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Martedì, 05 Luglio 2022 16:56

Fragilità e silenzi: Demetrio a Credano

Duccio Demetrio è stato per molti anni docente di Filosofia dell'educazione all'Università di Milano Bicocca Duccio Demetrio è stato per molti anni docente di Filosofia dell'educazione all'Università di Milano Bicocca

Neli' Odissea il protagonista del poema è definito «pobítropos», aggettivo che talvolta è reso con «astuto»: «Questa traduzione - obietta Duccio Demetrio - è abbastanza infelice, perché etimologicamente la politropia indica non l'attitudine avivere di furbizia ed espedienti, ma la capacità di volgersi viavia indifferenti direzioni, di conciliare nella propria esperienza personale una pluralità di forme e attività».

Per molti anni docente di Filosofia dell'educazione all'Università di Milano Bicocca e cofondatore della Libera Università dell'Autobiografia diAnghiari, che si ispira al principio e al metodo di una «pedagogia della memoria», martedì alle 21 Demetrio sarà ospite della rassegna Filosofi lungo l'Oglio al Palazzo Cortesi di Credaro, nel Borgo di Trebecco (in caso di maltempo l'incontro, a ingresso libero, si terrà nella Sala civica Lorenzo Lotto, in via Diaz). Condurrà una riflessione sul tema «In età adulta: politropie, fragilità, silenzi».

«Nel corso del tempo spiega comprendiamo gradualmente come quell'io che abbiamo imparato a nominare sin dall'infanzia costituisca un'identità plurima, una realtà complessa, variegata, polimorfa. La personalità dell'Odisseo omerico si manifesta talvolta nella sua forza, nella sua intelligenza, ma in altre situazioni anche nella capacità di commuoversi, di piangere: questo personaggio allude dunque a una sfida quella di accordare in sé la continuità e il cambiamento che riguarda ogni essere umano, specialmente al suo ingresso nell'età adulta».

«L'ego dice ancora Duccio Demetrio è chiamato a esercitare una sorta di regia, impedendo che la politropia degeneri e che la nostra vita si disperda in mille rivoli. Fernando Pessoane "Il libro dell'inquietudine" scriveva: "La mia anima è una misteriosa orchestra; non so quali strumenti suonino e stridano dentro di me: corde e arpe, timballi e tamburi. Mi conosco solo come una sinfonia". Un'orchestra necessita, appunto, di qualcuno che la diriga: noi invece, nell'epoca attuale, siamo particolarmente esposti al pericolo di subire l'effetto lacerante, doloroso di spinte contrastanti».



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