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Mercoledì, 15 Giugno 2016 12:41

Se l'ospitalità si fa dono sacro tra le ombre perdute nel mare

Armando Savignano a Ludriano per Filosofi lungo l'Oglio. Oggi Giancarlo Caselli a Villachiara.

ROCCAFRANCA. Una Villa pronta, una Chiesa pronta. Il cielo è meno lugubre del meteo, ma il consiglio metafisico dei Filosofi lungo l'Oglio, presieduto dalla presidente-direttore, prof. Francesca Nodari, vota per la sicurezza di una chiesa al coperto, quella bella chiesa costruita dai Folonari più di mezzo secolo fa e l'altra sera piena di persone venute da tante parti, per ascoltare la lezione del prof. Armando Savignano, docente di Filosofia Morale e Bioetica all'Università di Trieste. Il sindaco Emiliano Valtulini ha ringraziato la famiglia Bellini proprietaria della bella Villa Suardi già pronta per l'ospitalità come l'anno scorso, ha devoluto l'obolo della gratitudine di «Cesare» al tempio di don Carlo e ha incarnato un legittimo orgoglio per questi paesi della Bassa così appartati e così sensibili a registrare attenzioni straordinarie alle lezioni dei filosofi, al ciclo offerto, quest'anno, sul tema della Gratuità, che il prof. Savignano ha declinato con una lezione intitolata «Il dono dell'ospitalità, l'esilio come patria».

Presente. Questione delle nostre stagioni, il coraggio di non sfiorarla o di girarsi dall'altra parte ogniqualvolta cioè tutti i giorni ci si conficca negli occhi e reclama il risveglio della
nostra coscienza di fronte a morti innocenti. E finiamo per rimorderci di più sulla attenuazione di una compassione verso chi muore rispetto alla forma di guerra invisibile che riappare sotto forma di fastidio, di un sentimento di noia.

Cervantes. Savignano ama Cervantes, si è specializzato in un'adozione particolare di
don Chisciotte e lo evoca allorché lo riscopre a liberare dei galeotti e, anziché ricevere gratitudine, venir preso a sassate. Don Chisciotte non se ne duole, lui è il vero «matto santo» di ogni tempo e non trova ragione per lamentarsi, semmai si rivolge, gonfio di dolore fisico, a un'interrogazione ingenua, alla lodevole ignoranza di chi non ha animo per giudicare e anima da sprecare sulla violenza. Cervantes-don Chisciotte dice il prof. Savignano interpretano la natura migliore del dono, quel dono che in apertura la prof. Nodari ha ripreso nella sequenza analizzata dai precedenti relatori, dunque un dono non basato «sul "ti dò in cambio di quello che mi darai", invece il dono quale gratuità» in un inverarsi spirituale tra chi dona e chi riceve, come se il movimento del darsi provenisse da un legame precedente alla stessa intenzione del donare, fosse ispirato.

Ospite. Savignano si sofferma sul tema dell'ospite, di una trasformazione del termine «hostis», da straniero a pellegrino, a nemico quando si sono tracciati i confini delle nazioni. Dunque, per il relatore, la pratica dell'ospitalità sta alla base di un'antropologia trascendentale che supera la categoria del dominare l'altro per atterrare sulla reciprocità
incastonata nella libera coscienza di chi è ospite quasi per diritto divino. Ne consegue il farsi accadere del dono, dell'ospitalità, l'ineludibile rarità dei donatori e degli amici. Escono le ombre delle migliaia di morti nei nostri mari, salgono all'altare i bambini, le donne, gli uomini e le nostre pietà si interrogano senza veli davanti al sopraggiungere della notte nella campagna degli umili battuta al tramonto, da 11 anni, da filosofi venuti da lontano. E qualcuno intravede la suprema rappresentazione dell'ospitalità caravaggesca: là in fondo, verso Orzinuovi, tre persone camminano con passo di prima confidenza. Viene in mente Emmaus, la prima cena dei forestieri, amici da sempre.

Oggi, alle 21,15, alla cascina Le Vittorie, tra Villachiara e Orzinuovi, parla Giancarlo Caselli sul tema «Nient'altro che la verità. Dal terrorismo e dalle mafie alle agro-mafie». Se il tempo fa il mafioso, ci spostiamo nella bella Parrocchiale di Orzinuovi.

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