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Mercoledì, 14 Luglio 2021 15:58

«RIPARTIRE», IL DOVERE DI FARLO INSIEME

Ripartire insieme, diciassettesima lezione del sedicesimo Festival dei Filosofi lungo l'Oglio, lunecdì sera, nella sede della Fondazione, alla cascina Le Vittorie, catasto di Villachiara, aia grande come e più di piazza Loggia, 500 anni di storia.

Vi abitavano 200 persone e da qui ripartirono insieme dopo pesti e carestie, colera e straventi e non immaginarono mai di riunirsi a convegno per decidere di andare avanti, proseguirono il loro viaggio di vita e pregarono per tappe meno terribili, tra fatica e preghiere. Lunedì sera c'era il mondo alla cascina Le Vittorie per ragionare su come «Ripartire Insieme». Dovevate vederle queste 250 persone, in piedi, a cantare l'Inno d'Italia, come un'altra nazionale vittoriosa, con il maggiore dei carabinieri Comitti Beré sull'attenti e così il procuratore della Repubblica di Bergamo Antonio Chiappani con la moglie dottoressa Ermanna Derelli, i sindaci, il volontariato della sanità, gli infermieri del distretto, la Croce Verde del presidente Aldo Maffoni, imprenditori ragguardevoli come Mauro Bossoni. E sul palco i relatori: i sindaci di Brescia, Emilio Del Bono, di Bergamo, Giorgio Gori, e per il sindaco Galimberti di Cremona, l'assessore alla cultura, Luca Burgazzi, il vice prefetto Stefano Simeone, il consigliere regionale Gian Antonio Girelli, il vicepresidente della Fondazione dei filosofi, Marco Ermentini, e il dottor Pier Severo Micheli, medico in prima linea, amato dagli orceani e esempio di grande professionalità e spirito civico durante la pandemia. Non di contorno, ma in cammino doloroso e lucido, le poesie scritte dalle studentesse per l'associazione Rete di Dafne, recitate dalle donne dell'associazione, alla chitarra Eva Frosio. Il sindaco di Villachiara, Laura Bonfiglio, le ha presentate e dopo l'introduzione di Francesca Nodari, è cominciata la riflessione durata fino ad oltre la mezzanotte.

Riassumerla è un'impresa, scriveremo i segni maggior per le tappe della ripresa: il sindaco Gori ha in mente i suoi mille volontari, saliti spontaneamente in municipio, ha ridefinito l'impotenza maggiore della responsabilità, invitando a rialzarsi e «ricominciare insieme la corsa della vita». Il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono: «il passaggio è dal patire al ripartire, riscoprendo il valore della vita, in una comunità come densità delle relazioni. Potremo dimenticare quanto è accaduto? Potremo riusare le parole per il senso che hanno, possiamo non rimuovere il dovere inderogabile della solidarietà che non è una mancia pelosa, ma il richiamo costituzionale? Si riprendano le ispirazioni totali della fratellanza».

Sulla stessa linea del ritorno all'amore che vince la morte, ha riflettuto il viceprefetto Stefano Simeone, amato dai sindaci bresciani a cui ha dato e continua a dare risposte quotidiane. Struggente il dottor Micheli: «Non sono un eroe, sono un giusto, ho fatto il mio dovere».

Gianantonio Girelli si è posto sulla linea della fratellanza e dell'amore e sul piano operativo ha invitato alla necessità di «rinforzare la rete socio sanitaria sul territorio più che costruire nuovi ospedali». Ermentini ha puntato sull'impegno a non offendere clima e ambiente, a costruire nella sostenibilità autentica e non recitata. Infine Tino Bino, intellettuale appassionato di cultura politica e passione estetica: «Non saremo più come prima, il nostro spaesamento deriva dalla recisione delle radici. Ripartiremo insieme se ci ispireremo a un dovere di verità, alla rivelazione della verità di quanto è accaduto».



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