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Lunedì, 09 Giugno 2014 23:48

Prestare fede

«Non ho mai incontrato in vita mia un uomo simile a lui per nobile semplicità e illimitata fiducia […] chiunque voglia può ingannarlo e chiunque lo ingannasse sarebbe poi perdonato da lui».

F. Dostoevskij, L’idiota

Affidarsi, confidarsi, prendere sul serio ciò che qualcuno ha da dirci o ci promette consapevoli che fidarsi sottende sempre e comunque una scommessa, ma che, paradossalmente, non potremmo vivere senza quest’atto stesso che la estrinseca. Senza fare fiducia. Senza praticarla. Sarà proprio a partire da i movimenti interni che sottendono la dialettica della fiducia, che sosterà Sergio Givone, ordinario di Estetica all’Università di Firenze, giovedì 12 giugno, a partire dalle ore 21.15, nel suggestivo contesto della Cantina Guido Berlucchi, in via Duranti 4 a Borgonato di Corte Franca (Bs). Sergio Givone – tra i maggiori interpreti della categorie cruciali della filosofia del Novecento, acuto studioso dell’opera dostoevskijana nonché conferenziere di fama internazionale – proporrà una lectio magistralis dal titolo: Prestare fede. In che termini? Sia nel senso di credere a un annuncio inaudito o a una parola di verità o anche a un racconto inventato ma capace di esprimere il vero.

CHI È SERGIO GIVONE

Laureatosi nel 1967 con Luigi Pareyson discutendo una tesi sulla ricezione contemporanea del pensiero di Pascal, Sergio Givone è stato docente di Estetica all’Università di Perugia e Torino. Già Pro-rettore dell’Università di Firenze, è ordinario di Estetica presso il medesimo Ateneo. Ha tenuto conferenze e cicli di lezioni in varie università straniere, fra cui la Autonoma di Madrid, la Sorbona di Parigi, la Standford University e l’Università di Tokio. A partire da un’originale interpretazione della lezione ermeneutica e esistenzialista si è occupato della ridefinizione di alcune fondamentali categorie del pensiero filosofico del Novecento, tra cui il concetto di nichilismo e l’«idea» di tragico. Termine quest’ultimo con il quale Givone intende quel pensiero che non pretende di eliminare le antinomie e di togliere le contraddizioni, ma semmai le assume al suo interno e getta luce su di esse. Pensiero «doppio» ma non per questo insensato o irrazionale. Studioso del romanticismo e dell’opera dostoevskijana, Givone ha pubblicato: La storia della filosofia secondo Kant, Mursia, Milano1972; Hybris e melancholia. Studi sulle poetiche del novecento, Mursia, Milano1974; William Blake. Arte e religione, Mursia, Milano1978; Ermeneutica e romanticismo, Mursia, Milano1983; Dostoevskij e la filosofia, Laterza, Roma-Bari1984; Storia dell’estetica, Laterza, Roma-Bari 1988; Disincanto del mondo e pensiero tragico, Il Saggiatore, Milano1988; La questione romantica, Laterza, Roma-Bari1992; Storia del nulla, Laterza, Roma-Bari1995; Eros/ethos, Einaudi, Torino 2000; Prima lezione di estetica, Laterza, Roma-Bari 2003; Il bibliotecario di Leibniz. Filosofia e romanzo, Einaudi, Torino 2005; Metafisica della peste. Colpa e destino, Einaudi, Torino 2012; Beati i miti perché avranno in eredità la terra (con R. Bodei), Lindau, Torino 2013; Morte (con S. Bahbout), Il Margine, Trento 2013. Sergio Givone si è dedicato anche alla narrativa, pubblicando tre romanzi: Favola delle cose ultime, Einaudi, Torino1998; Nel nome di un dio barbaro, Einaudi, Torino 2002; Non c’è più tempo, Einaudi, Torino 2008. Questo esito della sua attività intellettuale – che ne segna l’originalità – trova spiegazione nell’idea della filosofia come interpretazione e nell’attenzione costante e privilegiata alla poesia e alla letteratura. Nel recente libro-intervista Il bene di vivere, a cura di F. Nodari, Morcelliana, Brescia 2011, Givone ripercorre le tappe salienti della sua formazione e del suo pensiero. Collabora con numerosi quotidiani e riviste.

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