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Martedì, 02 Ottobre 2012 02:32

Saluto a Shlomo Venezia

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In questo ore la nostra memoria non può non andare a Shlomo Venezia, che fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e uno dei pochi sopravvissuti, l’unico in Italia, una dozzina nel mondo, di coloro che furono costretti a lavorare nei Sonderkommando, unità speciali, squadre composte da internati e destinate alle operazioni di smaltimento e cremazione dei corpi dei deportati gassati.

I componenti di queste squadre venivano periodicamente uccisi perché non potessero svelare il macabro segreto. A questo uomo, che tanto ha sofferto e tanto ha contribuito a mantenere deste le coscienze degli uomini perché ciò che accaduto non possa più ripetersi portiamo il nostro ultimo commosso saluto, che vuole essere levinasianamente un ad-Dieu, richiamando le sue toccanti parole. Parole che non potranno mai morire e ne eterneranno la memoria. «Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torma sempre allo steso posto. È come se il “lavoro” che ho dovuto fare laggiù non sia mai uscito dalla mia testa… Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio» (Sonderkommando Auschwitz, Rizzoli, Milano 2007).

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