ESISTERE - 2025
Rifugio Esistenziale
- Concorso: ESISTERE - 2025
- Autore: Sabrina Galli
- anno: 2025
- dimensioni HxLxP: 30x40cm
- tecnica: Stampe fotografiche
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poetica dell'opera:
Le fotografie sono state scattate durante lo svolgimento della performance “RifugioEsistenziale”. Durante l’azione l’artista è restata seduta per ventiquattro minuti (numero sceltosimbolicamente come il numero dei suoi anni) all’interno di una struttura appositamente creatada lei a partire da una scatola. La superficie esterna è stata ricoperta con pezzi di cartone,successivamente sono state inserite alcune lenti su ogni lato (ricavate per esempio da obiettivifotografici o lenti di ingrandimento). Quest’ultime permettono di vedere all’interno della strutturaseppur in modo deformato e poco definito. Con questo intervento estetico sulla scatola l’artistaha voluto ricreare l’immagine di una sorta di tana o rifugio dimesso e raffazzonato. Durante la performance gli spettatori hanno osservato la struttura e hanno guardato l’artista attraverso lelenti, quasi come nel tentativo di spiarla. Tuttavia, risultava praticamente impossibile avere una visione completa, nitida e definita, a causa della distorsione e dell’offuscamento dovuta alla tipologia delle lenti. Allo stesso modo anche l’artista non vedeva bene cosa succedeva all’esterno o chi la guardava. Infine, mentre l’artista era nella scatola, scriveva su un taccuino e sulle pareti interne i pensieri, i sentimenti e le impressioni che stava provando in quel momento. Nonostante l’artista sia uscita dal “rifugio” i fogli sono rimasti celati all’interno, senza dare la possibilità agli spettatori di leggerli, ma solo sbirciarli attraverso le lenti. Con questa performance l’artista ha voluto rappresentare quello che per lei significa il rapportarsi all’Altro, inteso nel senso più ampio e generico.
Il lavoro esprime, attraverso una selezione di due immagini, il modo in cui l’artista percepisce il rapporto con le persone in generale. La struttura in cui si “nasconde” è la metafora di un “guscio” esterno che lei ha sentito di dover costruire nel corso degli anni per potersi rapportare agli altri in modo più sicuro. Tale corazza, tuttavia, (per lei) non funge da difesa ostile e avversa, ma costituisce un rifugio sicuro, una tana accogliente in cui trovare sicurezza e sentirsi meno vulnerabile nelle relazioni con gli altri. Metaforicamente le lenti, che permettono il contatto tra esterno ed interno, sono il mezzo con cui l’artista cerca di aprirsi all’Altro anche se non nella sua totalità.