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La mistica di Vannini stasera a Orzinuovi
Marco Vannini: il maggior studioso italiano di mistica speculativa
A Santa Maria Assunta lo studioso classe 1948 «La generazione del Logos nell'anima» dalle 21.15
Dopo l'appuntamento di ieri con Detlev Schild a Erbusco, i «Filosofi lungo l'Oglio» (quattordicesima edizione, parola chiave: «Generare») ripartono stasera da Orzinuovi, dove alle 21:15 nella Chiesa di Santa Maria Assunta sarà Marco Vannini.
«La generazione del Logos nell'anima», il suo intervento. Considerato il maggior studioso italiano di mistica speculativa e traduttore dell'intera opera, latina e tedesca, di Meister Echkart, Vannini (1948) ha curato anche l'edizione italiana della Teologia mistica di Jean Gerson. Tra i lavori più recenti «Mistica, psicologia, teologia», pubblicato quest'anno, e «Indagine sulla vita eterna», l'anno scorso per Mondadori. Risale invece al 2012 «Nobiltà», pubblicazione a cura di Francesca Nodari, direttore scientifico del Festival. .
Per i Filosofi lungo l'Oglio il senso dell' unità di Vannini
Dopo l'appuntamento di ieri sera con Marc Augé a Calvisano, altro scalo nella Bassa per il viaggio culturale targato «Filosofi lungo l'Oglio» (tredicesima edizione, parola chiave: «Condividere»). Protagonista stasera a Orzivecchi sarà infatti Marco Vannini, il quale terrà una lectio magistralis intitolata «Io non sono uno che divide».
CONSIDERATO il maggior studioso italiano di mistica speculativa e traduttore dell'intera opera - latina e tedesca - di Meister Echkart, Vannini (1948) ha curato anche l'edizione italiana della Teologia mistica di Jean Gerson. Tra i suoi lavori più recenti si ricordano «Contro Lutero e il falso Evangelo», uscito l'anno scorso, «Inchiesta su Maria. La storia vera della fanciulla che divenne mito», scritto con Corrado Augias e pubblicato nel 2016, e «Nobiltà», del 2012, pubblicazione a cura di Francesca Nodari, che è anche direttore scientifico del Festival.
L'INCONTRO, come sempre a ingresso libero, è fissato per le 21.15 a palazzo Martinengo; in caso di maltempo si virerà nella vicina Chiesa Santi Pietro e Paolo (informazioni e dettagli con un clic al sito Internet www.filosofilungo-loglio.it). Nel vivo della settimana in assoluto più densa di appuntamenti di questa edizione, la rassegna proseguirà poi domani sera facendo scalo a Coccaglio, dove atteso ospite nella piazzetta auditorium San Giovanni Battista, in via, Castello, sarà Francesco Miano, che presenterà una relazione intitolata «La comunicazione esistenziale».
Non si ferma la voglia di filosofia. Grande successo per la XIII edizione del festival nomade "Filosofi lungo l'Oglio. Annunciato il tema della prossima edizione nella parola chiave "Generare"
Grande successo per la XIII edizione del festival Filosofi lungo l’Oglio diretto dalla filosofa Francesca Nodari e promosso dalla Fondazione Filosofi lungo L’Oglio. Circa 25.000 sono state le presenze complessive fra incontri ed eventi cornice nei ben 25 comuni coinvolti lungo il fiume Oglio nelle province di Brescia, Mantova e Cremona.
Continua il festival nomade "filosofi lungo l'Oglio". Nuove tappe a Brescia con Anna Foa, Giuseppina De Simone, Marc Augè, Marco Vannini e Francesco Miano.
Continua il festival nomade Filosofi lungo l’Oglio diretto dalla filosofa Francesca Nodari e promosso dalla Fondazione Filosofi lungo L’Oglio. Tante le nuove tappe in provincia di Brescia della tredicesima edizione del Festival, che ha da poco ricevuto il marchio dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018.
AD ACCOMPAGNARE GLI APPUNTAMENTI LO SPETTACOLO “ARLECCHINO NE SA UNA PIÙ DEL DIAVOLO”
Filosofi lungo l'Oglio. Oltre 2lmila LE presenze all' 11ª edizione
SONCINO - «Santa Maria delle Grazie era stracolma per l'intervento di Marco Vannini dal titolo Senza perché? afferma entusiasta Francesca Nodari, direttrice artistica e ideatrice di Filosofi l'ungo l'Oglio -. A Soncino e alla bellezza di santa Maria delle Grazie non riesco a rinunciare, per quanto da anni non arrivino contributi alla tappa del festival.
Quell'amare «senza perché» poco... amato dalle autorità L'esempio dei mistici nella lezione di Marco Vannini. Oggi Bodei, poi gli ultimi tre incontri
SONCINO. Santa Maria delle Grazie a Sonino, tempio del Rinascimento, cantato dalla scuola dei Campi, circondato da una campagna fresca, l'altra sera, a un chilometro dall'Oglio, ascoltava le parole di un pensatore della mistica medievale, quel Marco Vannini che misticamente si è messo tutto il calore rappreso nella chiesa e l'ha espresso, di tanto in tanto, in un sospiro toscaneggiante, prendendo fiato per l'impegno di una lezione dal titolo dogmatico, «Senza perché»: un titolo con poco ossigeno per avvicinarsi al culmine del concetto di Gratuità.
