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Lunedì, 19 Marzo 2018 12:21

Festival dell’Ascolto a Gorgonzola

«Le analisi fatte in questi anni – spiega il sindaco Angelo Stucchi – ci dicono di un consolidamento di un processo che vede all’interno della stessa classe sociale, convivere individui e famiglie con situazioni profondamente diverse: per reddito, condizioni e prospettive di vita. L’identità sociale si costruisce ancora attraverso il lavoro, ma in modi più complessi e frammentati che nel passato. Più che la professione, l’elemento dominante è diventato il reddito. È altrettanto evidente che la disuguaglianza sta aumentando perché un gruppo sempre più ristretto di persone ricchissime detiene la maggior parte delle risorse a scapito di tutte le altre classi sociali»

Quanta disuguaglianza – conclude il primo cittadino – siamo disposti ad accettare? È per trovare una risposta a questa domanda che ci siamo fatti promotori di questa prima edizione del Festival dell’Ascolto. Non solo una nostra riflessione, ma quella di un territorio più ampio, con l’ausilio di figure di primo piano e di ampie competenze, per trovare o far emergere soluzioni più efficaci contro la disuguaglianza».

Promosso dalla Fondazione Filosofi lungo L’Oglio in collaborazione con i Comuni di Milano, Cesano Boscone, San Donato e Gorgonzola, la Casa della carità di Milano, la Caritas Ambrosiana e la Caritas della Diocesi di Brescia, la manifestazione Festival dell’Ascolto vuole far dialogare alcuni tra i maggiori filosofi e pensatori contemporanei con persone che hanno vissuto e stanno elaborando percorsi di vita molto dolorosi.

L’antropologo Marc Augé, Enzo Bianchi, la psicologa Maria Rita Parsi, il magistrato Fabio Roia, la sociologa Chiara Saraceno e il Cardinale Francesco Coccopalmerio sono i relatori di questo primo ciclo di incontri sul tema “disuguaglianze” declinato nelle sue molteplici accezioni a partire dal confronto, dall’incontro e dal dialogo – nella sua accezione più alta –, con chi ha commesso reati gravi, con chi è vittima di soprusi o è caduto nelle trappole dello sfruttamento.

Al centro la promozione della pratica dell’ascolto, dando la parola a coloro che, a vario titolo e a più livelli, si fanno testimoni di vissuti segnati dal disagio esistenziale, sociale, economico, morale proprio per dare una risposta concreta ai disagi dell’odierna società ad alta complessità, che individua nell’utopia dell’educazione, come la definisce Marc Augé, una chance sulla quale scommettere.

«Un disagio dai mille volti – spiega Francesca Nodari, filosofa e direttrice del festival – che spesso incontra indifferenza, freddezza, emarginazione nel quotidiano tumulto delle nostre vite di corsa. Spezzare il circolo vizioso dell’iperindividualismo e di un soggetto egocentrato è possibile se si dà corso a nuove pratiche di vita così come a offerte culturali che mettono al centro chi è sempre stato ai margini e da lì, da quell’esperienza di vita, partire, se così si può dire, per riflettere – grazie all’intervento dei maggiori pensatori contemporanei».Sa

il Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, a concludere la manifestazione con le sue “Riflessioni sul Diritto. Ontologia delle periferie esistenziali di Papa Francesco” venerdì 23 marzo alle ore 20.45 presso la Chiesa parrocchiale dei SS. MM. Protaso e Gervaso.Proprio il Pontefice sottolineava nel suo messaggio per la I Giornata mondiale dei poveri il 13 giugno 2017:

«Se, pertanto, desideriamo offrire il nostro contributo efficace per il cambiamento della storia, generando vero sviluppo, è necessario che ascoltiamo il grido dei poveri e ci impegniamo a sollevarli dalla loro condizione di emarginazione. [...] Conosciamo la grande difficoltà che emerge nel mondo contemporaneo di poter identificare in maniera chiara la povertà. Eppure, essa ci interpella ogni giorno con i suoi mille volti segnati dal dolore, dall’emarginazione, dal sopruso, dalla violenza, dalle torture e dalla prigionia, dalla guerra, dalla privazione della libertà e della dignità, dall’ignoranza e dall’analfabetismo, dall’emergenza sanitaria e dalla mancanza di lavoro, dalle tratte e dalle schiavitù, dall’esilio e dalla miseria, dalla migrazione forzata. La povertà ha il volto di donne, di uomini e di bambini sfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e del denaro. [...] Tutti questi poveri – come amava dire il Beato Paolo VI – appartengono alla Chiesa per “diritto evangelico” (Discorso di apertura della II sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II, 29 settembre 1963) e obbligano all’opzione fondamentale per loro».

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