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Giovedì, 15 Settembre 2011 22:15

«La nudità del corpo, strumento di comunicazione prima del senso»

Jean-Luc Nancy Jean-Luc Nancy

In vista della lettura del testo della sua lectio - «Nudità» - in programma sabato alle 19.30 nella chiesa di San Carlo a Modena per Festivalfilosofia, Jean-Luc Nancy, tra i più influenti pensatori contemporanei (che non sarà presente alla kermesse), anticipa i tratti salienti del suo intervento.

Nell’affrontare il concetto di natura, lei distingue tra naturismo e naturalismo. In che senso?

Si avvicinerà già un poco quest’ultimo problema pensando alla parola naturalismo: questa parola era stata formata a partire da naturalis - aggettivo che significa «che concerne la natura» e il naturalista fu all’inizio colui che studia i fatti naturali prima che il naturalismo divenisse inizialmente la filosofia per la quale non c’ è altro mondo che il mondo naturale.Quando,incompenso,si rinvia alla natura stessa, si è molto vicini da lasciarvi intravedere qualche cosa come un soggetto, una forza autonoma e autocostituentesi, anzi autodeterminata, in greco, una «physis».E ciò è una metafisica nel senso peggiore del termine che nasconde l’idea di un certo naturismo: la natura sarebbe un principio e una potenza autosufficiente, che nutre ogni vita sana e buona. La sua legittimità non la si dovrebbe cercare in nessun altro luogo che nel fatto che essa è natura, ciò che in fin dei conti non designa altra cosa che Dio o, più esattamente, una provvidenza divina.Tra tutto ciò che dimentica questa ideologia metafisica affrettata, tuttavia, v’è un fatto incontrovertibile: l’animale umano è nato lui stesso dalla natura. Lui, il produttore di idee e di processi, di fini e di mezzi - in una parola delle tecniche - viene dalla natura e necessita di ritornarvi. L’uomo non è solamente l’animale dotato di linguaggio, di ragione, di riso, di vita politica,è anche l’animale che conosce la nudità.

Qual è il rapporto tra nudità, ciò che lei chiama l’«avec», il «con», e il senso?

Nudo io sono con gli altri. Nudo, io sono esposto alla condivisione del senso. L’intimità è il luogo ove l’eterogeneo si esprime e si esplica in quanto tale. All’intimità corrisponde sempre la nudità, in una maniera o in un’altra. Il corpo nudo è il corpo intimo.L’intimità in effetti non può mancare d’essere essa stessa ordinata alla coesistenza generale.Mal’intimità è anche l’elemento nel quale questa coesistenza rivela più acutamente uno dei suoi tratti fondamentali: ossia, il fatto che la coesistenza e la simbolicità non costituiscono semplicemente l’ordine di un continuum omogeneo. In verità, il comune o ciò che si designerà in maniera meno confusa come l’«avec» non ha nulla a che fare con una continuità uguale a se stessa. Al contrario, la continuità vi si dà per discontinuità. Il rapporto che costituisce il senso implica una differenza tra i soggetti del rapporto, senza la quale non ci sarebbe rapporto.

In un certo senso si potrebbe dire che nellanudità si dà un linguaggio originario, anteriore a qualsiasi comunicazione verbale.

La comunicazione del corpo nudo si riduce ad essere una sorta di tautologia: la comunicazione di lui stesso, di questa nudità che non significa nient’altro che essa stessa,ma che con ciò consente l’accesso a un al di là dello scambio e della condivisione. I corpi abbracciati - dal momento in cui sono l’uno di fronte all’altro, ciascuno esposto allo sguardo senza fondo dell’altro in cui si riflette il suo proprio sguardo non meno aperto all’infinito - non condividono nient’altro che la loro esposizione l’uno all’altro. Non c’è linguaggio, non c’è alcun medium di scambio tra loro. Essi comunicano l’incomunicabile, vale a dire non un senso supremo, riservato, inaccessibile, maal contrario e semplicemente, se così sipuòdire, l’apertura stessa al senso,l’accesso alla sua estensione illimitata.

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