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Lunedì, 24 Giugno 2013 02:00

Ripartire dal prossimo

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Cresce l’attesa, l’atmosfera si scalda per la tre giorni di appuntamenti che scandisce il ritmo incalzante dell’ottava edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio. In calendario ospiti d’eccezione in tre diverse località filo-rivierasche della Valle dell’Oglio, partendo dalla Bassa bresciana per poi giungere fino in Franciacorta.

Lunedì 24 giugno, alle ore 21.15, nella bucolica cornice di Villa Toninelli, in via IV novembre a Brandico (Bs) [in caso di pioggia nella chiesa S. Maria Maddalena, sita nella medesima via] interverrà Umberto Curi – professore emerito di Storia della Filosofia all’Università di Padova e docente all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – con una lectio magistralis dal titolo: Lo straniero che è in noi; martedì 25 giugno, alla stessa ora, nel cortile della Fondazione Morcellli Repossi, in via Bernardino Varisco, 9 a Chiari (Bs); [in caso di pioggia nel Salone Marchettiano, in via Ospedale 6] toccherà a Giuseppe Girgenti, docente di Storia della filosofia antica e medievale all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – che interverrà al posto di Danielle Cohen-Levinas impossibilitata a partecipare per seria indisposizione – riflettere su Socrate e Alcibiade: Conosci te stesso nel dialogo con l’altro. Mentre mercoledì 26 giugno, sempre alle ore 21.15, nella Sala Franciacorta dell’Hotel Iseolago, in via Colombera 2/C a Iseo (Bs) Massimo Cacciari, tra i maggiori e più apprezzati filosofi contemporanei, professore di Estetica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, parlerà de Il prossimo e il nemico.

«Ci pare del tutto evidente – ha dichiarato il direttore scientifico, Francesca Nodari – che il filo rosso che attraversa i tre interventi si possa rinvenire nella nozione di prossimo che trova la sua cifra, se così si può dire, nel ‘comandamento nuovo’ che segna “il passaggio dalla Legge mosaica alla Legge dell’Amore, un comandamento che umanizza e dà un significato universale a tutti gli altri”. Ma a chi mi faccio prossimo? Davvero so riconoscerlo nello straniero, nella vedova, nell’orfano? È possibile uscire da se stessi e anteporre alla perseveranza nel proprio essere, alla tracotanza del conatus essendi l’essere-per-altri? E ancora, come approssimarsi a chi mi è lontano, a chi mi è estraneo, persino, a chi mi è nemico? Come entrare-in-società-con-lui? Domande scomode, forse, ma la cui urgenza è oggi quanto mai improcrastinabile».

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