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Venerdì, 20 Luglio 2018 06:57

Maria Rita Parsi: Educhiamo a condividere gioie e sofferenze del vivere insieme

Maria Rita Parsi e Francesca Nodari Maria Rita Parsi e Francesca Nodari

PALAZZOLO SULL'OGLIO. Pienissimo a San Fedele in Palazzolo. La chiusura del XIII Festiva! dei Filosofi lungo l'Oglio è da finale mondiale, chiesa piena, molti seduti sui gradini. Con la gioia di chi ha fatto il massimo e lo ha ottenuto, la leader dell'evento Francesca Nodari, amica della super relatrice Maria Rita Parsi, che la accompagna anche nell'esposizione dei numeri che compongono la manifestazione.

Sotterrati sotto questo popolo gli incompetenti e gli invidiosi, incapaci di riconoscere prestigio e intelligenza a questo Festival. Felici il sindaco di Palazzolo, Zanni e il vice Cossandi, felici tutti per l'armonia della nuova parola chiave del prossimo anno, «Generare», abbracciata alle due precedenti, «Toccare» e «Condividere».

Ascoltiamo i numeri, i documenti del Festival tredicesimo: 27 lezioni di filosofia, 25 eventi collaterali, 25 mila presenze rispetto alle 22 mila dell'anno scorso, 150 mila contatti facebook, 79 mila utenze sul sito, 44 giorni di vita culturale dell'evento, 27 relatori, 25 Comuni coinvolti, 2 mila km il circuito del Festival, da Orzinuovi a Palazzolo. Maria Rita Parsi ci mette un carico da undici nella premessa alla relazione, «Condividere in famiglia, a scuola, nel sociale, le sofferenze e le gioie del vivere insieme». «Le persone sono libere se condividono e non dividono dice così la prof. Parsi poiché rimanendo uniti e comprendendosi le persone sono leali e fedeli».

Leale e fedele lo «Straniero» del prof. Curi, titolo del libro appena premiato, leali e fedeli gli ospiti ospitanti. La condivisione spiega la prof. Parsi segna la fine della solitudine, dell'angoscia più grave di ogni tempo e del nostro in particolare. Viene dal nemico intimo che è dentro di noi, il quale invita a tenere l'altro a distanza, esaltando la propria frustrazione e i propri complessi da «inferiority complex». Il complesso di inferiorità è la brutta bestia che attanaglia "parvenus" e un giovanilismo falsamente emergente in ogni campo. «La radice del "Condividere" spiega la prof. Maria Rita Parsi è profonda, la sua negazione avanza dalla parte più orribilmente misteriosa, dalle nostre profonde interiorità. Va analizzata e tramutata in bene. Se siesclude l'ascolto, si è condannati alla ritorsione verso l'altro». Ad odiare per esistere. Per vincere le contraddizioni umane è fondamentale alimentare la cultura della bellezza, della letteratura, dello stare insieme con il buon cibo del vivere. La famiglia diviene il nucleo centrale di una strategia verso il bene con gli altri. I genitori devono esserci e non sparire. «Non è vero continua la prof. Parsi che le famiglie siano peggiori. Oggi sono venuti. alla luce con la zoppicante educazione dei "panni sporchi lavati in casa" e si sa tutto di quanto manca al rapporto tra genitori e docenti. In assenza di questa unione, l'educazione diviene zoppicante». Con il tradimento, con l'infedeltà, viene avanti Caino il quale risponde al Signore: «Sono forse io il guardiano di mio fratello?»: Maria Rita Parsi invita agli Stati Generali delle Idee, chi non condivide, si autoesclude.

Educazione civica. Oggi è fondamentale portare alla luce l'educazione civica, la conoscenza della Costituzione. C'è chi giura su di essa e non la conosce. Condividiamo l'intelligenza, la conoscenza, battiamoci, fino in fondo, riscopriamo la pi il i7ia morale, il rapporto fedele tra la predicazione e il comportamento, non possiamo essere amici dei poveri e dei deboli, italiani e stranieri, se prendiamo 10 volte quello che prendono loro e lo nascondiamo tra le pieghe di uno slogan, di una furbata che non durerà a lungo. Presto, chi soffre, ci chiederà conto della sua sofferenza e costoro ci chiederanno cosa possiamo fare per loro, non cosa predichiamo. Allora, i gettoni di presenza, gli stipendi lauti, i mille vitalizi si squaderneranno ovunque, sui social, sulla carta stampata, in televisione, sui muri, altrimenti si gioca una partita all'imbroglio. Ci suggerisce Maria Rita Parsi: se il rapporto tra il detto e il fatto non corrisponde, si va alla malora. Si dicano nomi e cognomi di questa malora. // Centrale è il rapporto tra i genitori e i docenti: senza questa unione il risultato diventa «zoppicante» Ultimo atto.



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