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HOMO ŒCONOMICUS: GIOVEDÌ 14 OTTOBRE

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SALVATORE NATOLI, OSPITE D’ECCEZIONE ALL’AUDITORIUM DELLA BCC AGRO BRESCIANO DI GHEDI, PRESENTA, PER LA PRIMA VOLTA IN TERRA BRESCIANA, IL SUO BUON USO DEL MONDO

Padrino del Festival Filosofi lungo l’Oglio – che ha chiuso la sua quinta edizione con un’affluenza sorprendente e un carnet di relatori d’eccezione – Natoli torna in terra bresciana per presentare la sua ultima fatica: Il buon uso del mondo (Mondadori 2010) – suggello di una originalissima trilogia – ponendo, in particolare,  l’attenzione sull’uomo dei consumi e delle prestazioni, del fare e dell’agire, della precarietà e delle rendite finanziare. In breve,  l’homo œconomicus contemporaneo, che dà a pensare e suscita interrogativi profondi.

[dropcap cap="D"]Di qui l’urgenza di fare chiarezza e la necessità di dare la parola al filosofo, sia pure in un luogo ove è insolito registrarne la presenza. Qui sta il fascino e il valore aggiunto del suo intervento. Tanto più in un tempo di crisi come il nostro. Tempo, certo, segnato dalla complessità e dall’insecuritas, ma che va fronteggiato. Magari con l’aiuto del filosofo che, a gran richiesta, torna fra la gente non per salire in cattedra, ma per confrontarsi, misurarsi e stimolare la capacità critica dei soggetti. [/dropcap] L’IMPONDERABILITÀ  DEL MONDO E IL SUO BUON USO

[dropcap cap="C"]he significa abitare il mondo? Gestirne l’imponderabilità? E che ne è del soggetto sempre più dimentico della sua finitudine, in bilico tra delirio di onnipotenza e un’umanità – la sua – ridotta a mera prestazione? Canna pensante? Individua sostanza? Corpo docile da asservire? Custode di un creato che denigra? Un adepto del dio denaro stretto nella morsa di una noia che non lo abbandona o, al contrario, frustrato da una flessibilità lavorativa e sentimentale che gli impedisce di guardare serenamente al futuro? E che significa io? Che ne è dell’identità, se siamo uno nessuno centomila? In un mondo malato – dalla bolla finanziaria alla crisi politica fino a quella relazionale – per Natoli abitare il mondo significa decidersi facendo attenzione a non confondere la volontarietà con la spontaneità. Di qui – in un moltiplicarsi di istanze: sociali, economiche, ecologiche, deontologiche – prende corpo, una torsione ulteriore dell’etica del finito natoliana che non intende tanto suggerire una limitazione dell’umano, bensì una sua rivalutazione nel recupero delle virtù e nel liberare il più possibile quella potenza che ciascuno di noi è.

[/dropcap]

Homo œconomicus: il denaro. La produzione. Il consumo
del Prof. Salvatore Natoli
giovedì 14 ottobre, a partire dalle ore 20. 45, 
presso l’Auditorium della Bcc Agrobresciano di Ghedi.

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