DALLA NOBILTÀ AL PREZZO DELLA DIGNITÀ DOPPIO APPUNTAMENTO PER IL FESTIVAL MARTEDÌ 3 LUGLIO MARCO VANNINI GIOVEDÌ 5 LUGLIO REMO BODEI
Dopo la penetrante lectio magistralis del teologo tedesco Eberhard Schockenhoff incentrata sul concetto di dignità umana legata a doppio filo all’idea di uomo come imago Dei – idea estendibile non solo ai credenti, ma a tutti gli esseri umani – e all’intendimento del soggetto come unità psicofisica ovvero come un esserci corporeo libero e responsabile e insieme vulnerabile, finito e mortale, il calendario del Festival entra nel vivo.
Seconda parte dell’intervista a Marco Vannini - Attualità della mistica
Quali sono le fonti greche della mistica speculativa?
«Il concetto stesso di mistica è greco, pre–cristiano. Scriveva giustamente Simone Weil che il padre della mistica occidentale è Platone, in particolare col suo Convito, ove si descrive il cammino di amore/filosofia che ascende, di grado in grado, dal sensibile all’intelligibile, fino al Bello in sé, che è anche il Bene in sé. È ancora Platone che conia il termine e il concetto stesso di teologia, affermando peraltro che di Dio sappiamo soltanto che è buono e che da lui vengono solo beni – niente altro – e che non dobbiamo pensare tanto di “conoscere” Dio, quanto di “farci simili” a lui (homòiosis tò theò), liberandoci dalle catene della corporeità, distaccandoci da tutto ciò che è illusorio e ascendendo verso la luce, come si può leggere nella Repubblica, nel celebre mito della caverna. Da Aristotele la mistica speculativa ha ripreso il fondamentale concetto di nous poietikòs, intelletto attivo: l’intelligenza pura, “separata”, non dipendente dal condizionamento dell’esperienza, che è eterna, divina, e costituisce l’essenza più vera dell’uomo. Questo è il concetto da cui deriva, attraverso varie mediazioni, il concetto stesso di spirito: non a caso il filosofo e teologo medievale Emerico di Campo potrà dire che “lo Spirito santo è la luce dell’intelletto attivo, che sempre risplende”, ed Eckhart ripete che lo Spirito Santo è dato solo a chi vive nella luce dell’intelletto – che è, appunto, il nous poietikòs aristotelico. Dall’eredità stoica, così profondamente passata nel mondo cristiano antico, la mistica riprende quel concetto di “fondo dell’anima” (Grund der Seele, in tedesco), o di “scintilla dell’anima”, o di apex mentis (tutte espressioni sostanzialmente equivalenti), che è quella parte, per così dire, dell’anima, che non è toccata da determinazioni di alcun genere e che è quella in cui abita Dio, e Dio soltanto. Dagli stoici viene peraltro anche la dottrina dell’amor fati, ossia l’amore per tutto ciò che avviene, visto come manifestazione della impersonale Provvidenza divina, che appare perfetta bontà e bellezza all’uomo distaccato. L’uomo distaccato, di uguale animo in ogni istante, vive così l’istante presente come eterno. Dal neoplatonismo, infine, e da Plotino in particolare, perviene alla mistica speculativa del mondo cristiano tutta la tematica dell’Uno, principio fontale dell’essere, da cui tutto eternamente proviene e tutto ritorna. Basti ricordare che proprio l’espressione stessa “teologia mistica” compare nel breve, omonimo, trattato di Dionigi detto Areopagita – quello sconosciuto autore del V–VI secolo dopo Cristo che i medievali consideravano il maestro della teologia mistica e che è tanto profondamente neoplatonico che alcuni studiosi hanno perfino messo in dubbio che fosse cristiano! Non a caso nel mondo protestante, da Lutero fino ai nostri giorni, la mistica viene guardata con sospetto e ostilità, dato che le si attribuisce un carattere appunto neoplatonico e non biblico–cristiano. Dal neoplatonismo proviene anche il concetto di ineffabilità dell’Uno, e quindi il carattere appunto “mistico” – che significa originariamente riservato, silenzioso, segreto – dell’esperienza dell’Uno: quell’estasi che è prima di tutto un en–stasi, ossia un rientrare in se stessi, nel più profondo dell’anima nostra (ricordiamo ancora una volta l’appello di Agostino: “In te ipsum redi”, rientra in te stesso…)».
mercoledi 13 luglio Marco Vannini a Dello interverrà sulla beatitudine
«L’essere beato e incorruttibile né ha né dà briga, non è partecipe quindi né di grazia né d’ira, cose tutte che hanno luogo in debole natura».
Epicuro, Massime capitali
Dopo l’affollatissima lectio magistralis di Salvatore Natoli che ha saputo catturare l’attenzione di centinaia di spettatori sensibili disposti ad ascoltare il filosofo nonostante l’improvviso maltempo – «un ostacolo della natura» che ha fornito l’occasione per sperimentare una strategia comune di pratica virtuosa, dunque felice – si avvicina il decimo appuntamento del Festival Filosofi lungo l’Oglio.
Se la felicità chiama iniquità, la beatitudine un bene di tutti
Può dirsi contento il sindaco di Dello, Ettore Monaco dell’esordio» del suo paese, per la prima volta toccato dai «Filosofi lungo l’Oglio». L’altra sera in piazza, Marco Vannini ha regalato ad un pubblico numeroso e partecipe una delle riflessioni più intense nella rassegna di incontri curata da Francesca Nodari, quest’anno dedicata alla felicità, e accompagnata dagli «instant book» degli editori Massetti e Rodella che ripropongono i testi di alcune conferenze (è uscito il terzo, dopo Augé e Casper, con la lezione di Remo Bodei). Chiamato a parlare di «beatitudine», Vannini ha negato che la felicità sia l’obiettivo che gli uomini devono perseguire. Perché «felicità e iniquità sono strettamente legate».