto alla dodicesima edizione, è andato al libro «Manifesto contro il potere distruttivo», edito nel 2019 da Chiarelettere; ma a risaltare è stata anche la lunga amicizia che lega la nota psicologa e psicoterapeuta alla rassegna bresciana.

Madrina del festival, esponente del comitato scientifico, Parsi «ha creduto fin dall'inizio in una manifestazione in cui pochissimi credevano», come ha sottolineato la direttrice scientifica, Francesca Nodari. Ha accompagnato l'iniziativa nella sua crescita fino agli appuntamenti di questa diciottesima edizione, ancora una volta premiati da un grandissimo afflusso di pubblico. «Dopo il Covid ha osservato Nodari le nostre società sono più rancorose, ci stiamo distanziando. Il festival vuole aggregare, generare una comunità del pensiero fatta di persone che si incontrano in carne e ossa».

Un obiettivo raggiunto anche mercoledì sera, nel cortile di villa Mutti Bernardelli. Qui hanno accolto la studiosa le assessore alla Cultura di Gardone Val Trompia, Emilia Giacomelli, e della Comunità Montana di Valle Trompia, Ivonne Valcamonico. Grazie all'impegno della Comunità triumplina, gli incontri dei Filosofi in valle sono aumentati fino a quattro: un piccolo «festival nel festival» che si chiude stasera alle 21 nel Museo «Il Forno» di Tavernole sul Mella, con la conferenza di Giovanni Ghiselli.

A Francesca Rigotti, docente di Dottrine politiche presso l'Università di Lugano e presidente della giuria del Premio, è toccato il compito di motivare la scelta. L'ha fatto con una vivace «laudatio», andata subito oltre il volume oggetto della premiazione: «Tutto il lavoro di Maria Rita Parsi andrebbe premiato per la sua umanità, il coraggio e l'audacia». Il libro, scritto da Parsi con Salvatore Giannella, è un manifesto «battagliero e coraggioso», una critica appassionata al potere e all'autorità, «quando si pongono al servizio dell'odio, della paura, della menzogna, del controllo ossessivo e di ogni conflitto e guerra tra esseri umani». Un atto di accusa controbilanciato da «un decalogo del potere positivo, che individua gli strumenti umanistici e scientifici per il cambiamento».

Maria Rita Parsi ha rincarato la dose: «Sono convinta di quello che ho scritto, al punto da pensare che gran parte del mondo è in mano ai folli, individui che se fossero sottoposti a indagine psichiatrica verrebbero rinchiusi». Domina un «narcisismo maligno» che ha la sua origine nell'angoscia di morte, «la madre di tutte le angosce umane», che può causare anche la più violenta delle difese: «Dare la morte diventa un potere più grande di quello femminile di dare la vita».

Oggi, tuttavia, possediamo gli strumenti «umanistici e scientifici» per conoscere ed affrontare il problema. Bisogna mettere «la salute mentale» al primo posto e coltivarla con la formazione e la cultura, sopportando le famiglie e la scuola, che «deve diventare un centro culturale polivalente sul quale investire». È un discorso fatto «con tutto il cuore» e molta preoccupazione. Perché, avverte Parsi, se «Dare la morte diventa un potere più grande di quello femminile di dare la vita» abbiamo i mezzi per diffondere la consapevolezza e «cambiare il mondo», possediamo anche «quelli distruttivi per farlo finire». Un avvertimento che guarda lontano, come sa fare il festival. Nel 2020, ha ricordato Francesca Nodari, il Premio andò al cardinale Matteo Maria Zuppi, nominato l'anno scorso presidente della Commissione episcopale italiana e in questi giorni inviato da papa Francesco a Kiev e Mosca: «Gli abbiamo inviato un sincero augurio per la sua difficilissima missione di pace». 

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...