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Mercoledì, 03 Luglio 2019 08:29

Le strade della cultura

Sono tre capitoli di un unico, denso, straordinario filone di cultura che onora una fetta del territorio bresciano e assieme coltiva l'ambizione di un caposaldo lombardo alternativo al polo milanese.

In Valle Camonica e nelle vicine valli bergamasche ha chiuso nei giorni scorsi «Oltreconfine», un festival itinerante di letteratura che Stefano Malosso, anche in virtù del suo molo di editing per una importante casa editrice milanese, ha curato da gennaio all'inizio estate riempiendo sale lontane e appartate di voci prestigiose, di autori celebrati e di un pubblico inatteso. Un successo che pesa, che esige una analisi intelligente sul fenomeno dei bisogni culturali in periferia.

Nella seconda decade di giugno Riccardo Venchiarutti mantiene fede ad una tradizione consolidata, alla memoria di uno dei più importanti economisti del ventesimo secolo, Franco Modigliani, organizzando l'ennesima edizione sulla summer school cui partecipano centodiciotto allievi di ottanta nazionalità e una schiera di docenti delle maggiori facoltà di economia del mondo, dal MIT di Boston alla London Economics, fra i quali tre premi nobel per l'economia. È un appuntamento che ormai ha consolidato il rapporto con le università di Brescia e di Bergamo e che fa invidia ai grandi festival dell'economia.

Dal 4 giugno scorso poi e fino a domenica ventuno luglio, poi la XIV edizione del festival filosofi lungo l'Oglio diretta e inventata da Francesca Nodari, raduna in ventotto luoghi diversi pensatori intorno ai tanti significati del «generare». Le strade della cultura. Si ospita in un territorio che va da Sabbio Chiese in Alta Val Sabbia a Soncino nella bassa cremonese. E una iniezione di impegno a pensare per cinquanta giorni con una intensità che anche un festival stanziale farebbe fatica a sostenere.

Per le tre le iniziative sono rintracciabili comuni valutazioni di merito e linee guida che rappresentano il senso di una convinta maturità . Questa linea di confine che va da Edolo alla bassa racconta di occasioni culturali pari a quelle delle grandi città, in alcuni casi perfino più raffinate.

La seconda considerazione riguarda il successo di tutti gli incontri. Sono serate di ascolto piene, un bisogno di pensieri lunghi e riflessioni complicate esattamente opposte al dichiarato e dettagliatamente analizzato dominio dei social. E terzo elemento riguarda la dimensione del territorio coinvolto. Brescia ha ragionato politicamente sulla costruzione della Lombardia Orientale, di un luogo e di un ruolo alternativi all'attrattiva milanese. Queste tre iniziative sono, in quella direzione,una risposta originale e convincente.



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